Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Sviluppo Infantile

Il vasino……..il bambino è pronto?

Pronto per il vasino?

da; www.chicco.com

Il passaggio dal pannolino al vasino è una tappa fondamentale nello sviluppo del bambino e nell’affermazione della sua autonomia. Come ognuna delle più importanti fasi della crescita del bimbo, questo momento di transizione è molto delicato e deve essere affrontato aiutando il piccolo a viverlo serenamente senza trasformarlo in un incubo.

Dal punto di vista fisiologico il bambino inizia a poter controllare gli sfinteri non prima dei 18-24 mesi e ne raggiunge il controllo diurno e notturno intorno ai 4. Ovviamente è da sottolineare che non esistono regole precise e che ogni piccolo affronta le novità con tempistiche e modalità differenti.

Quindi l’unica regola da tenere a mente è che il vasino deve essere proposto senza stress, rispettando la fisiologia e i tempi di ciascun bimbo.

I segnali per capire se il bambino può essere pronto per la “prova” del vasino sono semplici:

  • riconosce lo stimolo della pipì e della popò e lo sa comunicare (anche solo toccandosi il pannolino);
  • sembra mostrare interesse per il bagno o per il vasino;
  • è in grado di seguire alcune istruzioni che riceve;
  • è capace di abbassare da solo pantaloni e mutandine.

Una volta verificato che il bimbo è pronto ad affrontare il cambiamento, è bene individuare il periodo migliore per iniziare il passaggio dal pannolino al vasino. L’estate può essere il momento più idoneo, più che altro perché la stagione consente di vestire meno il bambino, che sarà quindi meno impedito nei movimenti, e la mamma avrà meno lavatrici da fare in caso di probabili incidenti.

Inizialmente è di certo importante coinvolgere il piccolo spiegandogli che anche mamma e papà usano un vasino…grande. Sarà poi il momento della scelta del vasino, possibilmente con una forma o dei colori simpatici che attirino l’attenzione del piccolo e che aiutino ad identificare l’oggetto come suo.

Può essere utile lasciare il vasino alla portata del bambino, consentendogli di giocarci e di prendere confidenza con il nuovo oggetto. Il piccolo all’inizio potrà stare diversi minuti seduto sul vasino senza fare nulla. E’ bene comunque gratificare il piccolo quando utilizza il vasino e insegnargli fin sa subito l’importanza di asciugarsi bene una volta finito e di lavarsi le manine.

In caso di piccoli incidenti (assolutamente nella norma) non bisogna sgridare il bambino ma è meglio rassicurarlo e incoraggiandolo per il prossimo tentativo, senza creargli alcuna ansia. E’ consigliabile tenere a portata di mano molti indumenti e mutandine di ricambio.

Una volta tolto definitivamente il pannolino di giorno si può provare ad eliminarlo anche di notte (generalmente verso i 3-4 anni), spiegando al bimbo che se avverte lo stimolo può farla nel vasino. Prima di togliere il pannolino al bambino anche di notte è meglio essere sicuri che il piccolo sia pronto e verificare che il pannolino resti asciutto per diverse notti di fila. Per agevolarlo può essere utile lasciare il vasino vicino al suo letto e lasciare accesa una piccola luce.

 

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Sviluppo Infantile

Carta Europea dei diritti del bambino in ospedale

Carta dei diritti del bambino in ospedale

       INTRODUZIONE

    1. Il bambino ha diritto al godimento del massimo grado raggiungibile di salute.
    2. Il bambino ha diritto ad essere assistito in modo “globale”.
    3. Il bambino ha diritto a ricevere il miglior livello di cura e di assistenza.
    4. Il bambino ha diritto al rispetto della propria identità, sia personale che culturale, ed al rispetto della propria fede religiosa.
    5. Il bambino ha diritto al rispetto della propria privacy.
    6. Il bambino ha diritto alla tutela del proprio sviluppo fisico, psichico e relazionale. Il bambino ha diritto alla sua vita di relazione anche nei casi in cui necessiti di isolamento. Il bambino ha diritto a non essere trattato con mezzi di contenzione.
    7. Il bambino ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo ed alla sua maturazione. Ha diritto ad esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa. Le opinioni del bambino devono essere prese in considerazione tenendo conto della sua età e del grado di maturazione.
    8. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso alle pratiche sanitarie che lo riguardano.
    9. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso ad entrare in un progetto di ricerca – sperimentazione clinica.
    10. Il bambino ha diritto a manifestare il proprio disagio e la propria sofferenza. Ha diritto ad essere sottoposto agli interventi meno invasivi e dolorosi.
    11. Il bambino ha diritto ad essere protetto da ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisica o mentale, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale.
    12. Il bambino ha diritto ad essere educato ad eseguire il più possibile autonomamente gli interventi di “auto-cura” e in caso di malattia ad acquisire la consapevolezza dei segni e dei sintomi specifici.
    13. Il minore ha diritto di usufruire di un rapporto riservato paziente- medico, ha diritto altresì di chiedere e di ricevere informazioni che lo aiutino a comprendere la propria sessualità.
    14. Il bambino e la famiglia hanno diritto alla partecipazione.       

Carta dei Diritti dei BAMBINI e delle BAMBINE in OSPEDALE

Uno dei diritti fondamentali, soprattutto dei bambini, è il diritto alle migliori cure mediche possibili. (UNESCO) Carta Europea per la tutela educativa di bambini ed adolescenti malati curati in ospedale o in assistenza domiciliare
   1. Ogni bambino o adolescente malato ha diritto a ricevere una educazione, sia a casa che in ospedale.
   2. Lo scopo di questa attività è quello di far proseguire a bambini ed adolescenti il proprio percorso formativo, consentendo loro di continuare a vivere il proprio ruolo di studenti.
   3. La scuola in ospedale, creando una comunità di bambini ed adolescenti, favorisce la normalità nella vita quotidiana. L’educazione ospedaliera può svolgersi in gruppi classe, come insegnamento individualizzato e/o direttamente in camera di degenza.
   4. L’insegnamento domiciliare e quello svolto in ospedale devono adattarsi ai bisogni ed alle capacità di ogni bambino o adolescente e verranno svolti in collaborazione con la scuola di appartenenza.
   5. L’ambiente di apprendimento deve essere adattato ai bisogni di bambini ed adolescenti malati. Le tecnologie della informazione e della comunicazione potranno esssere usate anche per prevenire forme di isolamento.
   6. Le attività didattiche faranno uso di una pluralità di risorse e metodi. I contenuti del curricolo formativo tradizionale potranno essere ampliati con aspetti relativi a particolari bisogni che derivano dall’ospedalizzazione o dalla malattia.
   7. Gli insegnanti che operano in ospedale ed in assistenza domiciliare devono essere pienamente qualificati per questo lavoro e avere accesso ad ulteriori percorsi di formazione in servizio.
   8. Gli insegnanti di bambini ed adolescenti malati sono a pieno titolo membri dell’équipe multidisciplinare di cura e fungono da collegamento tra il bambino o adolescente malato e la sua scuola di appartenenza.
   9. I genitori devono essere informati del diritto all’istruzione scolastica e delle opportunità educative per il proprio bambino o adolescente malato. Essi saranno considerati partner responsabili ed attivi di questi progetti.
  10. L’integrità personale di ogni bambino o adolescente dovrà sempre essere rispettata. Particolare attenzione verrà posta alla tutela delle informazioni mediche e al rispetto di ogni forma di credenza personale.
Promulgata dalla Assemblea Generale di H.O.P.E. Barcellona, 20 Maggio 2000 www.hospitalteachers.eu
Carta di Ledha
   1. Un bambino o una bambina saranno ricoverati in ospedale solo se le cure di cui hanno bisogno non possono essere assicurate, con la stessa efficacia, a casa o in regime di day hospital.
   2. Un bambino o una bambina ricoverati in ospedale avranno diritto alla vicinanza dei propri genitori o di altre persone amiche in ogni momento della giornata.
   3. I genitori verranno accolti all’interno del reparto e saranno aiutati e incoraggiati a rimanervi. Essi saranno messi in condizione di non dovrer affrontare spese aggiuntive o subire perdite economiche. Per partecipare alla cura del proprio figlio, i genitori saranno informati riguardo ai tempi e ai ritmi della vita del reparto e la loro attiva collaborazione sarà incoraggiata.
   4. Bambini e genitori hanno diritto a ricevere informazioni in modo adeguato alle proprie conoscenze e capacità di comprensione. Il personale cercherà di minimizzare lo stress fisico ed emotivo conseguente al ricovero ed alla lunga ospedalizzazione.
   5. Bambini e genitori hanno il diritto a partecipare consapevolmente alle decisioni sanitarie che li riguardano. Ad ogni bambino o bambina saranno evitate cure mediche ed esami superflui.
   6. Un bambino o una bambina ricoverati saranno curati assieme ad altri bambini che hanno le stesse esigenze di crescita e sviluppo e non saranno inseriti in reparti per adulti. Non viene posto nessun limite all’età dei visitatori dei bambini ricoverati.
   7. Un bambino o una bambina ricoverati avranno la possibilità di giocare, divertirsi e lavorare in maniera adeguata alla loro età e condizione medica. Avranno la possibilità di vivere in un ambiente pensato e attrezzato per le loro esigenze in questo senso.
   8. Bambini o bambine saranno seguiti da uno staff adeguatamente preparato in grado di affrontare i bisogni fisici, emotivi, e di crescita dell’intero nucleo familiare.
   9. Continuità e costanza nelle cure sarà assicurata dall’equipe del reparto.
  10. Bambini e bambine ricoverati saranno trattati con tatto e comprensione; la loro privacy sarà rispettata in ogni momento.
fonte: EACH – European Association for Children in Hospital www.each-for-sick-children.org

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Il bambino ………..e L’ESTATE

Estate a misura di bambino

da: www.chicco.com

L’arrivo dell’estate è un periodo piacevole per il bambino e per tutta la famiglia che può distrarsi dalla routine quotidiana organizzando momenti all’aria aperta godendo delle giornate più luminose e calde.

E’ importante ricordare che i bambini sono piuttosto vulnerabili quindi, all’aperto e in particolare in caso di caldo eccezionale, occorre essere prudenti per prevenire alcuni disagi stagionali.

Il sole è un elemento salutare che, oltre ad influire positivamente sull’umore, aiuta la crescita dei bambini in quanto stimola la sintesi della vitamina D che regola la corretta formazione del tessuto osseo.
E’ bene comunque ricordare che, in particolare per la pelle sottile e fragile dei bambini, un’eccessiva esposizione al sole può essere pericolosa soprattutto se avviene senza particolari precauzioni.
La manifestazione più immediata è la scottatura che può presentarsi come semplice eritema solare, ma che può anche diventare una vera e proprio ustione con formazione di bolle e perdita di liquidi.
Proteggere il bambino dal sole è quindi fondamentale non solo per evitare fastidiose scottature ma anche per garantire al piccolo una pelle sana anche da grande.
Ecco alcune semplici raccomandazioni per una corretta esposizione al sole:

  • tenere i bambini e i neonati lontano dalla luce diretta del sole, soprattutto nelle ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16;

  • applicare almeno 20 minuti prima dell’esposizione al sole un prodotto di protezione solare, stendendolo delicatamente ed uniformemente;

  • preferire l’utilizzo di prodotti con una buona protezione dai raggi UVA e UVB, assicurandosi che siano specifici per l’infanzia, idratanti e senza profumi;

  • utilizzare fattori di protezione idonei al fototipo (carnagione) del bambino e dell’età;

  • per una protezione completa, far indossare al bam¬bino anche cappello, maglietta ed occhiali da sole con lenti polarizzanti;

  • prevenire la disidratazione facendo bere frequen¬temente il bambino;

  • coprire il piccolo con vestiti leggeri per favorire la traspirazione della sua pelle e prevenire quindi un eccessiva sudorazione.

L’estate è spesso associata alla difficile convivenza con insetti fastidiosi come le zanzare, ma piccoli accorgimenti possono aiutare a vivere con serenità anche le serate più calde:

  • evitare di lasciare sottovasi pieni di acqua stagnante sui davanzali per non attirare insetti indesiderati in casa;

  • limitare l’uso di profumi e deodoranti intensi che potrebbero attirare moscerini;

  • per proteggere il piccolo durante il sonno dalle punture di insetto, applicare zanzariere con maglia a trama fitta sul lettino e sulla carrozzina;

  • applicare repellenti preferibilmente naturali o comunque con formulazione specifica per la pelle delicata del bambino.

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Colpo di sole e colpo di calore

da www.angelini.it – www.eumed.org

Colpo di calore e colpo di sole

L’organismo umano è dotato di un complesso sistema di termoregolazione che permette entro certi limiti l’adattamento alle variazioni della temperatura ambientale. Il processo di acclimatazione richiede tuttavia un certo periodo di tempo per realizzarsi (da pochi giorni ad alcune settimane). Il colpo di calore e il collasso da calore sono le condizioni patologiche che si determinano per l’incapacità del nostro organismo a rispondere in modo adeguato alle variazioni ambientali. Queste sindromi non sono legate necessariamente all’esposizione al sole, potendosi manifestare anche in ambiente chiuso, ma sono provocate da condizioni ambientali di elevata temperatura esterna, ridotta ventilazione e soprattutto elevata umidità relativa, che non consente all’organismo un’adeguata dispersione del calore corporeo attraverso la sudorazione. Il colpo di calore è un disturbo causato da una temperatura troppo alta, associata ad un elevato tasso di umidità e alla mancanza di ventilazione, a cui l’organismo non riesce ad adattarsi. Il collasso da calore, invece, si verifica in seguito ad un’eccessiva perdita di acqua e sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione. Le persone più frequentemente colpite dalle malattie da calore sono quelle non abituate al caldo. Più raro rispetto al colpo di calore e al collasso da calore è il colpo di sole, che si può manifestare in seguito a un’eccessiva (diretta e prolungata) esposizione ai raggi solari. Il primo segnale del disturbo è un malessere generale e improvviso a cui seguono mal di testa, sensazione di vertigine, nausea, scarsa sudorazione. La temperatura corporea si alza, mentre la pelle appare secca e molto arrossata. La causa determinante non è, come nel colpo di calore, l’alta temperatura, ma l’azione dei raggi solari e le radiazioni infrarosse e ultraviolette sul capo.

significato del colpo di calore e colpo di sole

Il colpo di calore è l’aumento elevato della temperatura corporea quando la temperatura esterna è molto elevata e il soggetto non riesce efficacemente a disperdere il calore. Il soggetto colpito è debole, irritabile, stordito. Cessa di sudare e la pelle gli diventa calda, secca e di colore rosso scuro. La temperatura corporea sale rapidamente e può arrivare a 40°C o più. Il paziente può perdere la conoscenza e si possono avere lesioni cerebrali anche mortali.
Mettetelo subito in luogo fresco. Sdraiatelo all’ombra, con la testa e le spalle leggermente sollevate. Versategli addosso secchi di acqua fresca. Oppure avvolgetegli testa e corpo in asciugamani e lenzuola imbevuti di acqua fredda. Massaggiategli le gambe dirigendovi dai piedi in alto, verso il cuore. Dategli bevande fredde ma non stimolanti. Chiamate il medico o il 118.
Il colpo di sole è l’aumento della temperatura corporeadovuta all’esposizione diretta ai raggi solari. Contrariamente al colpo di calore, la pelle è sudata perché il soggetto non ha esaurito i suoi meccanismi di compensazione. I colpi di sole leggeri (mal di testa, spossatezza, vertigini, pelle fredda e sudata, talora svenimento) possono essere curati tenendo il paziente all’ombra (o in ambiente con aria condizionata) e applicandogli sulla testa asciugamani imbevuti di acqua fredda. Gli si possono far bere tre o quattro bicchieri di acqua fredda contenenti ciascuno mezzo cucchiaino di sale, uno ogni quarto d’ora e lentamente per non provocare il vomito.

 

Una riflessione di Maurizio Imperiale sul Colpo di calore

Piaccia o non piaccia, fa caldo. E come per tutti i fenomeni naturali, in teoria l’organismo sa adattarsi con una notevole efficienza. Il corpo svolge correttamente le sue funzioni entro un certo intervallo di temperatura, e se ci si avvicina troppo al limite superiore, scatta un meccanismo di refrigerazione, vale a dire la sudorazione. Le ghiandole sudorifere secernono il sudore e questo, evaporando, provvede a raffreddare la pelle. Ovviamente il sistema funziona finché c’è acqua in eccesso nell’organismo; quando questa finisce, cominciano i problemi, e si ha appunto il classico colpo di calore. Che può essere anche letale come prova la vicenda del giocatore di football dei Minnesota Vikings, Korey Stringer, deceduto il 24 luglio ( un mese molto caldo,  negli USA) proprio per questo incidente. Se poi l’atmosfera è molto umida, l’evaporazione del sudore viene ostacolata , e il risultato finale non cambia: si alza la temperatura. Un altro aspetto da tenere presente è che sudando molto, senza reintegrare l’acqua persa, si riduce il volume del sangue e, quindi, si abbassa bruscamente la pressione arteriosa, fino a mettere in crisi la circolazione. Sempre a danno del cuore, poi, c’è il fatto che sudare sottrae al corpo alcuni sali (per esempio il potassio) fondamentali per l’attività elettrica del muscolo. Se il livello di questi sali, chiamati elettroliti, si riduce eccessivamente viene scompensata l’attività cardiaca con le conseguenze del caso (collasso, arresto). Rischiare un colpo di calore è più facile quando ci si sottopone a uno sforzo fisico continuativo (la partita di tennis alle due del pomeriggio, per esempio), oppure se si stanno assumendo certi farmaci, per esempio i diuretici e il propranololo (usati per la pressione alta), o ancora se per qualche motivo si è disidratati (e il caso tipico è quello dell’anziano costretto a letto da una malattia e non adeguatamente assistito). Sempre a proposito di farmaci, un discorso a parte meritano le cosiddette “droghe ricreative” analoghe alle anfetamine come l’ecstasy. Questa come altre sostanze hanno un duplice effetto: cancellano la sensazione di fatica e inducono un innalzamento della temperatura corporea. Di conseguenza le non numerosissime morti chiaramente collegate all’uso di ecstasy dipendono soprattutto dall’uso della sostanza durante i cosiddetti rave party: le persone che ballano per ore sotto l’effetto della droga superano facilmente la loro soglia massima di sforzo e, complice la disidratazione indotta in parte dall’ambiente surriscaldato e in parte dall’azione della sostanza, vanno incontro ad arresto cardiaco.

