Il dottor Livingstone, suppongo
Alcuni anni fa, giravo nella vegetazione tropicale vicino alle cascate Vittoria, lungo il fiume Zambesi e improvvisamente mi trovai di fronte a una statua. Era la statua di David Livingstone , l’esploratore britannico che fu il primo occidentale a visitare le cascate nel 1855 e diede loro il nome dell’allora Regina d’Inghilterra, la Regina Vittoria, esse tuttavia erano già note localmente con il nome di Mosi – oa -Tunya, il fumo che tuona. Fu in quel preciso momento che compresi appieno la frase di Proust: “ Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” . Livingstone mi apri la porta alla ricerca del mistero. Conoscere se stessi, esplorare l’anima non solo per curiosità ma per un arricchimento senza confini. E compresi anche la riflessione di Fernando Pessoa. “ È in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo. […] La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo “.