Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Grafologia disegno e scrittura

Autismo: disegno e scrittura di un bambino di 7 anni

Introduzione

L’autismo è un disordine cerebrale complesso che coinvolge molti aspetti dello sviluppo del bambino, incluso il modo di parlare, di giocare e di interagire. Dalla nascita in poi il bambino raggiunge  e sviluppa abilità fisiche, capacità sociali e comunicative. Considerando  che ogni bambino è unico, non tutti i  bambini raggiungono alcune abilità nello stesso periodo. Tuttavia se c’è un pò di ritardo il bambino va tenuto sotto osservazione. Prima si fa diagnosi dello spettro autistico,  prima si interviene e migliore sarà il futuro del bambino. Riporto i criteri diagnostici dello spettro autistico del DSM5, i campanelli d’allarme nel periodo infantile e alcuni disegni e scrittura di un ragazzo di 7 anni a cui è stato fatto diagnosi verso i 5 anni, per un motivo di riflessione

Definizione

Fonte: http://www.angsalazio.org/faqs/come-e-definito-lautismo-in-dsm-v/

CRITERI DIAGNOSTICI DISTURBI DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO DSM-V

  1. A. Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti, come manifestato dai seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato:
  2. Deficit della reciprocità socio-emotiva, che vanno, per esempio, da un approccio sociale anomalo e dal fallimento della normale reciprocità della conversazione; a una ridotta condivisione di interessi, emozioni o sentimenti; all’incapacità di dare inizio o di rispondere a interazioni sociali.
  3. Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali per l’interazione sociale, che vanno, per esempio, dalla comunicazione verbale e non verbale scarsamente integrata; ad anomalie del contatto visivo e del linguaggio del corpo o deficit della comprensione e dell’uso di gesti; a una totale mancanza di espressività facciale e di comunicazione non verbale.
  4. Deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni, che vanno, per esempio, dalle difficoltà di adattare il comportamento per adeguarsi ai diversi contesti sociali; alle difficoltà di condividere il gioco di immaginazione o di fare amicizia; all’assenza di interesse verso i coetanei.

Specificare la gravità attuale: Il livello di gravità si basa sulla compromissione della comunicazione sociale e sui pattern di comportamento ristretti, ripetitivi (vedi tabella dei livelli di gravità).

  1. B. Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi, come manifestato da almeno due dei seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato:
  2. Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi (per es., stereotipie motorie semplici, mettere in fila giocattoli o capovolgere oggetti, ecolalia, frasi idiosincratiche).
  3. Insistenza nella sameness (immodificabilità), aderenza alla routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale (per es., estremo disagio davanti a piccoli cambiamenti, difficoltà nelle fasi di transizione, schemi di pensiero rigidi, saluti rituali, necessità di percorrere la stessa strada o di mangiare lo stesso cibo ogni giorno).
  4. Interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità o profondità (per es., forte attaccamento o preoccupazione nei confronti di soggetti insoliti, interessi eccessivamente circoscritti o perseverativi).
  5. Iper- o iporeattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente (per es., apparente indifferenza a dolore/temperatura, reazione di avversione nei confronti di suoni o consistenze tattili specifici, annusare o toccare oggetti in modo eccessivo, essere affascinati da luci o da movimenti).

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ottobre 4, 2017autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Grafologia: Studio e Ricerche n°1 (Dicembre 2012)

foresta1

di Angelo Vigliotti

L’animale che è dentro di noi.
Il richiamo della foresta attraverso il disegno e la scrittura

Scarica la Rivista n°1

GrafologiaSR1

agosto 5, 2015autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Grafologia Peritale n°1 (Dicembre 2012)

Scarica  Grafologia Peritale n° 1 – dicembre 2012

GrafologiaPeritale1

 

agosto 5, 2015autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Grafologia: Studio e Ricerche n°2(Gennaio 2013)

direttore Angelo Vigliotti
di Brunilde Valenta
Viaggio nel mondo di segni, disegni, scritture

Scarica la Rivista n°2

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agosto 5, 2015autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Charles Manson

Grafopatologia
Charles Manson nacque il 12 novembre 1934 a Cincinnati. Fu concepito in un rapporto occasionale con Colonel Scott che non lo riconobbe mai come suo figlio. La madre era un’alcolizzata e si prostituiva  per vivere…

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agosto 5, 2015autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

caso clinico: paura di star solo (M- 5 più 6 mesi)

scrittura madre 1

Motivo alla consultazione
Nel mese di gennaio una mamma ha chiesto una consulenza psicologica per il suo bambino di 5 anni e mezzo. Secondo la madre il bambino passa un periodo di agitazione e di irritabilità, ha paura di star solo.