Prevenzione e pronto intervento

Evitare i danni da ipertermia, ecstasy a parte, è abbastanza semplice, basta idratarsi adeguatamente, cioè bere: chi in situazioni di grande calura evita di bere perché dopo suda sbaglia di grosso. Non è necessario ricorrere a particolari bibite esoteriche (l’acqua va benissimo) e ricorrere invece a sistematici supplementi di sale da cucina (tipica abitudine dei turisti tedeschi) è un errore. Supplementi di sali, semmai, servono quando la persona ha già subito il collasso. Fortunatamente è facile riconoscere i primi indizi del fatto che ci si sta surriscaldando: compare il mal di testa e si avvertono vertigini o spossatezza, chi era impegnato in qualche sport avverte crampi muscolari. Spesso, poi, si presentano nausea e vomito. In questi casi bisogna fermarsi, mettersi in un luogo fresco e ventilato e bere. Quando una persone ha subito un colpo di calore, la prima cosa da fare è portarla al fresco e cercare di abbassare la sua temperatura. Si può usare un ventilatore o un ventaglio, meglio ancora applicare sul corpo e sulla testa della persona asciugamani o panni bagnati. Se la persona è cosciente, gli si può somministrare una bevanda fresca, ma niente di alcolico o contenente caffeina (tè e caffè, ma anche le varie cole). Un succo di frutta va bene, l’acqua anche. Se l’infortunato tende a perdere coscienza, e rischia di cadere per terra, si deve cercare di sdraiarlo a terra, e di farlo coricare su un fianco, così che se dovesse vomitare non rischi il soffocamento. E’ invece inutile tentare di far rinvenire la persona a schiaffi o scuotendola. Non somministrare assolutamente nessun farmaco, anche perché non esistono sostanze in vendita senza prescrizione che possano essere d’aiuto. In ogni caso, di fronte a una perdita di coscienza sempre meglio rivolgersi al medico o al pronto soccorso. Il colpo di calore è causato da un repentino incremento della temperatura corporea. Quando un soggetto viene sottoposto ad un intenso stress termico i meccanismi deputati alla termoregolazione possono fallire. Tale fallimento è responsabile dei classici sintomi associati al colpo di calore: la cute diventa calda e disidratata, la sudorazione si arresta e la temperatura corporea sale notevolmente. Questi sintomi sono preceduti da segnali di allarme come nausea, confusione, annebbiamento della vista, senso di debolezza, tachicardia e ronzii alle orecchie. Durante un colpo di calore la temperatura interna può raggiungere i 40-42°C, sottoponendo l’intero organismo ad uno stress notevole. Se non si interviene in tempo le conseguenze possono essere molto gravi e addirittura fatali. L’unico modo per evitare il sopraggiungere di un collasso cardiocircolatorio è cercare di ridurre il più rapidamente possibile la temperatura dello sfortunato.  I danni causati dal colpo di calore sono infatti direttamente correlati all’entità e alla durata dell’ipertermia. L’applicazione di ghiaccio e l’immersione completa del corpo in acqua fredda sono tra gli interventi più semplici ed efficaci per aiutare chi viene colpito da un colpo di calore. In attesa dei soccorsi si possono adottare ulteriori provvedimenti come sfregare la cute con alcol, ventilare il soggetto con un panno, tamponarlo con un asciugamano imbevuto di acqua fredda e riporlo in un luogo fresco ed ombroso. Tutti i trattamenti in grado di abbassare la temperatura corporea possono essere utili. I colpi di calore sono più frequenti nel periodo estivo e colpiscono prevalentemente bambini, obesi ed anziani. Un soggetto obeso ha più del triplo di possibilità di essere colpito da un colpo di calore fatale rispetto ad individui normopeso. Per tutte queste persone è molto importante prevenire il rischio di patologie da calore adottando semplici provvedimenti dettati dal buon senso (non esporsi al sole nelle ore più calde del giorno, cercare di dimagrire, evitare pasti eccessivamente abbondanti e mantenersi ben idratati evitando le bevande alcoliche). Oltre alla temperatura ambientale è fondamentale tenere sotto controllo i livelli di umidità. Molti colpi di calore avvengono infatti in condizioni di temperatura non eccessiva, ma con tassi di umidità superiori al 90%.

Colpo di calore e sport

Anche gli atleti sono particolarmente a rischio di colpi da calore, soprattutto quelli che si improvvisano tali nelle ore più calde del giorno. In simili situazioni, nonostante il sudore e l’effetto refrigerante dell’aria, il calore prodotto dall’organismo supera di gran lunga la sua capacità di dissipazione. Sudare non è sinonimo di dimagrire e non ha alcun senso mettere a rischio la propria salute svolgendo attività fisica nelle ore più calde. Sulle strade si vedono ancora troppi sportivi correre con indosso tute dimagranti o di materiale sintetico. L’intensa sudorazione diminuisce il volume plasmatico causando un rapido innalzamento della temperatura corporea e rendendo l’organismo ancor più suscettibile ai colpi di calore. Si consiglia pertanto di:

  1.     indossare indumenti leggeri, di colore chiaro e traspiranti
  2.     mantenersi ben idratati prima, durante e dopo l’attività sportiva
  3.     evitare di praticare i propri esercizi quando la temperatura supera i 28°C
  4.     tenere presente che il colpo di calore colpisce più frequentemente soggetti in sovrappeso o in condizioni di forma modeste

Nel caso durante l’attività sportiva compaiano i sintomi tipici del colpo di calore è importante interromperla immediatamente. Durante il monitoraggio delle sue condizioni l’atleta o chi per lui non dovrebbe fare riferimento alla temperatura orale poiché questa è generalmente inferiore (anche di qualche grado) a quella rettale.

Colpo di sole

Il disturbo si manifesta per una protratta esposizione al sole.La causa determinante non è, come nel colpo di calore, l’alta temperatura, ma l’azione dei raggi solari, le radiazioni infrarosse e ultraviolette sul capo. E’ determinato dall’esposizione eccessiva ai raggi solari. Le persone con la pelle chiara sono più vulnerabili a questo problema. Cefalea, vertigine scarsa sudorazione sono le conseguenze, ma può esserci anche un danno alla pelle. Caratteristica del colpo di sole è la scottatura di I e II grado e conseguente eritema. L’eritema solare si presenta con un arrossamento cutaneo di tipo congestizio e può essere diffuso o manifestarsi a chiazze. La gravità del problema dipende da quanto lungo è stato il tempo di esposizione al sole e dalla zona in cui è avvenuto. In alta montagna ci si scotta con maggior facilità e in minor tempo a causa della elevata intensità della radiazione solare.
Sintomi
    * Eritema diffuso alle parti esposte al sole con formazione di bolle.     * Nei casi più gravi compaiono eruzioni pnuriginose o brucianti.     * Gli occhi sono arrossati, la lacrimazione è abbondante e spesso la luce provoca senso di fastidio.     * La pelle è calda e sudaticcia e talvolta può comparire la febbre.     * Il soggetto colpito avverte profondo malessere a volte accompagnato da nausea, vertigini e intorpidimento mentale.
Come si cura
Le prime misure da prendere sono:
    * Trasportare la persona in un ambiente fresco e ombreggiato.     * Raffreddare il corpo con ghiaccio alle ascelle e alla testa.
Solo successivamente vanno curate le lesioni della pelle con creme o spray anti-eritematosi a base di idrocortisone. Se il colpo di sole è accompagnato da sintomi più importanti, come l’ustione, la febbre alta, la cefalea o altro, e opportuno rivolgersi al medico.

 

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Sviluppo Infantile

Igiene orale

Igiene orale nel bambino


da: www.chicco.com

Come sostengono le Linee Guida del Ministero sulla Salute Orale1 , la prevenzione deve avere come punti fermi una dieta controllata, la somministrazione di fluoro e l’uso corretto dello spazzolino. La carie dentaria è il processo degenerativo dei tessuti duri del dente (smalto, dentina). Tra i vari batteri presenti nel cavo orale vi sono infatti alcune specie, definite cariogene, che dopo aver consumato l’alimento producono degli acidi in grado di portare alla demineralizzazione e disgregazione dello smalto e della dentina. E’ consigliato limitare l’uso degli zuccheri (saccarosio, glucosio, maltosio, lattosio, fruttosio) che sono presenti nella maggior parte degli alimenti e favoriscono la crescita dei batteri cariogeni. E’ preferibile non proporre latte o altre bevande zuccherate durante la notte o quando non c’è la possibilità di lavare i denti al bambino ed è sconsigliato intingere il succhietto in sostanze edulcoranti (zucchero, miele). Per la formazione dei denti e per consolidare la costituzione dello smalto è consigliata la somministrazione di fluoro. La mamma dovrebbe integrare questo elemento nella sua dieta già durante la gravidanza (1 mg al giorno dal terzo mese) e, in caso di allattamento, per i primi sei mesi di vita del bimbo. E’ bene proporre il fluoro al neonato fin dalla nascita (se la mamma non allatta al seno o se interrompe l’assunzione dello stesso) e poi al bimbo fino ai 3 anni, sotto forma di pastiglie o gocce (0.25 mg al giorno). Questa forma di somministrazione (sistemica) assicura il controllo della dose assunta dal bambino: in questa fascia di età infatti non sono consigliate le paste dentifrice con fluoro perché durante il lavaggio dei denti potrebbero essere ingerite dal piccolo senza controllo, esponendolo al rischio di sovradosaggio. Per questo motivo, per bambini inferiori ai 3 anni, è indicato l’uso di dentifrici senza fluoro e a bassa abrasività, mentre dai 3 anni è consigliato l’utilizzo di dentifrici con un contenuto di fluoro prima basso (500 ppm) e, dopo i 6 anni, moderato (1000 ppm). Si consiglia comunque di condividere la modalità di somministrazione con il pediatra di riferimento che potrà valutare anche il contenuto di fluoro nell’acqua potabile. Fin dallo spuntare dei primi dentini è importante spazzolare accuratamente i denti per rimuovere la placca batterica. Sotto i tre anni di vita del bimbo, sono i genitori che devono svolgere questa operazione mentre verso i 4 o 5 anni, il bambino può curare personalmente la pulizia dei dentini, spazzolandoli con movimento a rullo, dalla gengiva ai denti, dall’alto verso il basso, sotto l’attenta supervisione dei genitori. Riassumendo ecco poche semplici indicazioni per assicurare una corretta igiene orale al bambino: – prima dell’eruzione dei denti: dopo la poppata, pulire le gengive con una garzina sterile umida. – dopo l’eruzione del primo dentino: i denti devono essere puliti con uno spazzolino a setole morbide, adatto all’età del piccolo, e con un dentifricio senza fluoro. – dopo i 3 anni: gradualmente si può insegnare al bambino a spazzolarsi i denti da solo, più volte al giorno e in particolare dopo ogni pasto. – utilizzo del filo interdentale: non è consigliato in età evolutiva ed è ammesso solo quando la dentatura permanente è completata e al raggiungimento di una buona manualità da parte del bambino. – il controllo del cavo orale deve effettuarsi sin dalla nascita ed in particolare con la comparsa dei primi denti; il pediatra consiglierà una visita dall’odon­toiatra prima dei 5 anni solo in casi particolari, mentre dopo i 6 anni è necessario un controllo periodico regolare. I genitori, con il loro esempio e con la loro attenzione, sono i principali responsabili dell’educazione del bimbo ad una corretta igiene orale. 1 Linee Guida Nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva. Ministero della Salute. Fonte www.ministerosalute.it in Salute dei denti e della bocca

 

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Prevenzione al mare ( eritema solare)

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ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Prevenzione incidenti da sei anni in poi

Prevenzione  vacanze al mare

da:  www.automedicazione.it

Frequenta la scuola, fa sport, frequenta la casa di altri coetanei. Anche se ovviamente è sempre più affidabile e responsabile, i rischi non mancano, ma ora sono soprattutto legati all’ambiente esterno, alla strada in particolare.

