Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Omeopatia pediatrica

Prevenzione omeopatica autunno – inverno 2016-2017

Premessa

Ci sono bambini che si ammalano continuamente nel periodo autunno – inverno in genere perché frequentano asili nido  e scuole materne.  I locali degli asili e delle scuole  sono luoghi ideali per lo sviluppo di virus e batteri. Per il bambino piccolo c’è la possibilità di ammalarsi almeno una volta al mese. In più, nei loro giochi i bambini si scambiano giocattoli, tendono a mettere tutto in bocca, e questo facilita la trasmissione  di germi. Difficilmente  poi un bambino segue norme igieniche e di profilassi. E’ facile starnutire, tossire di fronte a un altro coetaneo senza protezione (passaggio aereo dei germi);  come è facile anche la contaminazione per contatto (non pulirsi le mani, giocattoli  pieni di polvere ecc.). L’ipotesi di base non è quella di sconfiggere del tutto le malattie virali  del periodo   autunno inverno (ipotesi auspicabile e tuttavia  illusoria)  ma è quella di ridurre l’assunzione di antibiotici  e cortisone, e in secondo luogo di rendere il decorso della malattia più semplice e se possibile senza complicazioni e poi (e per me è la più importante) di fare ammalare meno possibile il bambino.


Cosa fare?

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luglio 31, 2016autore Angelo Vigliotti
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Omeopatia pediatrica

Un “buona e ragionevole” terapia omeopatica

Il rimedio ottimale

Ho già accennato in una precedente riflessione sulla “potenza” in omeopatia (diluizione e succussione) che la diluizione è importante ma non fondamentale mentre è necessario cogliere   in una sintesi  unitaria la totalità dei sintomi di colui che viene a chiedere aiuto cioè capire la persona più che la sua patologia. Osservare e ascoltare, ascoltare e osservare, in modo che si possa comprendere il rimedio adatto da dare e cosa di quella patologia va curato. La terapia a scare 30-200-\1000- 10.000 ecc. ecc. spesso non porta da nessuna parte. Una media o alta potenza  è più che sufficiente se il rimedio va al nucleo del problema. Ricordo en passant, la scala kentiana di dinamizzazione 30 CH – 200 CH – M-CH(1000)-XM CH (10.000)- LM CH (50.000)-CM CH (100.000)- LM CH ( 500.000) – MM CH ( un milione). L’ opinione di Kent al riguardo è abbastanza netta: la ripetizione frequente del rimedio alla stessa dinamizzazione spesso non dà risultati sperati, quindi bisogna cambiare. Come ho già detto in altra occasione, sono scettico che un’ altissima diluizione possa arrivare al superinconscio del paziente per eliminare la cellula fatale e misteriosa che genera il malessere e il pathos.  Spesso il rimedio non trova niente e il “nulla”  conduce  la vibrazione  energetica del rimedio  nella materia oscura perdendosi nel magma  del non – conosciuto

Alla ricerca  del disturbo primario

In genere  quando si ascolta il paziente possiamo scrivere una decina di pagine tra sintomi fisici, mentali, abitudini, aggravamento e miglioramento, le varie relazioni( stagioni, ambiente, ecc.),  e così via. Altre volte non sappiamo cosa scrivere, non si riesce a cogliere una modalità tipica  comportamentale. Alla fine, tuttavia bisogna valutare il tutto, partendo dal presupposto che ogni gruppo di sintomi ci darà un rimedio specifico per ciascun gruppo.  Per una patologia, seguendo il repertorio (bisogna avere  nel nostro studio alcuni repertori  tra cui quello di Kent aggiornato  dalla moglie, oltre  ai libri di Hahnemann:  “Organon “ e Materia medica pura”).  Si possono presentare diversi rimedi, di cui uno domina e gli altri sono meno specifici. E’ inquietante questo procedimento sebbene abbia una sua logica. Spesso volte succede che   il rimedio da dare è un altro (non è presente in nessun repertorio e se è presente non è il cuore del problema).  E il risultato terapeutico non si raggiunge. I repertori, i libri dei grandi maestri storici di omeopatia ti possono aiutare al 50%, per il resto deve avere l’occhio clinico, devi avere il coraggio di arrivare alla radice del problema, oppure devi avere il coraggio di dire: non è un problema che posso affrontare  con il rimedio omeopatico oppure non è un probelma che sono capace di risolvere.