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maggio 30, 2013autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Dialogo tra due lettere: Puccini e Pascoli

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Dialogo tra la lettera  “P” maiuscola e la “p” minuscola, con un confronto a distanza tra due “ G” maiuscole e minuscole.

Un giorno la “P” maiuscola incontra la “ p “ minuscola, come la “G” incontra la “g”.. In grafologia non si scherza . Spesso la comunicazione è imbarazzante. 
Molti di noi ricordano la favola del “ il lupo e l’agnello ” . Più o meno il dialogo tra queste due lettere dell’alfabeto ha lo stesso contenuto e lo stesso tono ma finisce in maniera diversa.
Lupus stabat superior, ( la lettera P grande) inferior agnus ( la lettera “p” piccola). La lettera maiuscola ha il potere della forza ed è più collegata al cielo, mentre la minuscola ha il potere della debolezza ed è più collegata alla terra…
iporto la favola del “lupo e l’agnello” con tre autori diversi ( Esopo – Fedro – La Fontaine) che l’hanno diffusa nella cultura occidentale con parole e illustrazioni da: www.paroledautore.net

Ecco la fiaba originaria di Esopo

“Un lupo vide un agnello presso un torrente che beveva e gli venne voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto. Standosene là a monte, cominciò quindi ad accusarlo di insudiciare l’acqua, così che egli non poteva bere. L’agnello gli fece notare che, per bere, esso sfiorava appena l’acqua col muso e che, d’altra parte, stando a valle non gli era possibile intorbidare la corrente a monte. Venutogli meno quel pretesto, il lupo allora gli disse: “Ma tu sei quello che l’anno scorso ha insultato mio padre.” E l’agnello a spiegargli che a quella data non era ancor venuto al mondo. “Bene” concluse il lupo, “se tu sei così bravo a trovar delle scuse, io non posso mica rinunziare a mangiarti.

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Non so se il lupo ha l’arte di convincere e di persuadere, un’arte che prevede diverse obiezioni dell’interlocutore per neutralizzarle. Chi si arrocca dietro una unica confutazione si dimostra più inespugnabile. Il lupo che insidia l’agnellino con argomenti che non hanno una logica è emblema del potere che nasconde, dietro un’apparenza di giustizia, una sostanziale impunità

Il lupo e l’agnello secondo la versione di Fedro

“ Presi dalla sete, un lupo ed un agnello s’erano spinti allo stesso ruscello; più su s’era fermato il lupo, l’agnello molto più giù. Subito il delinquente, preso dalla gola malvagia, sollevò un pretesto di contesa. “Perché”, disse, “intorbidi l’acqua che sto bevendo?” E il timido lanuto: “O lupo, ti prego, perché tu mi rimproveri? Da te alle mie sorsate il liquido giunge.” E quello, sconfitto dall’evidenza del fatto, disse: “Sei mesi fa mi hai calunniato”. E l’agnello: “Non ero ancora al mondo, in verità”. Il delinquente, bestemmiando: “Allora fu tuo padre a calunniarmi.” E così, afferratolo, lo sbrana, con crudele morte”

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Ecco infine la versione di La Fontaine