D’altra parte, l’educazione alla prevenzione degli incidenti non dipende più solo dalla famiglia, dai genitori, ma anche, e sempre più quanto più ci si sposta verso l’adolescenza, dalla scuola o dai coetanei stessi. Questi ultimi possono influire moltissimo sul comportamento del ragazzo o della ragazza adolescente, al punto da condizionarlo, spesso in senso negativo, con l”effetto branco”. Di qui l’importanza che la programmazione scolastica preveda argomenti e momenti dedicati all’educazione stradale e alla prevenzione dei comportamenti a rischio in genere.

Il ruolo dei genitori non per questo diviene secondario. Cambia però il modo di fare educazione alla prevenzione degli incidenti. Molti oggetti, molte situazioni non possono e non devono più essere semplicemente vietate o evitate. E’ necessario coinvolgere attivamente il ragazzo, aiutandolo a prendere coscienza dei rischi connessi a molte situazioni e delle modalità per prevenirli.

E soprattutto ricordiamoci che, ora più che nelle età precedenti, in questo come in altri campi dell’educazione, nostro figlio guarda, più che alle regole verbali che l’adulto gli propone o gli impone, a come egli si comporta. L’adolescente stesso, in grado di mettere in discussione e addirittura di distruggere il castello di regole genitoriali, è un attento osservatore di come ci comportiamo. Comportiamoci pertanto da genitori responsabili, e diamo il buon esempio!

Infine, poichè spesso in casa ci sono fratellini più piccoli, coinvolgete i più grandi nelle misure di prevenzione degli incidenti, chiedendo loro, ad esempio, di rimettere a posto i giochi pericolosi dopo aver giocato, di non lasciare in giro fimmiferi o altri oggetti pericolosi, e così via.

Nella tabella, in ordine alfabetico, gli oggetti più a rischio per questa età, e le principali misure di prevenzione. Il colore di sfondo delle righe identifica il tipo prevalente di rischio cui il bambino è esposto:

Verde

Ustione

Azzurro

Trauma,  ferita

Giallo

Avvelenamento

Lilla

Folgorazione

Arancio

Soffocamento

Rosa

Annegamento

 

Attenti a

Per prevenire

Accendino

Insegnate a vostro figlio ad usarlo in   condizioni di sicurezza, lontano da oggetti infiammabili, e a non lasciarlo   in giro a tiro dei più piccolini

Altalena

Deve essere robusta, fissata   stabilmente, non collocata in posizione pericolosa, possibilmente con un   recinto che impedisca ad altri bambini di avvicinarsi frontalmente o di   dietro

Animali   domestici

Insegnate a vostro figlio come   comportarsi in presenza di un cane, soprattutto se di grossa taglia, e   soprattutto a non stuzzicarlo in presenza di altri cani o quando ha i   cuccioli o mentre mangia

Antiparassitari

Riponeteli in luoghi   inaccessibili e in contenitori a chiusura ermetica e con etichetta ben   leggibile

Non applicateli su superfici con cui   il bambino può venire a contatto

Non applicateli mentre il bambino è in   giardino

Spiegate al bambino cosa sono, a cosa   servono e i motivi della loro pericolosità

 

Anti-tarme

Controllate sempre che non ne   rotolino fuori dagli armadi quando li aprite

Spiegate a vostro figlio cosa sono, a   cosa servono e i motivi della loro pericolosità

Arriccia   capelli

Staccate la spina dopo averlo   usato

Non maneggiatelo con le mani bagnate

Insegnate a vostro figlio a non   toccare apparecchi elettrici mentre è nella vasca o comunque con le mani   bagnate

Auto in   sosta

Insegnate al bambino a non giocare o   nascondersi dietro automezzi in sosta

Bagagliaio

Non lasciatelo aperto o comunque   accessibile al bambino

Spiegate a vostro figlio la   pericolosità di chiudersi dentro nel bagagliaio

Se la vostra auto è un modello SW, non   ponete oggetti pesanti al di sopra del livello dello schienale

Se la vostra auto è un modello SW,   chiudete l’apposita tendina separatrice dall’abitacolo

 

Balconi

La balaustra deve essere   sufficientemente alta, a sbarre verticali e non orizzontali, per non favorire   la scalata del bambino; in caso contrario, provvedete a rialzarla o a   rivestirla con una rete

Non lasciate sul balcone sedie,   sgabelli, scalette, tavolini, biciclette, fioriere o quant’altro possa   servire a vostro figlio per sporgersi oltre la balaustra

Insegnate al bambino a non gettare   oggetti giù dal balcone

Barbecue

Spiegate a vostro figlio i   rischi delle fiamme libere, e come comportarsi in caso di ustione

Non utilizzate alcool o altro liquido   facilmente infiammabile per attizzare il fuoco

Tenete sempre un estintore a portata   di mano

 

Bicicletta

Insegnate a vostro figlio le   regole della strada, cominciando con le più semplici (il semaforo, i   segnali). Ricordate che per una buona educazione stradale del bambino è   fondamentale il vostro buon esempio.

Non fate andare in bicicletta vostro   figlio da solo in strade con traffico d’auto prima dei 7-8 anni di età: il   traffico di una città è molto pericoloso e complicato per un bambino

Fate indossare il caschetto protettivo   al ragazzo che gira in bicicletta. Date a vostra volta il buon esempio …

Chiedete al ragazzo di verificare   periodicamente l’efficienza delle luci della bicicletta, e di accenderle in   condizioni di scarsa visibilità

Caminetto

Disponete davanti una recinzione   o un parascintille

Non lasciate giocattoli o oggetti   infiammabili vicino al camino

Spiegate a vostro figlio i rischi   delle fiamme libere, e come comportarsi in caso di ustione

 

Cancelli   esterni

Spiegatene il corretto   funzionamento e i rischi connessi

La struttura deve essere a sbarre   verticali, per evitare che il bambino si arrampichi

Per i cancelli automatici, installate   fotocellule e dispositivi di sicurezza per l’arresto del movimento

Cantina

Si tratta di un luogo tanto   interessante quanto pericoloso: spiegatene i rischi, e chiedete a vostro   figlio di non accedervi in vostra assenza o a vostra insaputa

Cinture

Spiegate a vostro figlio i   rischi connessi con l’uso delle cinture per fare cappi o anelli o comunque   per mettersele intorno a prti del corpo, il collo in particolare

Cisterne

Dotatele di chiusure di   sicurezza

Spiegatene l’esistenza, le funzioni,   la pericolosità

 

Coltelli e   strumenti appuntiti

Insegnate a vostro figlio come   si maneggiano, e soprattutto a non utilizzarli durante il gioco

Cosmetici

Spiegatene i potenziali effetti   tossici

Corda

Non lasciatela mai in giro

Spiegate a vostro figlio la   pericolosità del suo uso per fare cappi, o anelli, intorno a parti del   proprio corpo, soprattutto al collo

Cotton fioc

Spiegatene la pericolosità, e   insegnate a vostro figlio a non utilizzarli per la pulizia delle orecchie

Detersivi

Riponeteli in un armadietto   posto in alto, oppure dotato di fermo di sicurezza

Utilizzate prodotti dotati di tappo di   sicurezza

Spiegate a vostro figlio i rischi   connessi con l’ingestione o il contatto con queste sostanze

Non travasate un detersivo in   bottiglie di bibite o di acqua minerale, neppure se ne specificate il   contenuto con un’etichetta!

 

Diserbanti

Riponeteli in luoghi   inaccessibili e in contenitori a chiusura ermetica e con etichetta ben   leggibile

Non applicateli su superfici con cui   vostro figlio può venire a contatto

Non applicateli mentre vostro figlio è   in giardino

Spiegate a vostro figlio cosa sono, a   cosa servono e i motivi della loro pericolosità

Doccia

Chiedete a vostro figlio di non   fare il bagno o la doccia quando è da solo in casa

Mettete sul fondo un tappetino o   appositi adesivi antisdrucciolo
 
  Attenzione all’uso degli oli da bagno: rendono il fondo molto scivoloso!
 
  Regolate l’acqua del boiler ad una temperatura non superiore a 50°C

Elettrodomestici

Staccate la spina dopo averli   usati

Non maneggiateli con le mani bagnate

Insegnate a vostro figlio a non   toccare apparecchi elettrici mentre è nella vasca o comunque con le mani   bagnate

 

Falcetti,   altri oggetti taglienti

Riponeteli in luogo   inaccessibile al bambino

Spiegatene la pericolosità

Ferro da   stiro

Non lasciatelo a raffreddare a   terra o comunque dove il bambino può arrivare

Fiammiferi

Non lasciateli in punti   accessibili

Utilizzate, se possibile, fiammiferi   “di sicurezza”, che si accendono solo se sfregati contro superfici   particolari

Insegnate a vostro figlio ad usarli in   condizioni di sicurezza, lontano da oggetti infiammabili, e a non lasciarli   in giro a tiro dei più piccolini.

Spiegategli i rischi connessi con le   fiamme libere, e cosa fare in caso di ustione

Finestre

Non lasciate sedie, sgabelli,   tavolini o scalette vicino alla finestra

 

Finestrini   auto

Insegnate a vostro figlio a non   sporgersi o protendere le braccia dal finestrino mentre viaggiate

Lasciateli semiaperti se fa caldo,   soprattutto se siete in sosta

D’estate, applicate tendine frangisole

Fornellino anti-zanzare

Spiegate a vostro figlio i   rischi connessi con l’ingestione della pastiglietta

Funghi

Spiegate al bambino i rischi   connessi con l’ingestione o anche solo col semplice contatto con funghi non   conosciuti

 

Garage

Si tratta di un luogo tanto   interessante quanto pericoloso: spiegatene i rischi, e chiedete a vostro   figlio di non accedervi in vostra assenza o a vostra insaputa

Gomme da   masticare

Raccomandate a vostro figlio di   non masticarle mentre corre

Impianto di   riscaldamento

Preferibile quello centralizzato o   autonomo, con caldaia esterna

Da evitare gli apparecchi a fiamma   libera (stufe a kerosene, caldaiette interne a gas, stufe a legna,ecc),   perchè consumano ossigeno e comportano il rischio di intossicazione da ossido   di carbonio.

