Premessa
Sono contrario alla programmazione del bambino, a tutti i livelli sia fisico che mentale. Un bambino “programmato” sarà un bambino infelice. L’autosvezzamento è lo svezzamento pilotato dal bambino. Può essere una cosa utile perché parte dal presupposto che l’alimentazione dei genitori sia sana, giusta, nutritiva, bilanciata e variata. Diversamente il bambino impara a intossicarsi. In parole parole l’autosvezzamento è una alimentazione complementare al latte a richesta diretta del bambino, che piano piano passa dal latte alla conoscenza di odori, sapori, forme, colori e consistenza di altri cibi in modo libero. E’ rispetto del bambino, delle sue scelte, dei suoi gusti, della sua sazietà e dei suoi no. Il bambino impara ad autoregolarsi senza essere forzato ad aprire la bocca per mangiare la pappa che è stata preparata. Il bambino osserva i genitori che mangiano e mangia lo stesso cibo naturalmente offerto in maniera sminuzzata, a striscia, a bastoncimo. In questo modo anche il genitore è costretto a cambiare alimentazione mangiando un cibo giusto, pulito e sano. Ci sono tre segnali utili a capire se il proprio bimbo è pronto a introdurre gli alimenti solidi:
– sta ben seduto sul seggiolone con la testa dritta e non ciondola a destra o sinistra o in avanti;
– sa afferrare un pezzo di alimento con le mani, come un tocchetto di banana o pera matura, una cima di broccolo o una fettina di carota cotta;
– sa deglutire l’alimento. Quest’ultimo segnale non è scontato: il bambino sputa se non è pronto, perché semplicemente non ha ancora maturato le capacità motorie indispensabili a mangiare e ha ancora molto forte il riflesso di estrusione (ossia tirare fuori la lingua per ciucciare).
Se la madre lo desidera, l’allattamento al seno può quindi continuare dal secondo semestre di vita fino al secondo anno e anche oltre, come suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo il primo anno di vita l’allattamento al seno rappresenta più un atto affettivo che nutrizionale. Il bambino utilizza il seno come biberon, ciuccio, e rifugio affettivo e protettivo e la madre non si deve sentire in colpa. Il bambino che viene allattato al seno fino a 3 anni non è un bambino viziato. L’autosvezzamento ha bisogno della presenza di “genitori consapevoli”. Diversamente diventa un gioco anarchico. Il pericolo di un autosvezzamento fatto in modo superficiale è considerare il bambino un piccolo adulto. Errore gravissimo. Proporre un divezzamento guidato e “dolce” può essere un modo semplice per introdurre il bambino alla scoperta del cibo diverso dal latte. Il divezzamento “dolce” si basa sulla non programmazione, sulla non forzatura, sulla gradualità, sulla pazienza ( ogni bambino ha i suoi tempoi) e sull’empatia. In questo modo il bambino non assaggia il cibo presente sulla tavola, ma quello offerto e preparato per lui.Al bambino vanno offerrti 3 piatti un primo, un sec ondo e un contorno di verdura. In questo modo ha più possibilità. Se non vuole il primo, potrà prendere il secondo che sarà a base di carne – pesce- legumi; se non prende il primo, il secondo può prendere il contorno a base di verdura (zucca-zucchina-carota- fiori di broccoli- patata lessa), più frutta. Qui non si impone di mangiare un determinato alimento, ma si guida verso il gusto e l’interesse del bambino verso 4 gruppi di alimenti 1°- pastina, semolino, crema in brodo vegetale o senza brodo vegetale; 2°- carne omogeneizzata o frullata, pesce; 3°- verdure; 4° frutta come mela, pera, banana e quella di stagione. Bisogna essere ciechi e sordi se si pensa o se si dice: il bambino viene costretto a mangiare quel determinato alimento! Il cibo deve essesere suddiviso a pezzettini e deve essere non troppo morbido non troppo duro. Il bambino può prendere con le mani il cibo, sporcarsi, imbrattarsi, (apprendimento delle capacità motorie e masticatorie), ma devono essere evitati all’inizio acini d’uva, pane troppop mollicoso, olive. E poi….lasciamo un po’ di autonomia al bambino su ciò che vuole mangiare. Man mano che cresce il gusto sarà dominante rispetto alla curiosità.
Alimentazione come prevenzione per la vita
Lo svezzamento – autosvezzamento va iniziato tra il quinto – sesto mese, molto meglio se il bambino è sui 7 chili. Esso è di importanza fondamentale per la vita futura del bambino.
Un buon imprinting serve per creare uno stile di vita sano e salutare. Sei indicazioni sono i cardini preventivi principali:
1.- senza sale fino a 12 mesi poi sale marino integrale per la prevenzione di ipertensione e cardiopatie;
2.- senza zucchero o derivati dolci (per evitare malattia metabolica, diabete e carie);
3.- non eccessi di grassi o squilibrio dietetico per non favorire l’obesità o il sovrappeso;
4.- dieta variata e a piccoli passi (per controllare l’allergia e le molteplici intolleranze);
5.- prevenzione celiachia (tenere sotto osservazione la reazione al glutine;
6.– il cibo deve essere buono (cioè naturale, genuino, biologico senza aggiunte di sostanze chimiche, coloranti, conservanti, edulcoranti), pulito (filiera agro-alimentare nel rispetto della biodiversità con pratiche agricole corrette), giusto (solideraietà, rispetto delle tradizioni e della diversità culturale). Una buona alimentazione passa anche attraverso una corretta anamnesi familiare sia nei genitori che negli ascendenti paterni e materni e nei rami collaterali. Lo stile alimentare che il dottor Vigliotti consiglia è una dieta mediterranea moderna e moderata e in alternativa una dieta vegetariana moderna e moderata.