La favola che segue è una lezione che il forte ha sempre la miglior ragione. Un dì nell’acqua chiara d’un ruscello bevea cheto un Agnello, quand’ecco sbuca un lupo maledetto, che non mangiava forse da tre dì, che pien di rabbia grida: – E chi ti ha detto d’intorbidar la fonte mia così? Aspetta, temerario! – Maestà, – a lui risponde il povero innocente, – s’ella guarda, di subito vedrà ch’io mi bagno più sotto la sorgente d’un tratto, e che non posso l’acque chiare della regal sua fonte intorbidare. – Io dico che l’intorbidi, – arrabbiato risponde il Lupo digrignando i denti, – e già l’anno passato hai sparlato di me. – Non si può dire, perché non ero nato, ancora io succhio la mammella, o Sire. – Ebbene sarà stato un tuo fratello. – E come, Maestà? Non ho fratelli, il giuro in verità. – Queste son ciarle. È sempre uno di voi che mi fa sfregio, è un pezzo che lo so. Di voi, dei vostri cani e dei pastori vendetta piglierò -. Così dicendo, in mezzo alla foresta portato il meschinello, senza processo fecegli la festa.

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Pascoli e Puccini

Osserviamo la lettera “ P ” maiuscola nel Pascoli e nel musicista Puccini attraverso le firme autografe.

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La firma del Pascoli è abbastanza aderente, poco slanciata, più slegata, orientata sul modello calligrafico di base, ma non sempre. In un’altra firma recupera l’entusiasmo, la vivacità, e la voglia esplosiva di vivere e anche la lettera “G” è meno angolosa, mentre la P” perde quella vivacità di potere che dovrebbe avere e possedere.

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La firma di Puccini è slanciata, ascendente, legata, fluida e movimentata. Una esplicita apertura verso gli altri e il mondo esterno, una tendenza ad andare verso l’alto, tra realtà e utopia. Il coraggio di andare “oltre”, il piacere di essere arrivato e di essere qualcuno, la voglia di progredire.

Il significato della lettera “ P ” e della lettera “G” maiuscola con le relative minuscole.

La lettera “P “ maiuscola è una lettera simbolica che rappresenta il volto del padre e quindi di una immagine patriarcale. E’ l’immagine del grande padre. Nella parte alta il semicerchio rotondeggiante implica una dipendenza spirituale. E’ il cielo che avvolge la volontà della terra.

E’ la materia oscura dell’universo. Mentre la lettera minuscola “p” implica energia del quotidiano, la bontà del “pane”. Non a caso contiene un’asta che sprofonda nella zona inferiore e una specie di tratto semicircolare di appoggio nella zona media. Il significato simbolico coinvolge il mondo fisico, l’attività quotidiana di ogni giorno, la sensorialità.

la lettera “G” maiuscola esprime il grado di socializzazione tra corpo ( la parte mediana) e mente (la parte superiore) e istinto ( la parte inferiore della lettera) . E’ qualcosa di complicata perché la lettera coinvolge i tre piani dello scritto e quindi le tre dimensione dell’essere. La socializzazione implica anche comunicazione e dialogo, voglia di apertura e desiderio del piacere. La lettera “g “ minuscola è il rapporto sessuale, la dinamica anatomica ma anche neurofisiologica del piacere erotico. Con la “g” minuscola entriamo nell’abisso dell’orgasmo e dell’interiorizzazione a tutti gli effetti. Spesso però ci sono altre lettere e altre modalità espressive che fanno da complemento a questa lettera molto ricca e che ha un fascino particolare. Il fascino dell’eros, della seduzione e del desiderio.

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La scrittura del Pascoli

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La “g” minuscola è senza occhiello con asta curva ritorta e formazione di un nucleo angoloso nel passaggio tra l’asta e il filetto. La violenza subita spesso genera violenza. E’ presente anche il riccio della fissazione idealistica e il tratto assottigliato che insieme segno ascendente trasformano l’ipersensibilità del poeta in un tratto ossessivo maniacale nella ricerca continua di stimoli e risposte adeguate al suo sentimento e alla storia del suo pensiero.

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La scrittura giovanile è molto ordinata, precisa, accurata, calma, chiara con note di eleganza e di estetica e nell’insieme abbastanza fluida e non grande. Una personalità controllata , di intelligenza superiore, con un pensiero profondo,  chiaro e progettuale ma anche contrastato. Il segno disuguale metodico presente in combinazione con tratti assottigliati e ritmati in equilibrio tra linee piene e sottili, gli consente un alto grado di creatività e un senso di originalità al di fuori del comune. C’è una intensa connessione e fusione tra sofferenza fisica e psichica. E’ un soggetto raffinato, delicato, riservato, orientato alla conoscenza intima e psicologica della persona. Il tracciato pendente e legato denota una proiezione verso gli altri, una specie di avidità affettiva ma anche una volgersi verso la famiglia e cercare lì la soluzione dei suoi bisogni affettivi. Nella poesia trova rifugio la sua anima e terapia la sua depressione. Quando la poesia non riesce, l’alcool l’aiuta a dimenticare e a lenire il suo dramma esistenziale decadentistico.