Nel caso queste soluzioni siano   inevitabili, rispettate accuratamente le raccomandazioni in termini di   ricambio dell’aria e di manutenzione degli apparecchi, che vanno comunque   posti in punti non accessibili al bambino e lontani da giocattoli, tendaggi e   quant’altro possa facilmente prendere fuoco

Tenete a disposizione per ogni   evenienza e in buono stato di efficienza uno o più estintori a schiuma

 

Impianto   elettrico

Deve essere dotato di messa a terra e   salvavita: se non lo è, adeguatelo alle norme vigenti

Le prese vanno coperte con appositi   “copripresa”, (del tipo “a prova di bambino”)

Eventuali fili “volanti”   debbono essere fatti passare in apposite canaline o fissati a muro, comunque   non essere lasciati alla portata del bambino

Lampade

Spiegate a vostro figlio che è   pericoloso coprire la lampada con fogli di carta o di plastica o vestiti

Letto

Non lasciate che il bambino vada   a letto con collane o corde, o sacchetti di plastica intorno al collo

Pigiama, lenzuola e coperte devono   essere fatti di tessuto non infiammabile

 

Marciapiede

Insegnate a vostro figlio a non   camminare in equilibrio sul bordo del marciapiede, a non giocare sul   marciapiede e a non sporgersi da esso.

Spiegate come attraversare correttamente   la strada

Medicinali

Riponeteli in un armadietto   posto in alto e dotato di fermo di sicurezza

Non lasciate confezioni appena usate   in luoghi accessibili

Spiegate a vostro figlio i rischi   connessi con l’uso dei farmaci, e soprattutto che qualsiasi farmaco, anche   quello apparentemente più innocuo, può essere pericoloso se viene assunto   senza motivo e non su indicazione del medico

Micropile

Non lasciatele a portata di   bambino: sono altamente tossiche, se ingerite!

Spiegatene la pericolosità a vostro   figlio

Mobili

Fissate al muro quei mobili che   consentono al bambino di arrampicarsi

 

Muretti

Applicate recinzioni protettive

Noccioline

Raccomandategli di non mangiarle   correndo o in auto

Paletti di   sostegno per piante

L’altezza deve essere di almeno   120 cm

Copritene l’estremità con un vasetto

Pattini

Fate indossare a vostro figlio   polsiere, ginocchiere e paragomiti. Spiegate cosa potrebbe succedere   (frattura del polso o del gomito, soprattutto), in caso di caduta senza   adeguata protezione

Pavimenti

Se il pavimento è particolarmente   liscio, evitate di passare la cera

Dotate i tappeti di retine   antisdrucciolo

 

Phon

Staccate la spina dopo averlo   usato

Non maneggiatelo con le mani bagnate

Insegnate a vostro figlio a non   toccare apparecchi elettrici mentre è nella vasca o comunque con le mani   bagnate

Piano di   cottura

Utilizzate manopole del gas che   si aprono e si chiudono solo col doppio sistema (a pressione e rotazione)

Spiegate a vostro figlio i rischi   connessi con il gas e con le fiamme libere, e cosa fare in caso di ustione

Piante

Spiegate a vostro figlio che   molte piante, da appartamento e non, contengono sostanze dannose, per   ingestione (avvelenamento, talora con conseguenze mortali anche per piccole   quantità ingerite) o per contatto. Per ulteriori dettagli, consultate la   scheda “Precauzioni generali”

 

Piscina

Insegnate a vostro figlio a   nuotare e a stare sicuro in acqua alta

Chiedetegli di avvisarvi quando accede   alla piscina, e a non accedervi da solo in vostra assenza

Porta del   box

Non lasciate l’apertura a metà

Se l’apertura è automatizzata,   installate fotocellule e frizioni di sicurezza

Porte

Insegnate a vostro figlio a non chiudere   violentemente le porte, soprattutto se dotate di vetri

Portiere

Insegnate al bambino a scendere   dal lato del marciapiede

Pozzi

Dotateli di chiusura di   sicurezza

Spiegatene a vostro figlio l’esistenza   e la pericolosità

 

Rasoio da   barba, altri oggetti taglienti

Riponeteli in luogo   inaccessibile al bambino

Rasoio elettrico

Staccate la spina dopo averlo   usato

Non maneggiatelo con le mani bagnate

Insegnate a vostro figlio a non   toccare apparecchi elettrici mentre è nella vasca o comunque con le mani   bagnate

Ripostiglio

Si tratta di un luogo tanto   interessante quanto pericoloso: spiegatene i rischi, e chiedete a vostro   figlio di non accedervi in vostra assenza o a vostra insaputa

Sacchetti   di plastica

Spiegate a vostro figlio quanto   sia pericoloso metterseli attorno alla testa

Scaldabagno   a gas

Evitatene se possibile   l’installazione

Se non ne potete fare a meno, seguite   scrupolosamente le racomandazioni sul ricambio d’aria e sulla manutenzione

 

Skate board

Fate indossare a vostro figlio   polsiere, ginocchiere e paragomiti. Spiegate cosa potrebbe succedere   (frattura del polso o del gomito, soprattutto), in caso di caduta senza   adeguata protezione

Soffitta

Si tratta di un luogo tanto   interessante quanto pericoloso: spiegatene i rischi, e chiedete a vostro   figlio di non accedervi in vostra assenza o a vostra insaputa

Stufetta ad   aria

Staccate la spina dopo averla   usata

Non maneggiatela con le mani bagnate

Insegnate a vostro figlio a non   toccare apparecchi elettrici mentre è nella vasca o comunque con le mani   bagnate

Azionate la stufetta ad aria prima e   non durante il bagno

Superalcoolici

Spiegate al bambino i rischi connessi   con il loro abuso

Tappetino

Utilizzate un modello   antisdrucciolo o applicate la retina antisdrucciolo

 

Televisione,   oggetti pesanti

Disponeteli in luoghi da cui il   bambino non possa tirarseli addosso

Tosaerba

Non lasciate che vostro figlio   vi gironzoli intorno mentre tosate l’erba

Umidificatore

Preferite quelli a vapore freddo

Vasca da   bagno

Chiedete a vostro figlio di non   fare il bagno o la doccia quando è da solo in casa

Mettete sul fondo un tappetino o   appositi adesivi antisdrucciolo
 
  Attenzione all’uso degli oli da bagno: rendono il fondo della vasca molto   scivoloso!
 
  Regolate l’acqua del boiler ad una temperatura non superiore a 50°C

 

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Prevezione e cura PUNTURE DI INSETTI

da: dermaclub.it

 

L’insetto zanzara

 

Le zanzare appartengono al regno animale, al filum degli Artropodi, alla classe degli Insetti, all’ordine dei Ditteri, alla famiglia dei Culicidi. Esistono circa 2.700 specie di zanzare e sono diffuse in tutto il mondo. Sono insetti a due ali (Ditteri) in grado di percorrere fino a 3 Km in un’ora.

 

Il ciclo vitale

Le femmine devono succhiare sangue dall’ uomo o dall’ animale per ottenere le proteine necessarie alla maturazione delle uova che poi depositano da 40 a 400 sulla superficie di acqua ferma come stagni, paludi, pozze o anche sottovasi per fiori e piante. In una settimana le uova si aprono e si formano le larve che vivono sotto il pelo dell’acqua e poi si trasformano in pupe che danno origine all’insetto adulto in grado di vivere per due settimane o poco più.

Le malattie trasmesse

Alcune specie trasmettono malattie quali Malaria, Febbre Gialla, Febbre del Nilo, Bottone d’Oriente e altre. In Italia, scomparsa la malaria, le punture di zanzara non sono ritenute pericolose ma solo fastidiose, tuttavia con l’arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta zanzara tigre le cose non sono più tanto certe.

La zanzara Tigre

La zanzara tigre o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova, nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede le caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. La zanzara tigre ha abitudini differenti rispetto alle nostre: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e fa sviluppare reazioni cutanee (pomfi) molto pruriginose o dolenti.
Nei paesi di origine, la zanzara tigre è portatrice di malattie virali che tuttavia, per ora, non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature sotto zero dell’inverno, risentire poco dei fornelletti antizanzara e di poter pungere anche attraverso gli indumenti.

Il sistema di puntamento

Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, sono dotati di recettori per il calore e per l’odore cosicché possono centrare la propria vittima, con estrema precisione, anche al buio. Nell’evoluzione hanno imparato a scovare l’uomo seguendo oltre che l’odore umano anche i profumi che utilizza, i fumi delle cotture dei cibi, la luce delle lampadine.

La puntura

Le zanzare, molto pericolose in altre regioni del mondo, per via delle malattie che trasmettono, in Italia sono soprattutto un grande fastidio. Alla puntura di zanzara segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20 o 30 minuti. Alcuni soggetti, soprattutto bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura qualche giorno e poi rimane un nodulo rosso pruriginoso per alcune settimane.

 

I problemi della puntura

I problemi da puntura di zanzare non sono tutti qui infatti per il grattamento subentrano le infezioni cutanee (Impetigine) e sempre per il prurito non riposiamo la notte e siamo stanchi di giorno. Per bambini, anziani e malati le conseguenze possono essere importanti. Di qui la necessità di prevenire le punture di zanzare.

 

 

Prevenire la puntura

 

 

La prevenzione è di tre tipi: prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare, allontanamento delle zanzare dagli ambienti domestici, impedimento per le zanzare di raggiungere la pelle.

L’autorità sanitaria

La prevenzione ambientale verso la riproduzione delle zanzare e divisa in due parti: quella svolta dall’autorità sanitaria negli habitat comuni e quella svolta dal cittadino nell’ambiente privato.