Se tutto procede per il verso giusto, alla fine è necessario valutare la totalità

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luglio 27, 2016autore Angelo Vigliotti
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Omeopatia pediatrica

La potenza in omeopatia

Introduzione

Sappiamo che dalla tintura madre si passa alla diluizione omeopatica che può essere di vario tipo, secondo Hahnemann:

  1. Decimale (DH)
  2. Centesimale (CH)
  3. Cinquantamillesimale (LM)

Ad esempio la diluizione omeopatica  “9 CH”    significa che  il ceppo omeopatico è stato diluito 9 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio. La diluizione esprime la potenza del rimedio. In questa sede non parlo delle diluizioni korsakoviane (K), le quali a causa di una differente tecnica di preparazione non possono essere comparate alle diluizioni hannemaniane. La differenza fondamentale è nella succussione.

Simeon  Korsakov fu un medico russo, nato nel 1788 e morto nel 1853.  Contemporaneo di Hanemann e studioso di omeopatia, diede il suo contributo mettendo a  punto un metodo di diluizione conosciuto come il metodo del flacone unico. In un unico flacone venivano eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni impiegando come solvente dell’acqua distillata.

Per esempio la diluizione 9 CH hannemaniana potrebbe equivalere a 1000 K (o MK  diluizione korsakoviana), ma    la 9 CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000 K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Il risultato finale è che la diluizione 1000 K  a causa delle succussioni (100.000 rispetto a 900 della diluizione hannemaniana) dovrebbe avere  una azione terapeutica più potente e duratura.

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luglio 25, 2016autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Malattia di Fabry: meglio una diagnosi precoce

Introduzione

La malattia di Fabry’    il cui nome è in realtà ‘malattia di Anderson – Fabry’, prende il nome dai due medici che in maniera del tutto indipendente la descrissero per la prima volta alla fine dell’800,  è causata da accumulo lisosomiale ed è dovuta alla carenza dell’enzima alfa galattosisadi. Questo porta all’accumulo di glicosfingolipidi, in particolare globotriaosilceramide (GL-3), nei tessuti viscerali e nell’endotelio vascolare di tutto l’organismo con danni a livello renale, cardiaco e del sistema nervoso centrale tali da compromettere qualità e aspettativa di vita. I sintomi sono dolori anche molti forti agli arti, febbre, stanchezza e intolleranza agli sforzi, al caldo e al freddo eccessivi, talvolta anche disturbi dell’udito e alla vista, sintomi non specifici che rendono piuttosto difficile la diagnosi che può arrivare in età adulta. La trasmissione della malattia è ereditaria e legata al cromosoma X. Le madri, ad ogni concepimento, hanno una probabilità del 50% di trasmettere il gene difettoso ai propri figli, siano essi di sesso maschile o femminile. I padri con la Malattia di Anderson-Fabry non trasmettono il gene difettoso ai propri figli maschi, ma solamente alle figlie femmine. In funzione di un complesso meccanismo genetico noto come inattivazione del cromosoma X, i soggetti eterozigoti sviluppano la malattia in forma lieve, moderata oppure classica. In genere sono i maschi a sviluppare i sintomi in maniera più forte ma in ogni caso, anche all’interno della stessa famiglia, la malattia può presentarsi con sintomatologie ed evoluzione clinica anche molto differente.  (Fonte: osservatorio malayyie rare: http://www.osservatoriomalattierare.it )

Raccomandazioni del dott. Mignani 

Dirigente medico presso l’Unità Operativa di nefrologia e dialisi all’Ospedale Infermi di Rimini (Fonte: http://www.osservatoriomalattierare.it )

 

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luglio 22, 2016autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Oporto: São João e qualcosa di più