Scrittura del Puccini

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La grafia di Puccini è “oscura”, ma elegante, estetica, variabile, fluida e movimentata, con rigo a coda di volpe. Tende al pluristile, molti tratti sono fluttuanti e lo scatto è sempre presente. Creativo e malinconico, sempre in contrasto tra la logica della realtà e l’emozione del momento. Nella scrittura “oscura” spesso l’istinto con le sue aberrazioni e le sue tortuosità prende il sopravvento. Nella scrittura si notano due modalità grafiche espressive differenti tra la parte superiore e inferiore. Puccini aveva una parte segreta che cercava di nascondere. Il rigo a coda di volpe implica la tendenza all’invadenza, a non saper moderare il proprio temperamento ( in questo caso sanguigno ) ma anche la paura di essere scoperto. Quindi un nucleo di personalità “doppia”

Pascoli e Puccini

Hanno la prima lettera iniziale del nome e del cognome in comune. Molte volte i grandi artisti sono incompresi. Diceva di Puccini Grout Donald ( autore di una storia dell’opera lirica ), “Puccini non appartiene ai grandi compositori, ma nei suoi limiti ha lavorato onorevolmente”. Mentre Benedetto Croce stroncò quasi del tutto la poesia del Pascoli quando disse “ le poesie del Pascoli sembrano oscillare tra il capolavoro e il pasticcio.”.

Tra Pascoli e Puccini ci fu stima e amicizia: essi lavorarono nello stesso territorio producendo capolavori indimenticabili. Anche se non ci fu una collaborazione reciproca. Nei pensieri del Pascoli c’era il desiderio di un libretto per la musica di Puccini. Ma questo sogno, per vari motivi, non fu mai realizzato.

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Entrambi morirono per una patologia tumorale

Puccini a causa di una tosse persistente da mesi e un so che alla gola fu visitato dal Prof Torrigiani di Firenze che diagnosticò una neoformazione laringea di probabile natura maligna. Era un forte fumatore ( sigarette e sigari). Si recò a Bruxelles per l’intervento chirurgico ma alle 11.30 del mattino del 29 novembre del 1924, il maestro si spense per complicazioni. Pascoli nel 1911 in condizioni scadenti di salute si trasferisce da Castelvecchio (Garfagnana – Lucca) a Bologna dove alla visita medica viene diagnosticata cirrosi epatica ( abuso di alcool). Il certificato di morte, comunque, riporta come causa di morte, cancro allo stomaco. Muore il 6 aprile 1912 nella sua casa di Bologna, in via dell’Osservanza n. 4.

La personalità del Pascoli

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Il Pascoli in fondo era un immaturo, un fanciullo non cresciuto: molto dipendente dal nido familiare e dall’attaccamento morboso verso le sorelle. La “P” maiuscola implica il crollo dell’ideale del padre anche se probabilmente era nel suo sogno. Ma il trauma del passato era fortissimo, la paura del futuro era tragica e l’ossessione del presente era drammatica. Il sentimento in lui era prevalente e la ragione giocava un ruolo secondario, anche se il pane quotidiano in qualche modo era assicurato ( “p” minuscola”) e la sensorialità era pregna della natura delle cose e delle cose che la natura gli offriva che poi tramutò in splendidi versi. Perdendo il ruolo del padre sarà un buon figlio e la sorella Mariù lo accudirà fino alla morte e dopo. Il rapporto con una donna, con l’altro è sentito come una violenza. Il poeta è tormentato, turbato, travagliato e il fanciullino che vive dentro di lui è il suo fantasma spezzettato, il suo io frantumato, il suo Sé diviso. La sua poesia non è un idillio ma una dramma. tra sogno e desiderio, tra illusione e delusione . Aveva una visione della vita in parte improntata al pessimismo, in parte sulla poco e scarsa fiducia positivistica della scienza, e in parte orientata verso un socialismo di tipo francescano e tolstojano. Per il Pascoli il dolore è determinato dalle azioni cattive degli uomini e la vita stessa è un mistero. D’altronde Pascoli era un poeta decadente ( la decadenza degli ideali e dei valori umani dà il nome a questa corrente) e sosteneva che l’uomo deve vivere delle piccole cose quotidiane per apprezzare il vero senso della vita. Penso che la vita del poeta non fu una commedia bucolica.