Il DEET

Il DEET (DiEtilToluolamina) è la sostanza chimica più utilizzata negli insettorepellenti, tra il 10% e il 30% di concentrazione da una buona protezione per passare una serata all’aperto. Per le zone a rischio di malattia, come la malaria, occorre utilizzare concentrazioni superiori.

La Picridina

La Picridina è di più recente introduzione, ha una protezione sovrapponibile a quella del DEET, ed è presente nella linea Autan della Bayer, dove però appare riportata con la sigla KBR 3023.

Il PMD

Il PMD (ParaMatanDiolo) è l’unico tra i derivati vegetali approvato negli USA come insettorepellente anche se la sua azione è molto debole.
Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo ecc., di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione anzi, in molti casi, agiscono da attrattivi per le zanzare.

L’uso degli insettorepellenti

L’uso dei repellenti, che si debbono applicare direttamente sulla pelle e che in parte vengono assorbiti nel sangue, deve essere fatto secondo specifiche regole che sono:

  • Applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo e non sotto i vestiti.

  • Non utilizzarli su pelle irritata, con abrasioni o tagli.

  • Non utilizzare spray direttamente sul volto ma sprizzare il prodotto sulle mani e poi applicarlo sul volto.

  • Lavarsi quando si rientra all’interno.

  • Non utilizzare per i bambini al di sotto dei tre anni.

  • Queste regole valgono anche per i repellenti naturali.

La puntura e i rimedi fai-da-te

L’ultimo problema rimane la puntura di zanzara. Se i tentativi di prevenzione sono falliti e siamo stati punti occorre non fare più danni di quelli che vogliamo eliminare. Infatti, nel tentativo di spegnere quel fastidioso gonfiore e prurito, spesso ricorriamo al rimedio fai-da-te come applicare ammoniaca o frizionare il limone. Il primo rimedio di solito ustiona la pelle e il secondo rende la pelle fotosensibile per cui poi ci scottiamo al sole.

La puntura e i farmaci

Anche i farmaci non danno la risposta giusta: la crema con il cortisone entra in funzione dopo 30 minuti cioè quando il prurito è già terminato così come la crema con antistaminico che inoltre è fotosensibilizzante.

Il rimedio consigliabile

L’unico rimedio consigliabile è l’applicazione di Gel al Cloruro d’alluminio al 5%, un potente astringente e antisettico: il prurito diminuisce e le infezioni da grattamento sono scongiurate.

 

 

 

Ulteriori approfondimenti

 

 

da: www.rentokil.it

Prevenzione e trattamento delle punture di insetto con pungiglione

Proteggete voi e la vostra famiglia dalle punture d’insetto con pungiglione

Le punture d’insetto con pungiglione sono particolarmente sgradevoli e sovente possono creare diversi problemi a chi viene punto ripetutamente.

Tuttavia, il rischio di essere punti può essere eliminato mediante la distruzione dei nidi di vespa all’interno o in prossimità dell’abitazione e adottando alcune precauzioni base quando ci si trova in ambienti esterni.

Allergie alle punture d’insetto con pungiglione

Alcune persone sono più sensibili di altre ai pungiglioni degli insetti, in particolar modo i bambini.

Tuttavia, il gruppo principale a rischio è rappresentato dal 3% della popolazione che presenta un’allergia al veleno presente nel pungiglione. Una reazione allergica alle punture d’insetto con pungiglione può svilupparsi in qualsiasi momento anche se non si è presentata alcuna reazione nel corso di una precedente puntura.

Chiamare immediatamente un’ambulanza in caso di reazione allergica grave conseguente ad una puntura di ape o vespa.

Tra i vari sintomi ricordiamo svenimento, vertigini, nausea, difficoltà respiratorie o gonfiore localizzato.

Api e vespe e punture d’insetti

Le punture di api e vespe non devono essere confuse con le comuni punture d’insetto.

Un insetto utilizza il suo pungiglione quale arma di difesa quando percepisce un pericolo per se o per la sua colonia. Questo insetto punge iniettando veleno all’interno o sotto la pelle. L’effetto è immediato e da luogo ad una sensazione di scottatura particolarmente dolorosa.

Mentre il pungiglione viene utilizzato quale arma di difesa, gli insetti pungenti comuni pungono per nutrirsi di sangue. Per dare agli insetti il tempo necessario per nutrirsi, le punture degli insetti si sono evolute in modo tale che il dolore non venga avvertito, come avviene per i pungiglioni (nonostante la puntura di una formica volante risulti particolarmente dolorosa).

Insetti con pungiglione

Gli insetti più comuni che utilizzano il pungiglione quale arma di difesa sono le vespe (ivi compresi i calabroni) o le api. Le vespe sono molto più aggressive e possono pungere anche senza venire esplicitamente provocate.

Le api pungono più difficilmente, solitamente si difendono quando vengono pestate o allontanate con le mani. Il segnale principale di una puntura d’ape consiste nella presenza del suo pungiglione all’interno della pelle e la sacca venosa continuerà a pompare veleno per più di un minuto.

Al contrario, l’unico segnale della puntura di vespa o di calabrone è rappresentato da un piccolo foro della puntura.

Sia che si venga punti da un’ape o da una vespa, l’area intorno alla puntura mostrerà un rapido rossore e si formerà una piaga rialzata (fluido sottopelle). La piaga tenderà a ridursi dopo qualche ora ma il pizzicore rimarrà per più di un giorno.

Trattare una puntura di ape o vespa

Contrariamente alle credenze popolari, la puntura di vespa non è alcalina e la puntura d’ape è solo leggermente acida. La chimica di una puntura è molto più complessa e pertanto le cure tradizionali consistenti nel mettere a bagno l’area interessata dalla puntura in aceto, o l’area interessata da una puntura d’ape in soda bollente fornirà unicamente un sollievo di breve durata. Tuttavia, vi sono precauzioni pratiche che possono essere adottate.

Nel caso di una puntura d’ape, il dolore potrà essere ridotto significativamente se il pungiglione viene rimosso immediatamente. Questa operazione deve essere eseguita con la massima attenzione utilizzando le unghie, le pinzette o una lama affilata- tuttavia, prestare la massima attenzione a non premere la sacca della puntura, in caso contrario verrà iniettata nella ferita una quantità maggiore di veleno.

Lavare la ferita con sapone e acqua e quindi ridurre il gonfiore immergendo l’area interessata in acqua fredda o coprendola con del ghiaccio all’interno di un panno (non applicare direttamente il ghiaccio sulla pelle).

Per eliminare il pizzicore applicare un prodotto antistaminico per morsi e punture o assumere un antistaminico per via orale (una “compressa per febbre da fieno”).

Può essere inoltre applicata una lozione alla calamina per raffreddare la ferita e alleviare il pizzicore. Se il pizzicore risulta particolarmente intenso, consultate il vostro farmacista per la somministrazione di una pomata a base di steroidi.

Sintomi di una reazione allergica

Per le persone che presentano una allergia moderata alle punture di api e vespe, si può verificare un maggior gonfiore generalizzato intorno alla ferita. Consultare il proprio medico se il rossore è intenso e persistente.

Chiamare immediatamente un’ambulanza se si presenta uno qualsiasi dei seguenti sintomi entro 30 minuti dalla puntura:

  • Gonfiore localizzato a livello della gola, bocca o lingua suscettibile di limitare la funzionalità respiratoria

  • Sibilo, soffocamento o incapacità di prendere fiato

  • Svenimento, intorpidimento o mal di testa

  • Dolore localizzato a livello del torace

  • Nausea o crampi addominali

Ricordatevi sempre che le allergie alle punture d’insetto si possono sviluppare in qualsiasi momento.

Chi è stato punto in due o più occasioni negli anni precedenti è ad elevato rischio di sviluppo di un allergia.

Un altro gruppo ad alto rischio è rappresentato da coloro che soffrono di altre allergie (come al polline o agli insetti).

Prevenire le punture d’insetto con pungiglione

Immagine di Vespe sociali

Le persone sensibili alle punture d’insetto devono prestare la massima attenzione al fine di minimizzare il rischio di essere punti, ci sono tuttavia precauzioni pratiche che si possono mettere in atto.

Per evitare di essere punti quando ci si trova in ambienti esterni, adottare le precauzioni seguenti:

  • Evitare di indossare colori troppo appariscenti e fragranze intense come profumi e deodoranti in quanto suscettibili di attirare gli insetti

  • Indossare maglie a maniche lunghe, pantaloni, scarpe e cappelli al fine di ridurre al minimo l’esposizione della pelle

  • Utilizzare spray repellenti per insetti sulla pelle esposta

  • Utilizzare prodotti repellenti per insetti o candele repellenti quando si staziona all’aperto

  • Evitare di lasciare esposte bevande dolci o cibo

  • Controllare che non vi siano api prima di sedersi, sdraiarsi o comunque prima di stazionare in un luogo all’aperto

  • Evitare aree nelle quali sono presenti colonie di vespe come frutteti

  • Indossare guanti se si raccoglie la frutta caduta al suolo

Non tentare per nessun motivo di schiacciare vespe o api. In caso contrario aumenterà il rischio di essere punti e ilr ischio di attirare lo sciame.

Non utilizzare le braccia per allontanare gli insetti e non compiere movimenti affrettati suscettibili di attirare gli insetti. Se si accede ad un’area caratterizzata da una presenza massiccia di api o vespe, camminare lentamente e allontanarsi dall’area.

Insetti pungenti all’interno delle abitazioni o in giardino

Immagine di Ape solitaria

Se una vespa rimane intrappolata all’interno della vostra abitazione, è possibile eliminarla mediante l’impiego di uno spray Insetticida per mosche e vespe.

Tuttavia, le api possono essere utili per l’ambiente e non devono essere uccise ogni volta che risulti possibile farlo in sicurezza.
Se è presente un numero elevato di vespe o api all’interno della vostra abitazione o del vostro giardino, probabilmente è presente un nido nelle immediate vicinanze.

E’ di fondamentale importanza distruggere i nidi il prima possibile. Le vespe diventano più aggressive sul finire della stagione estiva, pertanto è più sicuro eliminare il nido il prima possibile.

Rentokil offre un servizio professionale per eliminare i nidi delle vespe rapidamente e in modo efficace.