Introduzione

Ero ad Oporto per un a relazione sulla PANDAS (una sindrome rara ) al World Summit on Pediatrics 2016. Arrivo di giovedi, 23 giugno. Era la vigilia della festa di San Giovanni. Pernottavo al  Vinnci Hotel e mi avvio a piedi verso il centro. Mi ritrovo in un mare di folla festante e lungo il fiume  Douro ogni 100 metri c’erano  fuochi accesi per  cucinare sardine, che vengono vendute per strada.  Anche io vengo preso dal vortice festaiolo e  prendo  un piattino di Sardine fritte con  verdure grigliate con un bicchiere di vino locale. Preferisco le sardinealla griglia, alla francesinha, un panino troppo calorico per me  (ma penso  buonissimo da come veniva mangiato e gustato). È un sandwich a base di  di prosciutto e  carne, cosparso di formaggio fuso, con l’aggiunta di salsa di pomodoro, uova e gamberetti.  La festa è un sentimento collettivo, un qualcosa di veramente   straordinario. Mentre mangio passeggiando sulla strada che porta al centro della cittadina ( a Ribeira, il quartiere più antico di Porto)  vengo colpito alla testa diverse volte da martellate di buon augurio (martello di plastica). Fino a mezzanotte è stato tutto un susseguirsi di eventi con  venditori ambulanti, barbecue improvvisati, artisti di strada e suonatori di fado, musica  in ogni piccola piazzetta. E poi ho visto il lancio in cielo dei palloni di carta, i baloes de São João, e i fuochi d’artificio, a mezzanotte.

Il fiume Douro

Fare una crociera lungo questo fiume è riscoprire un altro mondo. Il fiume scorre come la vita: calmo e selvaggio tra fianchi ripidi e colline morbide, ricche di terrazze coltivate che formano  centinaia, centinaia  e centinaia di vigne.Non sono un pittore, ma sarebbe bellissimo disegnare quei paesaggi stupendi. Il fiume Douro insegna come si fa a viver , come si fa ad aprirsi una strada verso il mare, scavando valli profonde da una parte e in collaborazione con l’uomo creando una fusione, una sintesi di armonia tra natura e cultura.   Non a caso l’UNESCO l’ha inserito come patrimonio culturale dell’umanità. Sarebbe bello tornare in questa valle tra metà settembre e metà ottobre al tempo della vendemmia, quando migliaia di vendemmiatori si danno da fare come cinquecento anni fa. Niente è cambiato. E’ impressionante vedere il rito della pigiatura, le tantissime gerle portate in spalla cariche d’uva,  e poi si vedono ancorati al fiume,  i “rabelos” i barconi dal fondo piatto e dalla vela quadrata (sembrano barche fenicie)che un tempo trasportavano (e alcune tuttore) le botti fino alle navi del porto.  Lungo questo percorso ti invito a fermarti al Santuario di Nostra signora dos Remédios prima di degustare vino e prosciutto affumicato, salendo i 686 gradini e ammirando un  splendido stile barocco. In alternativa, per visitare la valle del fiume, i suoi piccoli paesini, puoi prendere il trenino ( 30 all’ora- 30 ponti-26 tunnel). Non dimenticare di degustare i vari vini, semplicemente eccezionali.

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luglio 22, 2016autore Angelo Vigliotti
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Omeopatia pediatrica

Fluoro? Meglio di no…. nei primi tre anni di vita !

Introduzione

Il fluoro è un elemento presente  nell’organismo umano in piccole quantità, dove si concentra soprattutto nelle ossa e nei denti. ha una sua importanza per la mineralizzazione deloo scheletro e dello smalto.  ormai studi epidemiologici  obiettivi dimostrano che i rischi di assunzione superano  di gran lungo i benefici. Il “Department of Health and Human Services”  ha acertato che il 41% di adolescenti americani con età compresa fra i 12 e i 15 anni soffre di fluorosi dentale ed i dati sono in forte aumento.  Ciò che è evidente è che il fluoro attraverso il sangue entra nel dente e altera la struttura del dente stesso.

Nelle raccomandazioni ministeriali   (ministero salute- Italia) si trova scritto che  qualunque sia la fonte  di fluoro utilizzata, è quasi impossibile ottenere benefici in termini di prevenzione delle carie, senza dar luogo al rischio di manifestazioni, variabili in intensità, di fluorosi.