La personalità del Puccini

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Puccini, per la madre, era una bambino destinato alla gloria. La madre, Albina Magi, mette al mondo il quinto rappresentante di una dinastia di organisti del Duomo e di direttori della Cappella cittadina. La dinastia dei musicisti era iniziata 150 prima ( 1712) con il bisavolo e si snoda lungo 5 generazioni. La stessa cosa successe a Bach che contava 7 discendenze. La fiducia che la madre aveva in questo ragazzo era enorme e considerando le difficoltà economiche ( a Puccini era morto il padre) l’intuizione della madre ebbe successo. Nel 1884, Elvira Bonturi, che due anni dopo gli darà il primo figlio, Antonio. Il maestro, tuttavia, non troverà mai la pace necessaria ad un buon rapporto matrimoniale, e la sua unione con Elvira sarà costellata di violenti alterchi e passionali rappacificazioni, nonché di un congruo numero di scappatelle. Puccini era un passionale e un donnaiolo incallito: caccia, amori libertini con belle donne, motori, il gioco   e festa con gli amici. Doria Manfredi ( cameriera della casa Puccini )si suicidò esasperata dalle continue scenate di gelosia messe in piedi da donna Elvira. In realtà Doria faceva solo da tramite tra Puccini e Giulia , sua cugina, che era la vera amante di Puccini. In conclusione la vita del Puccini è stata vissuta in tre parti: una bohémien un’altra parte schiavo delle passioni e poi come prototipo di un artista creativo e trasgressivo.  Il maestro amava solo la sua arte e il cerchio magico del suo mondo, era una specie di egoismo intellettuale, il resto era secondario. Era un toscano purosangue. Forse un po’ furbo ma solo apparentemente; conservava dentro di sé uno spirito gentile e semplice e a volte il suo comportamento era molto ingenuo. Nonostante i tradimenti e gli amori libertini è vissuto fino alla fine con la moglie, una donna difficile, autoritaria ed esclusivista. Non sono sicuro ma leggendo il tracciato sia delle maiuscole del nome e del cognome e delle rispettive minuscole mi sembra di vedere l’anima tormentata del maestro cha amava l’amore e l’essenza del piacere e nello stesso istante si apriva all’arte attraverso il dolore e la tristezza riflettendo sul significato profondo della realtà presente attraverso il passato e il futuro e intuendone la caducità. La melanconia è stata alla base della sua creatività e della sua energia vitale. Ma essa deve avere una sua moderazione che si perse negli ultimi quindici anni e il maestro si avviò verso un precoce crepuscolo vitale

Conclusioni: il lupo e l’agnello dentro di noi

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Il bene e il male sono dentro di noi. Pascoli annullò la sua aggressività e la sua violenza nel fanciullino ( la “ P” maiuscola lo dimostra ) e non riuscì a comunicare bene con il mondo femminile rimanendo sempre attaccato a una figura materna immaginaria e vera ( la sorella Mariù). La sua incompletezza nel femminile lo fece rimanere bambino . Puccini al contrario amava la vita ma un nucleo di disordine spirituale pervadeva il suo spirito che lo metteva in contraddizione con la realtà. In lui c’era l’ombra dell’archetipo della grande madre ( la “P” maiuscola   ne è una espressione drammatica) ma anche la ricerca di una indipendenza sia economica che sessuale (riccio dell’indipendenza nella “p” minuscola) e anche l’ingenuità di un carattere aperto e semplice  Portava la violenza verso e contro di sé dovuta al complesso di colpa di un tradimento continuo. In entrambi c’era il fanciullino: in Puccini il puer viziato e in Pascoli il puer immaturo. Un fanciullo tenero e violento. regressivo e progressivo, eros e thanatos, due strade diverse, stesso tomento di vita, sullo sfondo di un nucleo esistenziale di malinconia e di sconforto, di illusione e di delusione. In simbiosi il lupo e l’agnello. Nel Pascoli l’abuso di alcool portò alla cirrosi epatica, in Puccini l’abuso e la dipendenza del fumo di sigarette al carcinoma laringeo.

