Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Il Cammino di luce

La solitudine e il silenzio al tempo del trauma “coronavirus”

Premessa

L’epidemia tragica dovuta al coronavirus che ha investito l’Italia ha costretto il governo ad emanare decreti che obbligano il cittadino a rimanere in casa e a muoversi solo per lavoro, necessita e salute. Le scuole sono chiuse. C’è un clima di paura, di tensione nervosa e disorientamento. D’altra parte il coronavirus è un “predatore” e noi siamo potenziali sue vittime. Noi reagiamo come ai tempi della preistoria, dell’homo sapiens (non sapiens sapiens) e purtroppo non sappiamo gestire la paura. Nel senso che il nostro comportamento invece di essere razionale, logico e di buon senso, diventa impulsivo, irrazionale andando nel panico generalizzato. Oppure reagiamo negando il problema,  pensando che sia stato amplificato e non applichiamo le regole che ci vengono dalla legge, regole che sono basate su ciò che raccomanda la comunità scientifica. Siamo nella società del consumismo, dell’immagine, della trasgressione, del materialismo, e del narcisismo primario e secondario e non possiamo stare chiusi in una  casa. Per un italiano abitudinario è una rivoluzione copernicana. Qualcuno potrebbe dire : “ lo jogging fa bene e io lo faccio…me ne frego di quello che dicono.. delle regole che ci impongono… per questo “qualcuno” rispettare una regola diventa una privazione inaccettabile. Ai tempi dei cavernicoli la risposta era l’attacco o la fuga. Oggi nel tempo dell’homo sapiens sapiens c’è il blocco stressogeno che se dura a lungo ci fa deviare da un comportamento corretto e se non ci immette nelle fauci del virus determina dentro di noi uno stato  di allarme distruttivo che si traduce  nella percezione sbagliata di vedere, di sentire, di riflettere sulle cose. Si può diventare ipocondriaci maniacali o al contrario guerrieri dell’odio alla ricerca dell’untore fino al razzismo più bieco e più truce. La ricerca del capro espiatorio è sempre in agguato, il triangolo della nevrosi (vittima-carnefice-salvatore) ci aspetta a braccia aperte  per ridurci in schiavitù, e invece di usare questo breve lasso di tempo per una riflessione profonda sulla nostra vita (chi sono, dove sto andando, come mi sto comporrtando, perché mi comporto in questo modo), alimentiamo in noi stessi un carico di emozioni negative (tristezza, rabbia, ira, ostilità, tensione, noia, angoscia, aggressività). C’è anche il pericolo di cadere nel   “tremor  cognitivo” con la sensazione di un nemico invisibile che può colpirci in modo improvviso. Il nostro tragico quotidiano diventa un racconto da libro giallo e un telefim da “horror”. Dentro di noi si sviluppa un elemento virtuale fuori controllo capace di annientarci e all’esterno c’è il virus che avanza inesorabile e può colpirci. Cosa fare,  dove andare, come fuggire. Mio caro amico e compagno di viaggio. Ciò che devi fare è semplice: devi stare in casa, osservare l’igiene personale (sempre e in continuazione dopo ogni azione), evitare contatti (baci, carezze, strette di mano) e stare a distanza nel dialogo interattivo o nelle situazioni di necessità (salute, spesa, farmacia), ascoltare le news con moderazione (due volte al giorno). Rispettare queste semplici regole…ti aiuta a in qualche modo a bloccare l’ansia e gestire la paura, a superare gli incubi notturni, a comunicare meglio con i tuoi cari ora che stanno a casa e sono più present, a verificare meglio  il quotidiano, le tue reazioni, a conoscere meglio te stesso approfittando del fatto che hai più tempo e spazio per guardare la realtà oggettiva e soggettiva in modo più distaccato, più obiettivo e più sereno  considerando che  “meno ti muovi e meno contatti sociali hai nei gruppi di qualsiasi tipo, in ambienti affollati, meglio è”.   Cerca di “fare” a livello casalingo (pulizia della casa, cucina, giardinaggio), dedica più tempo al tuo corpo (dieta ricca di frutta e verdure e di alimenti che rafforzano il sistema immunitaro, più integratori specifici) e poi dai un po’ di spazio alla ginnastica, alla meditazione, allo Yoga e a tecniche di rilassamento, a qualche aggiornamento di natura formativa e professionale e se  sei un genitore hai più tempo, più spazio  e più ascolto per i  tuoi bambini . Infine puoi recuperare qualche lettura e chiacchierare con qualche amico in modo empatico e costruttivo.

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“ E’ la diffusione di un nuovo virus in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie”. Questa è la definizione di pandemia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute. E questo ufficialmente è da ora il coronavirus: non più un’epidemia confinata ad alcune zone geografiche, ma diffusa in tutto il pianeta. L’Organizzazione di Ginevra lo ha dichiarato ammettendo un’evidenza che era sotto agli occhi da giorni: i contagi sono diffusi in ogni continente a eccezione dell’Antartide. (fonte:  https://www.repubblica.it/salute/2020/03/11/new; fonte dell’immagine: https://www.the-scientist.com/news-opinion/)

Fattori protettivi

3 sono i fattori protettivi più importanti per non cadere nell’ansia, nella preoccupazione, nello stress e nel panico.