Per saperne di più sui nostri interventi di disinfestazione, consultate la sezione api e vespe oppure contattateci al numero 800 916 272.

 

Ulteriori approfondimenti per i bambini

da:www.amicopediatra.it

 

Di cosa si tratta

Le punture di questi insetti si limitano a provocare una lesione cutanea localizzata e pruriginosa e talora, nel caso dei tafani, dolente. Non sono mai pericolose, anche se, in bambini particolarmente sensibili, possono provocare lesioni più estese e durature.

Alcuni bambini attirano questi insetti più di altri, per cui possono essere punti ripetutamente.

Per le zanzare, le ore più a rischio sono quelle dal tramonto alle prime ore del mattino, anche se è possibile, soprattutto in aree a rischio (vicinanza di fiumi, paludi, pozzanghere, ecc.) e nel caso della zanzara tigre, che le punture si verifichino in qualsiasi momento della giornata.
In zone tropicali e subtropicali, ma non in Italia, la puntura di zanzara può trasmettere una grave malattia, la malaria.

 

 

 

Zanzara

Tafano

Cimice

 

Come si manifestano

In corrispondenza della puntura la pelle presenta un pomfo (chiazza sollevata) rosso e pruriginoso, più o meno grande, a seconda della reattività del bambino. Se la puntura è vicina all’occhio, la palpebra può gonfiarsi notevolmente e il gonfiore può durare anche per 2 gg.
Le punture di zanzare sono tipiche del periodo estivo, si localizzano sulle parti non coperte da vestiti (testa, braccia, gambe), presentano al centro del pomfo un punto sporgente, che causa un forte prurito.
Anche la puntura di tafano è localizzata sulle parti scoperte, ma è in genere più dolorosa e provoca un pomfo più esteso. E’ più facile che si infetti, formando una pustola (raccolta di pus).
Pulci e cimici, a differenza di tafani e zanzare, non volano, ma strisciano sotto i vestiti per mordere. Le loro punture, pertanto, possono localizzarsi anche su parti coperte dai vestiti; inoltre, manca in genere il punto centrale sporgente e spesso il pomfo si trasforma in piccole vescicole contenenti liquido.

 

Cosa fare

  1. In genere nulla. Per alleviare il prurito si può premere sulla puntura con qualcosa di piccolo (un’unghia, il cappuccio di una penna, ad esempio), per una decina di secondi. Raccomandate al bambino di non grattarsi, per il rischio di aumentare il prurito e di infettare la lesione. Se esce sangue, lavate e disinfettate.

  2. Se il prurito è intenso e il pomfo è esteso si può applicare una crema cortisonica. Non applicate pomate antistaminiche, mentre gli antistaminici per bocca debbono essere somministrati solo su indicazione del medico.

  3. Chiamate il medico successivamente se il prurito o il dolore disturbano il sonno del bambino o se le punture nei giorni successivi diventano rosse, gonfie e dolenti.

 

Cosa non fare

  • Non grattate, nè spremete nè incidete la sede della puntura

  • Non applicate pomate antistaminiche

  • Non somministrate farmaci per bocca se non su indicazione del medico

Prevenzione

 

Tipo di insetto

 

 

Prevenzione

 

Zanzare e moscerini

  • All’aperto, nelle ore dopo il tramonto o anche durante il giorno in aree a rischio, indossate abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi, dalla trama fitta e di un certo spessore, ed evitate colori scuri e profumi (che attraggono le zanzare)

  • Zanzariere: esistono zanzariere applicabili alle finestre, al letto o alla culla. Fate attenzione che la zanzariera non sia bucata e che non rimanga nessun insetto intrappolato all’interno!

  • Diffusori elettrici (fornellini) a pastiglia o a carica liquida, spirali repellenti (zampironi): liberano la sostanza repellente per riscaldamento o combustione. Sono efficaci, ma non è consigliabile mantenerli in funzione nell’ambiente chiuso in presenza del bambino. Una volta utilizzati, pertanto, è necessario aerare bene l’ambiente (mantenendo le luci spente!). Altrimenti, possono essere posti, strategicamente in prossimità di porte o finestre aperte.

  •  

    Lozioni, sticks e gel repellenti: sono soprattutto utili all’aperto. Si consigliano i prodotti a base di picaridina, efficaci e molto ben tollerati, preferibili ai prodotti contenenti DEET, potenzialmente tossici soprattutto se a concentrazioni superiori al 10% e a quelli a base di permetrina, utilizzabili solo sui vestiti e più indicati contro le zecche. I prodotti a base di essenze vegetali (citronella, eucalipto, ecc.) hanno un’efficacia molto minore, a meno di utilizzare forti concentrazioni, che per altro espongono a rischi di irritazione della pelle. Nell’applicazione dei repellenti per gli insetti, è comunque utile osservare alcune precauzioni:

     

    1. Non applicate repellenti sulla cute di bambini inferiori a 2 anni, per il rischio che, toccandosi e poi portando le mani agli occhi, li irritino
    2. Applicate i repellenti solo sulla pelle esposta e/o sui vestiti (consultate attentamente in questo senso le indicazioni riportate sull’etichetta). Non applicateli sotto i vestiti.
    3. Non applicateli mai su tagli, ferite, o pelle irritata
    4. Non applicateli sugli occhi o sulla bocca. Se usate uno spray, non spruzzate direttamente sulla faccia, ma piuttosto sulle mani, utilizzando poi queste per applicare il prodotto al viso
    5. Non consentite ai bambini di maneggiare il prodotto. Se lo applicate su un bambino, spruzzatelo prima sulle vostre mani, applicandolo poi con queste sulla pelle del piccolo.
    6. Utilizzate la quantità appena sufficiente a coprire l’area di cute esposta, senza ricorrere ad applicazioni più abbondanti, non necessariamente più efficaci
    7. La durata della protezione varia a seconda del repellente usato e della sua concentrazione. I prodotti “base” in commercio, sia conteneti DEET sia a base di picaridina, solitamente vanno da un minimo di 2 ore a 4 ore, dopo di che devono essere riapplicati. Sono disponibili anche prodotti più concentrati (fino al 30% per il DEET e fino al 20% per la picaridina) per un utilizzo in adulti che debbano essere esposti per tempi più lunghi (anche fino ad 8 ore) o in ambienti a maggior rischio (paludi, acqua stagnante, paesi subtropicali)
    8. Ritornati a casa, lavate la pelle trattata con acqua e sapone o fate un bagno, soprattutto, quando i repellenti sono stati applicati più volte nella giornata o in giorni successivi. Lavate anche i vestiti su cui avete applicato il repellente prima di riindossarli (questa precauzione può variare a seconda del repellente usato, per cui è bene consultare attentamente l’etichetta del prodotto utilizzato)
    9. Se compare un’eruzione dopo l’utilizzo di un repellente per insetti, sospendetene l’applicazione, lavatelo via dalla pelle con acqua e sapone, e chiamate il centro antiveleni. Se dovete portare il bambino dal dottore per questo, portate con voi anche la confezione del prodotto usato.
    10. In caso di contemporaneo utilizzo di un filtro solare, sicuramente compatibili sono i prodotti a base di DEET. Per gli altri prodotti non vi sono dati certi che escludano un’interferenza tra i due tipi di sostanze.

Cimici

Bisogna ricorrere a insetticidi, da spruzzare su letti e altre suppellettili. Sono tossici, per cui è bene seguire le istruzioni, ed eventualmente rivolgersi ad esperti per il loro uso

Pulci

La fonte delle pulci è in genere un animale domestico; esse possono sopravvivere senza mangiare per diversi mesi in un tappeto o nella moquette.
Pertanto la prevenzione si basa sul trattamento dell’animale portatore delle pulci e sulla disinfestazione dei tappeti o delle suppellettili in cui le pulci si sono rifugiate. Ricordate anche in questo caso che gli insetticidi sono tossici.

Tafani

Applicate lozioni repellenti su vestiti e parti esposte (v. zanzare)

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Allergia alle punture di insetti

a cura del Dott. Giovanni Cavagni

 Unità Operativa di Allergologia
Dipartimento di Medicina Pediatric

 

Come riconoscerle, quando preoccuparsi, come prevenire gli attacchi di vespe, api e calabroni.

   

                                    da: www.ospedalebambingesù.it

Che cosa è l’allergia al veleno degli insetti?

 

L’allergia al veleno degli insetti è una reazione anomala ed esagerata alla loro puntura. È dovuta ad una sensibilizzazione allergica verso alcune componenti del veleno iniettato dall’insetto.

 

Che differenza c’è tra reazione “normale” e “reazione allergica” alla puntura di un insetto?

 

Diversi insetti, pungendo la nostra pelle, iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito. Questa reazione è assolutamente normale se localizzata nella sede della puntura e se è limitata nell’estensione, nella gravità e nella durata. Si parla di allergia al veleno degli insetti quando la reazione locale è eccessiva: troppo estesa, grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un arto, il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. A volte si presentano anche febbricola, spossatezza e nausea. Talvolta, reazioni locali normali si accompagnano a:

  • reazioni in zone di pelle molto distanti dalla zona della puntura,
    oppure

  • reazioni dell’apparato respiratorio (crisi d’asma),
    oppure

  • reazioni dell’apparato cardiocircolatorio (grave calo della pressione).

 

Quali sono gli insetti che provocano più frequentemente allergie?

 

In Italia gli insetti che provocano più frequentemente allergie sono:

  • le api,

  • le vespe,

  • i calabroni.

 

Quali sono le principali reazioni allergiche al veleno degli insetti?

 

Le principali reazioni allergiche alla puntura degli insetti sono:

  • l’orticaria (eruzione cutanea con prurito),

  • l’angioedema (gonfiore sottocutaneo spesso al volto e alle labbra),

  • l’edema della glottide (rigonfiamento del laringe all’altezza delle corde vocali che può impedire anche del tutto il passaggio dell’aria),

  • l’asma (restringimento improvviso, anomalo e persistente dei bronchi dovuto a spasmo della parete bronchiale ed abbondante secrezione dì muco),

  • lo shock anafilattico (grave calo di pressione marcato e persistente).

