Memoria e oblio
Quando ero piccolo, il “pifferaio magico” fu una delle fiabe che mi rimase impressa nella mente per molti anni. Era la versione trascritta dai fratelli Grimm. In adolescenza la riscoprii nei versi “magici” di Robert Browing. Fu la prima volta che incontrai “Robert”. E molti anni dopo ritrovai a Firenze nella casa Guidi i ricordi del suo soggiorno in questa città. Un mese fa circa ho rifatto un percorso di conoscenza della poesia e della vita di Robert e Elizabeth che mi ha riporato nella casa dove hanno vissuto e al cimetero degli inglesi per stare qualche minuto vicino a Elizabeth, dove lei riposa in uno splendido monumento di marmo di Carrara.. E’ stato qualcosa di meraviglioso seguire le vicende esistenziali di questia coppia, del loro amore, e delle loro opere. In questa riflessione desidero stimolare l’amico lettore a rifare in parte il cammino di questi due cuori per prendere “da loro” quel pizzico di creatività e utilizzarlo al meglio in questa breve vita esistenziale.
Casa Guidi (fonte: wikipedia)
Casa Guidi è un museo di Firenze situato tra piazza San Felice e via Maggio, allestito nella casa in cui vissero la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning con suo marito Robert Browning e il figlio Pen tra il 1847 ed il 1861. Elizabeth e Robert vissero il loro idillio d’amore in alcune stanza di questo palzzo che ora sono dedicate alla loro memoria. Firenze allora contava ben un quarto di residenti stranieri nella popolazione. Era convinta, scegliendo firenze, del mito romantico di una città solare e libera rispetto alle opprimenti ipocrisie della società inglese dell’epoca vittoriana. Pen, il loro figlio, nacque qui nel 1849 e crebbe nella casa, studiando pianoforte sullo strumento che ancora è presente nella camera da letto. Anche se i Browning si spostavano spesso in Inghilterra, a Parigi, a Roma, a Siena, la loro dimora principale fu “casa Guidi”, fino alla scomparsa di Elizabeth nel 1861, anno in cui Robert lasciò la casa e si trasferì a Venezia, dove morì nel 1889. Il Palazzo Guidi, costruito nel XV secolo per l’illustre famiglia dei Ridolfi nel borgo di “Piazza” (il nome antico di questa zona quando era ancora fuori dalla cinta muraria), il cui stemma (una corona con delle palme incrociate) campeggia ancora sulla facciata, apparteneva all’inizio alla famiglia Ridolfi.. Nel XVI secolo in seguito alla Congiura dei Pucci, alla quale avevano preso parte anche i Ridolfi, il palazzo fu confiscato da Cosimo I che ne fece dono all’Ordine dei cavalieri di Santo Stefano da lui istituito. In seguito fu acquistato da un ammiraglio dell’ordine, Jacopo Guidi di Volterra, da cui il nome attuale del palazzo. Ci sono due targhe che ricordano la coppia dei poeti vissuti a Firenze.