Il primo fattore è la flessibilità mentale. Bisogna uscire dai soliti schemi, dalle nostre credenze di base, dalla nostra rigidità cognitiva. Per farlo bisogna superare la paura del cambiamento e la pigrizia cioè la passività. Darsi una mosssa è importante.  Con lo stesso scopo per cui si va in palestra per migliorare il corpo così abbiamo bisogno di esercizi per migliorare la mente che sono pochi…. e molto ìutili come prestare attenzione per il presente,  accettare le emozioni che arrivano giorno per giorno, abituarci   a qualche esercizio di coraggio, (di fronte a un problema nuovo guardiamolo come se fossimo degli esploratori). La flessibilità mentale  rende capace di modificare, convinzioni, credenze, opinioni, quando c’è la possibilità di farlo. Ci fa vedere la situazione -come quella attuale dell epidemia del “coronavirus” – da diverse angolazioni, da diversi punti di vista.  Una persona senza flessibilità cognitiva è rigida, è spietata, e può fare agli altri e a se stesso dei danni incalcolabili.

Il secondo fattore è la stabilità emotiva. L’instabilità emotiva è una caratteristica della personalità e chi ne soffre cambia di continuo stato d’animo senza causa apparente né logica. E’ un soggetto che non tollera le frustrazioni. Una regola imposta dall’alto può fare scattare in questa persona ira, aggressività, ostilità comportamenti contrari  alle indicazioni date. Possono diventare impulsive per mancanza di controllo e quindi creare agli altri dei problemi e a se stessi delle conseguenze in seguito a condotte non corrette. Il loro pensiero è dicotomico senza sfumature ( bianco o nero) e quindi hanno difficoltà a comunicare e difficoltà a gestire le emozioni negative. Non riescono a stare soli  perché hanno un vuoto interiore che devono riempire e la casa non basta….hanno bisogno del solito tour quotidiano, delle stesse abitudini, di fare delle trasgressioni, di  fare emergere l’ego con tutte le sue  manifestazioni ( egoismo elevato, altruismo zero).

Il terzo fattore è l’ottimismo. Secondo il vocabolario Treccani è la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi. Un sano ottimismo ci rende consapevoli delle difficoltà (realismo oggettivo) che si possono incontrare lungo il percorso di vita, ma  si cerca di risolvere i vari problemi in modo costruttivo , senza disprezzo, senza fatalismo, senza noncuranza. Per essere ottimisti non basta sorridere ma è necessario avere fiducia nelle proprie capacità di gestire le problematiche difficili e anche molto pericolose. Non basta leggere i manifesti “ andrà tutto bene” se non si accende una fiamma nel nostro cuore per riscaldare non solo noi stessi ma anche l’altro. Spesso ho risposto in questo modo all’interrogativo di amici o compagni o di persone che mi conoscono:  come va la situazione?  E’ critica ma  non tragica, oppure tragica ma non drammatica o ancora drammatica ma non apocalittica. E  si sorrideva vicendevolmente.

 

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marzo 12, 2020autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Via Pistoiese a Prato: una strada senza una stella!

Via Pistoiese (….. fine 2018)

Ho scritto altre volte su Via Pistoiese. E’ terribile ritornare sui propri passi  e fare una ulteriore riflessione ora, in questi giorni tra Natale e Capodanno. Questa volta il mio pensiero sarà diverso. Non penso al degrado insostenibile, alle buche, alla mancanza di amore  per una via  che dovrebbe essere vissuta in maniera diversa. certamente non  nel caos, non nel disordine, non nello sporco, non nella patologia dei 5 sensi (vista, gusto, olfatto, tatto e udito), non nella mancanza delle regole. Sono rimasto colpito che dopo 20 anni e più……nel tratto stradale che va   dall’unione di Via Filzi con via Pistoiese (bar Roberta ) fino a Porta Pistoiese (mura del centro storico),   non c’è una stella natalizia o una luce alternativa  che illumina la strada  nel ricordo di queste feste e di questo periodo. Un ricordo non solo religioso, ma laico con la fine di un anno, e il futuro che ci aspetta e anche psicologico (con l’intenzione di fare un salto di qualità a livello personale e sociale).

Desiderio

Vorrei che via Pistoiese fosse ” la Via di Oz“, (non solo una via commerciale) un percorso di alchimia interiore, un sentiero da percorrere nella serenità di una vita vissuta, un arricchimento quotidiano nei rapporti sociali ed interculturali…. Per seguire la Via occorre imparare ad orientarsi….. ma non c’è nessuna stella che ti guida. E’  triste camminare su una strada  che lascia la memoria e i ricordi nell’archivio dell’oblio. C’è malinconia nell’atmosfera che ti pervade l’animo e ti dà una stretta al cuore e allo stomaco indicibile. Forse il rapporto tra natura e cultura che fondamentalmente è di tipo cognitivo, affettivo e istintuale sta diventando di tipo economico.   Allora….Tutto è perduto.