Fluorosi

Indica l’intossicazione  causata da eccessiva assunzione di fluoro, prolungata nel tempo. E’ facile prenderla nei primi 8 anni di vita. Possiamo considerare 5 tipi ( varianti secondo la gravità a partire dalla forma lieve) di fluorosi:

  1. leggera (piccoli puntini, macchie bianche sullo smalto)
  2. aree bianche opache sullo smalto ( non superiori al 25%)
  3. aree bianche opache intorno al 50%
  4.  presenza di pigmenti bluastri più coinvolgimento in toto della superficie dello smalto
  5. ipoplasia dello smalto, alterazione della forma dentaria, pigmenti brunastri diffusi dappertutto, facilità alle fratture dentarie.

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luglio 19, 2016autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Testicolo: dolore acuto

Introduzione

(Fonte: www.nientemale.it Laboratorio attivo prer la risposta al dolore)

Il dolore acuto al testicolo rientra nell’entità nosologica dello “scroto acuto” e richiede una valutazione immediata in Pronto soccorso. In prima istanza va infatti sempre sospettata una torsione del funicolo spermatico; in questo caso un mancato trattamento tempestivo può portare alla perdita del testicolo. L’eventuale intervento chirurgico va eseguito entro le prime ore dalla torsione. La probabilità di successo (ossia di preservare la vitalità e quindi la fertilità del testicolo) cala infatti di ora in ora: entro 6 ore la prognosi è favorevole nel 92% dei casi; tra le 6 e le 12 ore scende al 62%.
Va inoltre tenuto conto che la torsione (dovuta spesso a un’anomala fissazione del testicolo all’interno dello scroto) è presente nel 40% circa dei casi di dolore e tumefazione scrotali acuti e rappresenta la causa principale di scroto acuto nei bambini con meno di 6 anni di età. Il sospetto di tale patologia è ancora maggiore se viene riferito un possibile trauma a livello scrotale.
In presenza di un forte dolore al testicolo (o comunque in sede scrotale), la richiesta di esami diagnostici (ecografia, ecodoppler, scintigrafia) va evitata se comporta un’eccessiva perdita di tempo. In questo caso l’intervento primario deve essere infatti una tempestiva esplorazione chirurgica.
Oltre alla torsione del funicolo spermatico, lo scroto acuto può essere dovuto a una torsione delle appendici testicolari o a un’orchiepididimite. Quest’ultima condizione è la causa più frequente di scroto acuto e di edema scrotale negli adolescenti. La diagnosi è spesso rafforzata da una storia di recente attività sessuale o di infezione delle vie urinarie.

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luglio 18, 2016autore Angelo Vigliotti
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Stile di vita alimentare

Cibo e amore

Introduzione

Il rapporto con il cibo è di fondamentale importanza per una crescita, giusta, sana,equilibrata. Mangiare rientra tra gli istinti primordiali di sopravvivenza (cervello rettile). Il neonato subito dopo la nascita  necessita di portare qualcosa in bocca (oralità). E’ il suo primo nutrimento e se si instauta un buon rapporto tra il  “suo”  bisogno e la soddisfazione che ne riceve,  acquisisce un senso  di tranquillità, calma e serenità.Con il tempo e con un genitore sufficientemente buono il neonato trasforma la percezione del cibo che da solo nutrimento diventa affettività, coinvolgimento, compagnia,carezza d’amore. Fin dalla nascita il cibo ( al seno o come latte di formula) diventa un atto d’amore che nel percorso di crescita esistenziale diventa educazione al gusto, alle regole,convivilaità e relazione con l’altro  oltre che fonte di piacere.