 

È vero che si può morire per una reazione allergica al veleno degli insetti?

 

Quanto tempo passa tra la puntura e l’inizio della reazione allergica?

 

 

 

Purtroppo ogni anno muoiono in Italia per reazioni allergiche al veleno degli insetti da 5 a 20 persone (adulti e bambini), in genere a causa di un edema della glottide e dello shock anafilattico.

 

Le reazioni allergiche al veleno degli insetti iniziano in genere dopo pochissimi minuti dalla puntura e raramente oltre i 30 minuti (ma in alcuni casi le reazioni possono iniziare anche dopo 1 ora dalla puntura).

È buona norma, tuttavia, controllare il bambino per almeno 3-6 ore dopo una puntura di insetto, prima di escludere la possibile insorgenza di reazioni allergiche gravi.

 

 

Quali sono i primi segni dell’insorgere di una reazione anafilattica grave?

 

Quanto è frequente il problema?

 

 

 

L’ostruzione grave e potenzialmente fatale delle vie aeree si manifesta generalmente con:

  • raucedine,

  • difficoltà a parlare,

  • tosse insistente,

  • soffocamento,

  • gola serrata.

 

Quasi 2 persone su 100 vanno incontro a reazioni allergiche locali quando vengono punte da un insetto. Fortunatamente tra i bambini è molto più bassa che negli adulti.

 

 

 

I bambini allergici ad altre sostanze hanno un rischio maggiore di divenire allergici al veleno degli insetti?

 

I bambini allergici ad altre sostanze (es. ai pollini, acari, gatto, latte, uovo, etc.) non hanno un rischio maggiore dei bambini considerati “non allergici” di sviluppare, se punti, una allergia al veleno degli insetti.

 

Cosa bisogna fare quando si viene punti da un’ape o da una vespa?

 

In caso di puntura di insetto:

  • rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se é visibile, con un movimento secco e rapido (usando le unghie o pinzette); trascorsi i primi 20 secondi l’operazione è meno utile perché tutto il veleno é stato ormai liberato;

  • applicare il freddo (es.: ghiaccio o impacchi freddi);

  • identificare se possibile l’insetto responsabile;

  • rivolgersi tempestivamente al medico oppure al pronto soccorso;

  • pianificare poi una visita specialistica dall’allergologo.

 

Perché è utile andare dall’allergologo dopo una reazione al veleno di insetto?

 

L’allergologo, come per altre allergie, effettuerà un colloquio ed una serie di esami con i seguenti obiettivi:

  • verificare che si tratti di una reazione allergica;

  • identificare, se possibile, l’insetto che l’ha causata;

  • verificare attraverso le prove cutanee l’esistenza di sensibilizzazione allergica verso il veleno di una o più specie di insetti;

  • prescrivere i farmaci di pronto impiego da utilizzare in caso di ulteriori reazioni allergiche scatenate da puntura d’ insetto;

  • informare ed istruire circa le situazioni a maggiore rischio per la puntura di insetti e su come evitarle (prevenzione);

  • informare sulle modalità di impiego dei farmaci di emergenza da usare in caso di reazione (terapia immediata);

  • verificare l’indicazione e praticare una immunoterapia specifica che serve a desensibilizzare il soggetto nei confronti del veleno specifico, agendo in modo da prevenire le reazioni ad eventuali successive punture.

 

In cosa consiste la visita dall’allergologo?

 

La visita dall’allergologo, come per altre allergie, comprenderà:

  • un colloquio per raccogliere la storia clinica;

  • un esame obiettivo generale e della sede della reazione allergica in particolare;

  • i test cutanei (prick test) con diversi estratti di veleno di insetto;

  • un prelievo di sangue per la determinazione degli anticorpi specifici rivolti contro il veleno d’insetto;

  • la prescrizione dei farmaci di intervento immediato e l’informazione circa il loro uso corretto;

  • una serie di informazioni sulle misure di prevenzione;

  • la decisione, infine, sulla eventuale necessità di prescrivere la immunoterapia specifica contro il veleno dell’insetto dimostrato allergizzante.

 

Quali farmaci bisogna somministrare in caso di reazione allergica locale al veleno degli insetti?

 

In caso di una reazione normalead una singola puntura di un’ape, vespa o calabrone oltre al ghiaccio ed un eventuale analgesico si può somministrare un  antistaminico per bocca e l’applicazione locale di una pomata cortisonica.  Il medico, se è necessario, prescriverà una terapia antinfiammatoria a base dì cortisone per bocca per 3-7 giorni.

 

Quali farmaci bisogna somministrare in caso di reazione allergica grave al veleno degli insetti?

 

In caso di reazione anafilattica è essenziale somministrare il più presto possibile e correttamente una dose di adrenalina per via intramuscolare nella coscia (meglio della via sottocutanea perché agisce più rapidamente) da ripetere anche dopo 10 min. circa, se necessario. L’allergologo consiglierà il tipo di adrenalina a pronto impiego che va somministrata al bambino, specie in condizioni di maggiore rischio, e istruirà i genitori o il bambino su come utilizzarla correttamente.  Esistono preparazioni di adrenalina “pronto-impiego” a forma di penna che premute sulla cute in vicinanza della  puntura inoculano automaticamente l’adrenalina, particolarmente utili per interventi rapidi ed efficaci; vanno periodicamente rinnovate alla scadenza e portate sempre con sé. Successivamente sarà opportuno somministrare anche antistaminici e cortisone per via endovenosa o intramuscolare.

 

Esiste una terapia per guarire dall’allergia al veleno degli insetti?

 

L’immunoterapia desensibilizzante (o “vaccino“) è altamente efficace contro l’allergia al veleno degli insetti, specie se si riescono a raggiungere dosi elevate.  L’immunoterapia desensibilizzante consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti del veleno cui il bambino è sensibilizzato, partendo da dosi estremamente basse.  Ovviamente si tratta di una procedura non priva di rischi che va condotta in un centro allergologico altamente specializzato, in grado di condurre la “vaccinazione” in completa sicurezza.   Il vaccino va proseguito per 3-5 anni e l’effetto si mantiene solitamente per molti anni dopo la sospensione della cura. In condizioni particolari può essere effettuato rapidamente in pochi giorni, ma questo metodo va esclusivamente utilizzato in ospedale, con il bambino ricoverato.

 

In quali casi bisogna cominciare il “vaccino”?

 

Nel bambino l’immunoterapia contro il veleno di un insetto va iniziata in caso di reazioni anafilattiche gravi, ad alto rischio (figlio di agricoltori, apicoltori, bambini che abitano in campagna…)  Nell’adolescente va iniziata anche in caso di reazioni allergiche di medio-alta intensità anche non tali da mettere a rischio la sopravvivenza del paziente.

 

Come ridurre al minimo il rischio di essere punti dagli insetti?

 

Per ridurre al minimo il rischio di essere punti da insetti è utile:

  • evitare indumenti molto colorati e brillanti; indossare invece vestiti con maniche lunghe, pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse;

  • evitare profumi o lozioni forti; utilizzare lozioni a base di sostanze ad azione repellente per gli insetti; disporre di insetticidi di pronto e facile impiego;

  • non lasciare all’aperto cibi di scarto e non sostare in vicinanza di bevande o cibi molto dolci;

  • usare cautela quando si cucina o mangia all’aperto, specie nei mesi estivi ed in aperta campagna;

  • usare cautela in vicinanza di luoghi che più frequentemente sono sede di nidi di api, vespe e calabroni come in vicinanza di produttori di miele, in campagna nel periodo di maturazione della frutta e durante la vendemmia;

  • far rimuovere nidi di api, vespe o calabroni in vicinanza della casa da personale esperto.

ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Consigli e Suggerimenti

Questa sezione di educazione alla salute risponde fondamentalmente a due tipologie di bisogni.

In primo luogo  al bisogno di rispondere ai vari  momenti della crescita del bambino sia quando è ammalato sia quando  è sano ma necessita di  cure appropriate per il suo sviluppo. In secondo luogo cerca di fornire alla mamma alcuni consigli comportamentali che le consentono di dare il meglio di sè  nella  cura verso il bambino. Inoltre  questa sezione  è un piccolo tentativo  di  prevenzione e si avvale di tutti i dati scientifici disponibili citando sempre la fonte di riferimento bibliografico. Nell’eventualità di una carenza del dato di riferimento scrivere al dottor Vigliotti, il quale provvederà a correggere e a citare la fonte in modo corretto e aggiornato. Il concentto fondamentale che sta alla base di questo orientamento pedagogico si basa sul presupposto che ” prevenire è meglio che curare”.

Le informazioni di tipo sanitario contenute in queste pagine  vengono riprese dal sito www.amicopediatra.it  o dalle news del sito della società italiana di pediatria  in alcuni temi integrate dal dott. Vigliotti e non possono in alcun modo intendersi come riferite al singolo e sostitutive dell’atto  medico; per i casi personali si invita sempre a consultare il proprio         Pediatra. I contenuti di queste pagine sono soggetti a verifica e revisione continua; tuttavia sono sempre possibili errori e/o omissioni www.amicopediatra.it  e il dott. Vigliotti non sono responsabili degli effetti derivanti dall’uso di queste informazioni.

Vengono forniti consigli e suggerimenti sui seguenti temi:

  1. Allattamento
  2. Obesità
  3. Vaccinazioni. Perchè vaccinare
  4. sonno: disturbi ed educazione al sonno
  5. prevenire gli incidenti
  6. il bambino e la televisione
  7. incoraggiamento alla lettura ( nei bambini piccoli e grandi)
  8. Educazione alla lettura ( benefici a lungo termine)
  9. bambini in auto
  10. il problema della pediculosi
  11. trauma cranico ( come comportarsi)
  12. lo sport a misura di bambino
  13. influenza del comportamento dei genitori sulle abitudini alimentari dei bambini
ottobre 31, 2012autore Angelo Vigliotti
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Il Dott. Vigliotti non dà terapie a distanza. Risponde solo per consigli e ogni suggerimento deve essere filtrato e supervisionato dal medico curante o dal pediatra di famiglia e non accettato passivamente.

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