Il cammino della vita

La vita è un cammino che ci consente di crescere anche incontrando ostacoli e lottando per raggiungere i nostri sogni. La nostra direzione è il benessere, siamo nati per stare bene. il nostro obiettivo è diventare ciò che siamo. Stare bene con se stessi, stare bene con gli altri. Su questa terra siamo di passaggio, la nostra permanenza è limitata. La vita è breve e non abbiamo troppo tempo per rallegrare i cuori di coloro che sono con noi in cammino lungo la strada buia. Sii pronto ad amare! Sii gentile senza indugi. (Henri Frédéric Amiel). Forse ci dobbiamo arrendere? No! Non dobbiamo vivere passivamente oppressi dal nostro destino, dobbiamo amare la vita e cercare di trarre il meglio dall’ esistenza con dignità, autodisciplina e gioia di vivere rispettando gli altri. E per “altri” intendo non solo gli esseri umani ma la terra e i suoi abitanti, la natura e il suo ritmo, l’universo e la sua atmosfera. È solo avendo un punto fisso e matematico che si può essere saggi, come il marinaio, o lo schiavo fuggiasco che fissano sempre la stella polare; ma ciò è una guida sufficiente per tutta la vita. Possiamo non arrivare in porto nel tempo stabilito, ma seguiremo il vero cammino. (Henry David Thoreau).Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte. (Kahlil Gibran) 

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dicembre 28, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Montemurlo: olio e serpentino

In questi giorni nel Comune di Montemurlo (Provincia di Prato) c’è stata la festa dell’olio e si è inaugurata per la prima volta la mostra sul “serpentino”, il marmo verde di Prato. Personalmente   la mia riflessione  parte dal ringraziamento all’amministrazione comunale e a tutti  coloro  che si impegnano per la civiltà del benessere  fisico (olio)  e per il benessere psichico (serpentino). Il serprentino è la pietra verde che decora moltissime facciate delle chiese romaniche della Toscana, dando un senso di bellezza indefinito che riempie l’anima. Questo rapporto  tra natura e cultura è stato  ben inquadrato da Leonetto Tintori, una personalità illustre di Prato, un artista poliedrico e restauratore di fama internazionale (Prato 1908-2000),  quando ha scritto sul serpentino: “ pietra scura il verde di prato che a contatto con subbia e scalpello si illumina del colore metallico della foglia di olivo percossa dal vento, per immergersi, poi, nell’ombra del nero lucente come le colonne della nostra cattedrale levigate dalla pietà della fede”. Nella mostra c’è una scultura del Tintori. Rammento un pensiero di Gramsci:  “Cultura  non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita,  il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha  cultura chi ha la coscienza  di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (…) Cosicché essere colto, essere filosofo,  lo può chiunque voglia.”  Tiziano Terzani, sulla natura, affermava: “Che errore è stato allontanarsi dalla natura! Nella sua varietà, nella sua bellezza, nella sua crudeltà, nella sua infinita, ineguagliabile grandezza c’è tutto il senso della vita.” La mostra” verde come l’olio e ….il serpentino ci porta a questo rapporto portando alla nostra mente il lavoro della cava “Paci” di Bagnolo ( frazione di MonteMurlo) alla bottega dell’arte. Ognuno di noi deve fare la sua riflessione ed è anche un bene  visitare la Rocca, percorrere i  sentieri di Monteferrato, ascoltare la musica del vento, ed essere in contatto con la pace e la serenità di tanti alberi di  ulivi abbracciando un tronco, e bevendo  un cucchiaino d’olio, come  dono  per la vita che la natura ti offre.

Introduzione

Il comune di Montemurlo si trova a metà strada (8 km) tra Prato e Pistoia e si estende per circa 30,66 km². È posto ai margini tra l’appennino tosco-emiliano e la piana metropolitana Firenze-Prato-Pistoia.Il punto più alto del comune è la cima del monte Le Cavallaie (976 metri). L’altitudine minima è di 43 metri, in corrispondenza della confluenza tra i fiumi Agna e Bure, che dà origine al fiume Calice, in località Oste.È attraversato da numerosi piccoli corsi d’acqua, quali il Meldancione, lo Stregale, il Funandola, dal torrente Bagnolo e dal torrente Agna, che segna il confine con il comune di Montale, e dal corso d’acqua Ficarello, che segna invece in parte il confine con il comune di Prato.

Rocca di Montemurlo

Sulla sommità del colle di Montemurlo, protetta da piante secolari, si intravede la Rocca: il fulcro del sistema di fortificazioni del castello. La villa conserva, dai tempi della dominazione della famiglia Guidi, il volto della fortezza con la mole dell’antica torre merlata (di cui si può ancora vedere la base nelle cantine della casa) la cui severità è accentuata dai nudi conci di pietra alberese con i quali è edificata. Possiamo ancora immaginare il ponte levatoio al posto dell’ampio scalone doppio che oggi lo sostituisce, disegnato questo da Giorgio Vasari il giovane e modificato nel corso dell’Ottocento, epoca nella quale la villa ha raggiunto l’aspetto attuale ad opera della famiglia Gherardi di Pistoia. Ultimo grande evento storico svoltosi nella Rocca è l’assedio del 1537 in seguito al quale Montemrulo diviene stabile dominio mediceo, come il resto della Toscana, e la Rocca perde così la sua funzione di ‘presidio di confine’ per diventare la tranquilla residenza signorile che è tuttora.

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dicembre 23, 2018autore Angelo Vigliotti
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Stile di Vita alimentare in pediatria

Svezzamento vegetariano-aggiornamento 2019

Introduzione

I bambini vegetariani crescono bene. Per un approfondimento ulteriore e per una bibliografia più completa rimando al mio libro: “il futuro di un  bambino vegetariano” Nicomp ed. – Firenze – 2018, da cui è presa questa breve introduzione e le tabelle delle vitamine e dei minerali riportati nell’articolo.