  Cibo e affettività

Ognuno di noi sente il bisogno di mangiare per nutrirsi ma anche per stare insieme, per gustare ciò che la natura gli offre per sperimentare a livello familiare una socializzazione intima e gradevole che ci fa conoscere noi stessi in una dimensione multipla (nutritiva, ambientale, relazionale) e anche l’altro  che confdivide con il il cibo, il suo modo di porsi, il suo comportamento,e il suo rapporto con odori, sapori, e sensorialità completa. stare a tavola è solo un momento (nelle ore della giornata), ma preparare una tavola vuol dire organizzazione, pianificazione, preparazione, scelta dei vari alimenti secondo la stagionalità e lavorare in cucina in prima persona. In parole povere il genitore consapevole deve dedicare alla cucina un pò del suo tempo e deve essere pronto al dialogo cotruttivo coon il bambino che ha i suoi tempi, i suoi gesti, la sua visione del cibo e che sa molto bene che il momento del cibo è altamente emotivo (piacere, dispiacere), con le sue regole, le sue abitudini, il luogo dove si consuma questa ritualità.

Uno non  può pensare bene, amare bene,
dormire bene, se non  ha mangiato bene

(Virginia Wolff)

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luglio 17, 2016autore Angelo Vigliotti
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Stile di vita alimentare

Menu vegetariano – vegano da 1 a 3 anni

Menu  vegetariano: introduzione

Dati e ricette estrapolati da: Baroni e Fasan ( il piatto veg-junior) – Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana-  e da alcuni menu vegan  della provincia di Pavia-Bologna-Genova- Milan: si possono vedere  e  poi proporre più di 100 ricette dal sito: Vegan-home it pdf gratuito
  1. Alimenti vegetali variati

Cereali, legumi, verdure, frutta, semi e frutta oleaginosa e deruivati più 2-3 porzioni settimanali di latte o uova e derivati (per i latteo-uova-vegetariani). Punto fondamentale: evitare la monotonia,aumentare la palatabilità

  1. Dimensione della convivialità e affettività del cibo

Tra i vari menù ci deve essere somiglianza e non separzione. Ad esempio: condimentio per il primo piatto ( sugo con carne o sugo con vegetali); polpette di legumi o di carne  e così via

  1. Rotazione degli alimenti

Cereali: pasta, riso, miglio,farro,orzo,avenagrano saraceno, amaranto

Legumi: lenticchi, fagioli, piselli, ceci, fave

Verdure e frutta: freschezza, stagionalità

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luglio 17, 2016autore Angelo Vigliotti
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Stile di vita alimentare

Svezzamento vegetariano

Il divezzamento

Lo svezzamento segue le linee guida  Baroni/Fasan della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana. Aggiungo alcuni suggerimenti di Patrizia Gozzini che ha un piccolo ristorante vegetariano-vegano. Ringrazio Patrizia (entusiasmo, dedizione e professionalità)  che mi sta preparando alcune ricette vegetariane per bambini che poi metterò sul sito.  I suoi suggerimenti sono preziosi.

1° mese di divezzamento

Latte materno o di formula, brodo di verdura non saltato preparato con acqua calcica, crema di cereali senza glutine, crema di psudo cereali, crema di legumi decorticati, crema di semi oleaginosi, e frutta secca, olio extravergine di oliva più succo di limone.

 

2° mese di divezzamento

Latte materno o di formula, brodo di verdura non salato preparato con acqua calcica, verdure passate al passaverdura, crema di cereali senza glutine, crema di pseudo cereali, crema di cereali con glutine, crema di legumi decorticati, germe di grano, tofu schiacciato o yogurt di soiia, crema di semi oleaginosi e di frutta secca, olio extravergine di oliva e succo di limone

 

3° mese di divezzamento

Latte materno o di formula, brodo di verdure non salato preparato con acqua calcica, verdure passate al passaverdura, pezzetti di verdura morbida, creali stracotti con o senza glutine, pseudocereali stracotti, pezzetti di mollica, pastina di piccolo formato, legumi decorticati stracotti, germe di bgrano, tofu schiacciato p yogurt di soia, crema di semi oleaginosi e frutta secca, olio extravergine di oliva e di semi di lino, succo di limone.

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luglio 17, 2016autore Angelo Vigliotti
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Modus Operandi

Il Dott. Vigliotti non dà terapie a distanza. Risponde solo per consigli e ogni suggerimento deve essere filtrato e supervisionato dal medico curante o dal pediatra di famiglia e non accettato passivamente.

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