Il rimedio ottimale
Ho già accennato in una precedente riflessione sulla “potenza” in omeopatia (diluizione e succussione) che la diluizione è importante ma non fondamentale mentre è necessario cogliere in una sintesi unitaria la totalità dei sintomi di colui che viene a chiedere aiuto cioè capire la persona più che la sua patologia. Osservare e ascoltare, ascoltare e osservare, in modo che si possa comprendere il rimedio adatto da dare e cosa di quella patologia va curato. La terapia a scare 30-200-\1000- 10.000 ecc. ecc. spesso non porta da nessuna parte. Una media o alta potenza è più che sufficiente se il rimedio va al nucleo del problema. Ricordo en passant, la scala kentiana di dinamizzazione 30 CH – 200 CH – M-CH(1000)-XM CH (10.000)- LM CH (50.000)-CM CH (100.000)- LM CH ( 500.000) – MM CH ( un milione). L’ opinione di Kent al riguardo è abbastanza netta: la ripetizione frequente del rimedio alla stessa dinamizzazione spesso non dà risultati sperati, quindi bisogna cambiare. Come ho già detto in altra occasione, sono scettico che un’ altissima diluizione possa arrivare al superinconscio del paziente per eliminare la cellula fatale e misteriosa che genera il malessere e il pathos. Spesso il rimedio non trova niente e il “nulla” conduce la vibrazione energetica del rimedio nella materia oscura perdendosi nel magma del non – conosciuto
Alla ricerca del disturbo primario
In genere quando si ascolta il paziente possiamo scrivere una decina di pagine tra sintomi fisici, mentali, abitudini, aggravamento e miglioramento, le varie relazioni( stagioni, ambiente, ecc.), e così via. Altre volte non sappiamo cosa scrivere, non si riesce a cogliere una modalità tipica comportamentale. Alla fine, tuttavia bisogna valutare il tutto, partendo dal presupposto che ogni gruppo di sintomi ci darà un rimedio specifico per ciascun gruppo. Per una patologia, seguendo il repertorio (bisogna avere nel nostro studio alcuni repertori tra cui quello di Kent aggiornato dalla moglie, oltre ai libri di Hahnemann: “Organon “ e Materia medica pura”). Si possono presentare diversi rimedi, di cui uno domina e gli altri sono meno specifici. E’ inquietante questo procedimento sebbene abbia una sua logica. Spesso volte succede che il rimedio da dare è un altro (non è presente in nessun repertorio e se è presente non è il cuore del problema). E il risultato terapeutico non si raggiunge. I repertori, i libri dei grandi maestri storici di omeopatia ti possono aiutare al 50%, per il resto deve avere l’occhio clinico, devi avere il coraggio di arrivare alla radice del problema, oppure devi avere il coraggio di dire: non è un problema che posso affrontare con il rimedio omeopatico oppure non è un probelma che sono capace di risolvere.
Se tutto procede per il verso giusto, alla fine è necessario valutare la totalità