Un pappa vegetale buona (dal sesto mese)

Verso il sesto mese (tra il quinto e il sesto) inizia la pappa vegetale che sostituisce la poppata lattea. Una mamma vegetariana sa che può continuare con l’allattamento al seno con tranquillità fino a 2 anni e anche 3 nonostante l’introduzione della alimentazione complementare..

Come preparare al meglio il brodo vegetale? In acqua vanno cotte  all’inizio tre verdure (patata, carota, zucchina). Perché? Perché sono verdure dolci e più gradevoli per il bambino poi con calma vanno aggiunte altri tipi di verdure  (soprattutto quelle stagionali). La quantità del brodo deve essere di 200-250 cc. Le verdure successive possono essere: zucca, porro, erba cipollina,  sedano, prezzemolo, e in seguito, carciofi, fagiolini, piselli, spinaci, bietole, cipolla, finocchio e lattuga. Una alla settimana per il controllo di intolleranza e allergia. ll brodo vegetale si deve lasciare bollire finché la quantità di acqua non sarà dimezzata. In genere ci vuole circa un’ora di tempo. In questo modo anche le verdure avranno il tempo di cuocersi bene. Il brodo si può congelare nel freezer. Soprattutto per le mamme che hanno poco tempo a disposizione per preparare il brodo vegetale, questa può essere la soluzione ideale. Si può preparare il brodo una volta a settimana e conservarlo in frigo, scongelando giorno per giorno la porzione o le porzioni che servono. Prima di mettere il brodo nel freezer, lasciatelo raffreddare insieme alle verdure. Quando saranno freddi potrete dividerlo in porzioni, utilizzando appositi contenitori. Se si usa il frigorifero si conserva per 24 ore. Utile accorgimento: per il brodo vegetale usare l’acqua calcica.

Più …. una crema di cereali (2-4 cucchiai). Se possibile è meglio utilizzare cereali senza glutine fino a 12 mesi (all’inizio:  riso, mais,tapioca, miglio che si trovano già precotti). Dal settimo mese  si può dare  grano saraceno, amaranto,teff, sorgo,  quinoa che possono essere acquistati come farina di cereali decorticati.

Più …. i legumi. Si può iniziare con le lenticchie rosse decorticate (2 – 4 cucchiaini). In seguito saranno proposti i piselli gialli  e verdi, ceci, gli azuki e poi tutti gli altri legumi (fagioli, ceci, soja, fave, lenticchie di altro tipo, cicerchie). Gradualmente si dovrebbe arrivare ad una proporzione fra cereali e legumi di 2:1. In questo modo sono forniti tutti gli amicoacidi essenziali.

Più……… semi oleaginosi. Un cucchiaino di semi oleosi (lino, sesamo, girasole, zucca) polverizzati col macinacaffé. Insieme ai semi oleosi è utile polverizzare anche un po’ di frutta secca (noci, mandorle, pistacchi, nocciole, anacardi) alternando le fonti. E’ corretto polverizzare i semi al momento dell’utilizzo per evitare l’ossidazione di alcuni nutrienti (in particolare gli acidi grassi polinsaturi).

Più…..  olio extravergine di oliva (un cucchiaino in ogni pappa

 

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dicembre 11, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Un santo, un poeta: depressione e amore

Introduzione

Il 14 dicembre la chiesa cattolica festeggia “San Giovanni della Croce”, un santo , un grandissimo poeta, le cui opere andrebbero lette da tutti cristiani e non cristiani atei e e negativisti di ogni credo .La sua poesia è immortale e il suo messaggio entra profondamente nel cuore di ciascuno di noi. In questa breve riflessione riporto ualcune strofe della sue poesie che mi hanno incantato da sempre e che rimangono nel mio pensiero e nel profondo del mio cuore. La vita di Giovanni della Croce è stata un dramma e dopo aver letto le sue opere sono andato  in Spagna e ho avuto la fortuna di percorrrere una piccola parte della sua “via interiore” di crescita  di crescita  personale tra estasi e tormento, visitando  Toledo, Segovia  e dintorni .

Cenni biografici

Juan de Yepes Álvare, conosciuto come Juan de la Cruz – italianizzato in Giovanni della Croce – nacque il 24 giugno 1542 a Fontiveros (Spagna). Il padre Gonzalo de Yepes faceva parte della nobiltà di Toledo, cacciato tuttavia di casa e diseredato per aver sposato Catalina Álvarez, una povera tessitrice di seta. Giovanni manifestò fin da piccola inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa. Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ebbe una formazione culturale ed artigiana nel “Colegio de los doctrinos” di Medina del Campo (Valladolid), dove la famiglia si trasferì. Successivamente compì diversi mestieri come il falegname, il sarto, il pittore, l’intagliatore, l’accolito della Chiesa della Maddalena, il commesso e l’aiutante infermiere nell’Ospedale della Concezione.Nel 1563 entrò nell’Ordine Carmelitano e tra il 1564 e il 1568 compì gli studi universitari a Salamanca.Giovanni della Croce venne ordinato sacerdote nel 1567: tra il mese di settembre e quello di ottobre dello stesso anno incontrò teresa d’Avila, da cui fu conquistato in vista dell’inizio della riforma dell’ordine dei Carmelitani; a sua volta Santa Teresa lo prese in grande considerazione, chiamandolo il suo “piccolo Seneca”, con scherzoso ed evidente affettuoso riferimento alla sua corporatura esile, definendolo anche “padre della sua anima”. Dopo numerosi colloqui con Teresa d’Avila, il 9 agosto 1568 si recò a Valladolid per la fondazione del primo convento di Carmelitane Scalze e vi rimase fino a ottobre, informandosi dettagliatamente sulla nuova vita riformata; all’inizio di ottobre andò a Duruelo (Segovia), adattandovi un cascinale a primo convento dei Carmelitani Scalzi; il 28 novembre, prima domenica d’Avvento, inaugurò la vita riformata.Tra le varie sofferenze, fisiche e spirituali, che dovette sperimentare a seguito della sua adesione alla riforma, spicca in particolare l’imprigionamento nel carcere del convento dei Carmelitani Calzati di Toledo (il 2 dicembre 1577), per un incidente di cui venne ritenuto erroneamente responsabile: San Giovanni della Croce rimase rinchiuso per più di otto mesi, sottoposto a maltrattamenti e torture fisiche, psicologiche e spirituali, trovando nel contempo ispirazione per comporre alcuni dei suoi poemi mistici più noti. Alla fine riuscì a fuggire il 17 agosto 1578 in modo avventuroso. A Granada nel 1584 terminò la prima redazione del suo “Cantico Spirituale”. Intanto avrebbe redatto e perfezionato i suoi principali trattati spirituali. Giovanni della Croce fu infatti poeta e teologo, nonché autore di svariati trattati teologici riguardanti soprattutto la preghiera e il cammino spirituale dell’anima. E’ considerato anche uno dei maggiori poeti in lingua spagnolaNell’ultimo periodo della sua vita venne abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci. Il 28 settembre 1591, ammalato, parte per Úbeda (Jaén), dove trascorse gli ultimi mesi di vita. Il 14 dicembre 1591 muore a soli 49 anni di età.

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dicembre 9, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Grazie, Virginia

Introduzione

Virginia è una donna che ama la poesia, si nutre di bellezza, coltiva l’arte e diffonde un profumo delizioso di cultura, cibo affettivo di coloro che amano la storia di Prato, la tradizione locale del territorio, il sapere genuino di un popolo creativo, la forza dei valori legati a una comunità, a una famiglia, a una fede. Conosco Virginia da molti anni. Ricordo cha ha commentato il mio primo libro di poesie “Frammenti dell’Es” ( 2006) e l’ha fatto con gioia e passione. Oltre che essere una esperta d’arte è anche un’ottima madre (ha due bellissimi figli). L’ultimo lavoro di Virginia (presentato in questi giorni) è stato “Umbratilis Ecclesia” la chiesa dello Spirito Santo, un luogo d’arte e di fede nel cerchio delle mura di Prato. Un’opera pregevole che tutti dovremmo leggere per capire meglio la storia di Prato.

Dico “tutti” non solo i pratesi doc, ma anche gli immigrati, coloro che amano vivere e lavorarare a Prato anche se sono italiani di altre regioni,  cinesi, pakistani, marocchini, rumeni, albanesi, nigeriani e persone  di altre etnie e religioni. L’arte è un mezzo potentissimo di integrazione. Diceva Tiziano Terzani: “Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità  cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.”

Non si può stare e vivere a Prato solo per lavorare ma anche per dare un significato profondo alla propria vita che non escluda l’arte, la bellezza, la cultura, il territorio, la storia del luogo in cui  si mangia e si lavora. diversamente siamo dei parassiti esistenziali. Rammento   Sciascia nel suo libro “il giorno della civetta“:  l’umanità … la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà (Sciascia). Nel nostro percorso di crescita,  cerchiamo di essere “veri” e “grandi ” uomini.

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dicembre 9, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Santa Lucia Luntana: flusso e reflusso dei popoli

 

Introduzione

L’emigrazione è il fenomeno sociale che porta un singolo individuo o un gruppo di persone a spostarsi dal proprio luogo originario verso un altro luogo. Tale fenomeno può essere legato a cause ambientali, religiose, economiche e sociali, spesso tra loro intrecciate. Il fenomeno è l’opposto dell’immigrazione.Oggi la nostra nazione e l’Europa si trovano nelle condizioni di dover accogliere migliaia di persone provenienti da Paesi flagellati da violenti conflitti, quali la Siria o la Nigeria e da altre nazioni povere  o condizonate da conflitti sociali interni. A causa dell’enorme flusso migratorio è quasi impossibile  un’adeguata accoglienza.Una delle questioni più spinose risiede, inoltre, nell’ illegalità in cui avvengono gli spostamenti di questi flussi migratori: ormai si è perso il conto delle vittime del mare, ingoiate dalle onde nel tentativo disperato di attraversare il Mediterraneo a bordo di un gommone nelle mani di scafisti senza scrupoli.Il fenomeno ha assunto, dunque, tutte le caratteristiche di una vera e propria emergenza che necessità di interventi mirati e organici da parte dell’intera Unione Europea.( Fonte : wikipedia).

Personalmente sono dell’idea che nonostante le difficoltà operative, nonostante la presenza di sfruttamento e illegalità, non si possono non accogliere i migranti in una visione   complessiva e coordinata  che riguarda l’intera europa.  Non sono un buonista, non sono un cattivista. Mi piace essere nella legalità e nel rispetto della legge e amo il senso di accoglienza. Non la barbaria, non i centri simil –lager, non la derisione. Una persona civile (al di là della religione, della cultura….), non può non dare una mano. L’aiuto può essere una accoglienza diretta oppure indiretta, cioè fatta sul paese di origine. Invece di costruire ed esportare armi solo per economia…. possiamo esportare pace e giustizia sociale e un supporto economico. Non possiamo dimenticare  i milioni di migranti che dall’Italia partirono (soprattuitto per le americhe e per l’Europa) in cerca di lavoro e di dignità. Non possiamo essere razzisti (al di là  dei giudizi e dei pregiudizi….). Mi sento e sono cittadino del mondo. Un paese civile come non deve tollerare la delinquenza, e la macro e microcriminalità non deve nemmeno tollerare lo sfruttamento e la deviazione dalle norme sindacali nel mondo del lavoro.  Il rispetto delle regole  deve essere nel cuore di ciascuno di noi  nell’equilibrio tra diritti e doveri. Ormai l’Italia è un paese “quasi anarchico”. In questo contesto  mi sono ricordato della canzone “Santa Lucia Luntana”  che fece conoscere per la prima volta  il problema dell’emigrazione alla classe politica di allora!

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dicembre 9, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Separazione dei genitori : carta dei diritti dei figli

Introduzione

Nella mia esperienza di psicoterapeuta e di pediatra ho ascoltato e ascolto   storie drammatiche di bambini figli di genitori separati in balia delle onde. In primo luogo (se va bene), c’è la questione economica e solo a latere si pensa e si pone attenzione ai diritti e alle esigenze del bambino.La carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori è frutto del lavoro della commissione istituita dall’  “Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza” (AGA).Da una parrte c’è stata la riflessione su i comportamentoi più corretti che i genitoricyhe si separano devono avere nei riguardi dei propri figli come i comportamenti che andrebbero evitati. Unasuccessiva rconsiderazione è stata fatta alle esigenze dei bambini legate alle varie età, alla necessità di ascoltarli e di avere un dialogo cotruttivo. Da questo studio è nata la carta dei diritti. Per costruire al meglio la “carta dei diritti” è stata sentita la consulta dei ragazzi (nove maschi e nove femmine under 17 in rappresentanza di diverse associazioni e della scuola media e superiore) che ha dato un contributo importante. Quindi Il testo è frutto di un’attività di ascolto e partecipazione che ha coinvolto la Consulta dei ragazzi dell’Autorità garante ed esperti nei settori giuridico, sociale, psicologico e pedagogico.

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Considerazioni finali

Riporto una riflessione di Filomena Albano cul fatto che la “Mediazione fa bene “ ai bambini. La mediazione fa bene ai bambini. È una pausa, una boccata d’aria all’interno dei conflitti delle coppie che siseparano. È un momento di riflessione sulla crisi all’interno di una contesa. Ed è un’occasione per risolverla ponendo al centro i diritti di bambini e ragazzi. La mediazione insegna agli adulti a “litigare bene”, per alleggerire e superare il conflitto nella direzione del superiore interesse del minore. La persona di minore età al centro. Non a caso la Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli del 1996 è stata, per prima, a promuovere il ricorso alla mediazione familiare. Essa non è solo un istituto giuridico, ma prima di tutto uno strumento sociale. Giuristi, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri che se ne occupano hanno tutti la funzione di tutelare e promuovere il benessere della persona di minore età. Per i figli la separazione è infatti un cambiamento radicale, spesso traumatico. Un evento che apre una nuova fase affettiva e relazionale, nella quale la mediazione gioca un ruolo di pre-riassestamento. Ma la mediazione è un percorso libero, partecipato, riservato, intimo. Per svolgere la sua funzione le parti devono prestare il proprio consenso liberamente. E attraverso di essa raggiungere quegli accordi nell’interesse dei figli che sono cruciali per la vita di chi ha una personalità in formazione. Perché i genitori che si separano arrivino a ciò è necessario che ne siano informati. Anzi, è necessario convincersi che la mediazione non è solo un istituto, ma soprattutto un “prerequisito culturale”. Per ricorrere alla mediazione bisogna conoscerla ed esserne consapevoli. E potervi accedere gratuitamente. Ecco dunque che è importante un incontro informativo, in presenza del mediatore familiare (professione certo da regolamentare), che ne spieghi le finalità. Costruiamo una cultura della mediazione. Solo volendo mediare, si media efficacemente. Per il bene dei figli. (fonte: https://www.garanteinfanzia.org/il-garante/editoriali/la-mediazione-fa-bene)

Augurio

Il futuro di un bambino “sano”,  passa attraverso l’amore e il rispetto che i genitori  (non separati, separati o in via di separazione)  hanno verso di lui attraverso l’ascolto, la comprensione, il sostegno e l’aiuto e la coerenza e la costanza di un comportamento corretto, nonostante una possibile conflittualità all’interno della coppia. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Maria Montessori diceva:

“Questo è il nostro obbligo nei confronti del bambino: dargli un raggio di luce, e seguire il nostro cammino.”

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E poi non dimenticare che  ssumersi l’onere e la responsabilità della crescita dei figli lungo un percorso che non permette rassicuranti certezze è una avventura, una scoperta continua, ma anche un piacere  che ti consente di essere creativa al massimo e di crescere insieme al tuo bambino o ai tuoi bambini  e vivere con pienezza ed entusiasmo  la tua vita anche dopo separazioni, conflitti e amarezze.

dicembre 7, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Parotite ( aggiornamento SIP – Società Italiana di Pediatria)

Introduzione

La parotite: che cos’è e come si manifesta

(Fonte di tutto l’articolo:Dottor Andrzej Krzysztofiak Consigliere Nazionale SITIP (Società Italiana di Infettivologia Pediatrica)

La parotite è una patologia infettiva altamente contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxovirus, che si localizza a livello delle ghiandole salivari e delle prime vie aeree (faringe, laringe e trachea).L’ingrossamento delle ghiandole parotidi, poste sotto i padiglioni auricolari, dietro l’angolo della mandibola, conferisce al viso il caratteristico aspetto da cui il nome popolare di “orecchioni”.La complicanze sono fortunatamente rare. Una meningite si osserva nel 4-6% dei bambini più piccoli e si risolve senza sequele dopo 3-10 giorni. L’orchite (infiammazione dei testicoli) si presenta nel 20-30% dei maschi dopo la pubertà coinvolge tutti e due i testicoli in un sesto dei casi. Regredisce solitamente entro 5-7 giorni. La metà circa dei pazienti con orchite va incontro ad atrofia testicolare di grado variabile ma la sterilità è un evento raro. La pancreatite è una complicanza meno frequente (2-5%) e determina la comparsa di iperglicemia che è transitoria e reversibile. La perdita dell’udito si verifica in 1 caso ogni 20.000 e rappresenta la principale causa acquisita di sordità neurosensoriale infantile.

Epidemiologia

L’infezione è endemica con riaccensioni epidemiche, ogni 3-4 anni, in inverno e primavera.
Il contagio interessa generalmente i bambini e gli adolescenti tra i 5 e 15 anni, ma non sono risparmiati gli adulti, i lattanti fino a 1 anno solitamente sono immuni e si manifesta molto raramente nei bambini di età inferiore ai 2 anni. La trasmissione del virus della parotite avviene per contatto diretto, attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando e più raramente tramite oggetti contaminati con le stesse goccioline.
Il periodo di contagiosità, in cui la malattia può essere trasmessa dalle persone infette (con o senza sintomi manifesti) va da 6-7 giorni prima a 9 giorni dopo la comparsa della tumefazione delle ghiandole salivari. L’immunità è persistente anche se l’infezione è lieve o asintomatica.

Diagnosi e Terapia

Il periodo di incubazione è molto variabile tra 12 e 25 giorni ed è generalmente privo di sintomi salvo talora accompagnato da malessere, perdita dell’appetito, brivido, febbricola, mal di testa, dolori muscolari. I sintomi iniziano con febbre, spesso elevata che persiste per 4-5 giorni, dolore regione auricolare, dolori muscolari, cefalea e tumefazione di una o entrambe le parotidi, con conseguente dolore durante la masticazione e la deglutizione. Spesso è presente la tumefazione ed arrossamento dell’orifizio del dotto di Stenone.L’interessamento è inizialmente di una sola ghiandola ma nella maggior parte dei casi (75%), in circa 2 giorni, viene coinvolta anche la parotide del lato opposto. Circa un terzo delle infezioni da virus parotitico non si manifesta in forma clinicamente evidente, ma soltanto con una sintomatologia non specifica delle vie respiratorie. La tumefazione delle parotidi dura all’incirca una settimana e la guarigione avviene in 10-12 giorni.L’infezione contratta durante le prime 12 settimane di gravidanza conduce all’aborto nel 25% dei casi.La diagnosi viene posta dal medico ed è generalmente agevole per la tumefazione bilaterale delle parotidi e l’andamento della febbre. Va confermata con la ricerca nel sangue di anticorpi specifici diretti contro il virus.Nella parotite non complicata, le indagini di laboratorio generalmente non rivelano nulla di specifico, se non un aumento di numero dei globuli bianchi e delle amilasi.Come per le altre malattie di origine virale, anche per la parotite non esiste una terapia specifica, quindi il trattamento è indirizzato essenzialmente ad alleviare i sintomi: somministrazione di analgesici e antipiretici. Una dieta semiliquida può aiutare ad alleviare il dolore associato alla masticazione.  Sarebbe bene evitare succhi di agrumi perché la loro acidità può accentuare il fastidio dovuto all’infiammazione. Oltre al rispetto delle buone norme igieniche, l’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione.

La risposta “per ora scientificamente giusta” alle domande dei genitori

1.La parotite è una malattia contagiosa?

La parotite è una patologia infettiva altamente contagiosa. La trasmissione avviene per contatto diretto, attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando e più raramente tramite oggetti contaminati con le stesse goccioline.ì

2. La parotite può dare una meningite

Una meningite sierosa si osserva nel 2-4% dei bambini più piccoli e si risolve senza sequele dopo 3-10 giorni.

3. La parotite può dare sterilità?

La metà circa dei pazienti con orchite va incontro ad atrofia testicolare di grado variabile ma la sterilità è un evento raro. L’orchite (infiammazione dei testicoli) si presenta nel 10-20% dei maschi dopo la pubertà coinvolge tutti e due i testicoli in un sesto dei casi. Regredisce solitamente entro 5-7 giorni.

4. Qual è il periodo di contagiosità della parotite?

Il periodo di contagiosità, in cui la malattia può essere trasmessa dalle persone infette (con o senza sintomi manifesti) vada 6-7 giorni prima a 9 giorni dopo la comparsa dellatumefazione delle ghiandole salivari.

5. Come si previene la parotite?

Oltre al rispetto delle buone norme igieniche, l’arma migliore contro la malattia è la vaccinazione.

novembre 23, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica, Senza categoria

Ipertensione nei bambini: prevenzione

Introduzione

L’ipertensione arteriosa (IA) rappresenta uno dei più rilevanti problemi di sanità  pubblica dei Paesi industrializzati e il più importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (infarto, ictus, scompenso cardiaco), che a loro volta costituiscono la principale causa di mortalità  e morbidità  in età  adulta. Secondo i dati più recenti, l’ipertensione arteriosa colpisce il 30-40% della popolazione adulta e questa percentuale tende a crescere con l’aumentare dell’ età   .L’IA è asintomatica, soprattutto nelle fasi iniziali, e si manifesta quando ha ormai determinato danni all’organismo. Pertanto è fondamentale la prevenzione: per un adulto sano e senza fattori di rischio associati, un controllo annuale è sufficiente. L’IA può essere presente già  in età  pediatrica. Secondo i dati più recenti, la sua prevalenza si aggira intorno al 2-3%. Nel bambino la pressione arteriosa varia con l’età , aumenta progressivamente nei primi mesi di vita, rimane pressoché stabile fino a 6 anni, per aumentare di nuovo durante l’adolescenza. (Fonte: https://www.fondazioneserono.org- Giuseppe Saggese – Direttore Clinica Pediatrica Università di Pisa Responsabile Centro di Riferimento di Endocrinologia Pediatrica )

Definizione dell’ipertensione in età pediatrica

L’ipertensione arteriosa nel bambino è definita come media della pressione sistolica o diastolica superiore o uguale al 95° percentile per l’età, il sesso e l’altezza in almeno tre differenti controlli ( Fonti: “The fourth report on diagnosis, evaluation and treatment of high blood pressure in children and adolescent”; “The seventh report of the Joint National Committee on prevention, detection, evaluation and treatment of high blood pressure JNC7”;  Raccomandazioni congiunte della Società Italiana di Pediatria e della Società Italiana della Ipertensione Arteriosa “Ipertensione arteriosa in età pediatrica: prevenzione, diagnosi e trattamento” a cura del Gruppo di Studio Ipertensione Arteriosa della SIP ).  In età pediatrica la diagnosi di ipertensione arteriosa si completa sulla base di ripetute rilevazioni che risultino superiori ai valori di riferimento che si differenziano per età, sesso, altezza del bambino. Per porre una diagnosi di ipertensione primitiva è sempre necessario escludere la presenza di forme secondarie.
Le forme di ipertensione primitiva rappresentano un problema crescente in età pediatrica. I soggetti maggiormente a rischio sono:

  • quelli in sovrappeso o marcatamente obesi,
  • quelli nati con un basso peso
  • quelli con familiarità positiva per ipertensione arteriosa.

In età evolutiva non ci sono, come accade per l’adulto, valori di riferimento universali per la pressione arteriosa: esistono viceversa tabelle dei percentili della pressione sanguigna in base al centile dell’altezza, all’età e al sesso come avviene per le curve di crescita che comunemente utilizza il vostro Pediatra. I percentili sono valori percentuali che servono a tracciare l’andamento di alcuni parametri dei nostri bambini nel tempo e a collocarli nel valore percentuale di tutti i bambini che hanno le stesse misure.
Essendo l’intervallo di normalità della pressione in funzione non solo dell’età ma anche della posizione sulla curva di crescita, può succedere che valori identici di pressione in bambini della stessa età possano risultare normali od eccessivi a seconda dell’altezza del bambino. Ad esempio

  •  un bambino di 7 anni, altezza sul 75° centile, valori pressori di 105/70: normali
  • una bambina di 7 anni, altezza al 50° centile, valori pressori di 115/70: preipertensione
  • una bambina di 8 anni, altezza al 25° centile, valori pressori di 115/70: ipertensione

(Fonte: https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it/it autori: Dott.ssa Cinzia Baldo, dietista, SS Dietetica e Nutrizione Clinica Istituti Clinici di Perfezionamento, Ospedale dei Bambini V. Buzzi, Milano Dott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista clinico  Dott.ssa Laura Iorio, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione. Si rimanda in internet per la lettura dell’articolo completo).

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settembre 10, 2018autore Angelo Vigliotti
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LA-MIA-VISIONE-DELLA-VITA

CHI SONO

Angelo Vigliotti è un professionista che svolge la sua attività in diversi settori formativi che si arricchiscono reciprocamente: pediatria clinica, psicoterapia, medicina integrata e grafologia medica.

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STILE-DI-VITA-ALIMENTARE

Modus Operandi

Il Dott. Vigliotti non dà terapie a distanza. Risponde solo per consigli e ogni suggerimento deve essere filtrato e supervisionato dal medico curante o dal pediatra di famiglia e non accettato passivamente.

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