 

aprile 5, 2013autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

Breve recensione del testo di grafologia “Storia della scrittura e grafologia”

grafo

In un recente  viaggio a Madrid ( Spagna), andando per caso e curiosità,  in una libreria ho comprato il testo di grafologia di Matilde Ras dal titolo:   “ Historia  de la Escritura y grafologia “ pag.380 ( 14,5 per 10 cm di larghezza)

                                                               

  Riflessione di  Angelo Vigliotti

 Il testo è edito da Plus – Ultra  – 2005 e contiene 302 illustrazioni e grafie di celebri personalità.

 

E’ diviso in due parti.

 

La prima parte approfondisce la storia della scrittura, la seconda analizza lo studio della grafologia.

 

 

 

 

 

 

Dopo una introduzione storica sui i geroglifici egizi e sui caratteri cuneiformi  che precedono l’alfabeto  l’autrice analizza l’alfabeto semitico e la sua evoluzione ( in particolare nelle lingue  più diffuse: ebraico,  aramaico, da cui derivano la lingua
siriaca, caldea, araba ed etiope).  Successivamente l’autrice ci fa entrare nell’anima dell’alfabeto greco e  romano e  poi  slavo, cinese e giapponese. Concludendo questa prima parte Matilde Ras afferma che la scrittura  corrisponde alle attitudini dei vari popoli.
Per esempio le  iscrizioni arabe che ornano  con i loro meravigliosi colori i fregi dell’Alhambra corrispondono certamente a una immaginazione poetica e sensuale. C’è una minuziosa e brillante bellezza nella  architettura di queste forme,  molto diversa dalle linee grandi  e pure di serena bellezza dell’architettura greca.
La seconda parte inizia con il titolo al cap. XIV di scienza grafologica  e riporta subito una frase di Crepieux – Jamin che afferma che la grafologia è una scienza dato che ha le sue leggi, il suo metodo sperimentale, la sua classificazione e la sua tecnica.
Accenna all’opera di Camillo Baldi , “profesor italiano” che nel 1622 scrive  “rattato Come Da Una Lettera Missiva Si Conoscano La Natura E Qualità Dello Scrittore”. Quando parla dei grafologi di diverse nazionalità afferma che in Italia esercitano la grafologia  Alfeo Martini, Agnelli (in  Milano), la “senorita”  M.  Leibl, il padre Moretti e alcuni altri (pag.124). Nei principi generali grafologici  riporta le leggi di Pellat.
Nel capitolo 17° analizza le norme fondamentali per un’analisi grafologica. In pratica bisogna studiare la direzione, la dimensione, l’inclinazione, la scrittura curva e angolosa. Nelle tipologie grafiche si rifà a Crepieux – Jamin  descrivendo diversi tipi di grafie: sobria, calligrafica, artificiosa.
Nel capitolo dei segni fondamentali  mette in evidenza le grafie legate, il tracciato grosso e leggero,( la scrittura aerea, fusiforme, secca ecc.), approfondisce il tema dello spazio grafico e la scrittura tipografica. Molte pagine sono dedicate alla lettera “M” maiuscola  ( 211-219). Un approfondimento va anche alla firma. E’ molto interessante   capire la nazionalità ( lingue latine, germaniche e così via) e i diversi modi di insegnamento della scrittura per una valutazione accurata dello scritto. Negli ultimi capitoli accenna al rapporto tra fisionomia e gesto grafico, fa un elenco dei documenti per un buon esame grafologico rifacendosi al testo del suo maestro (Crepieux – Jamin) “ scrittura e carattere”. Un capitolo è dedicato al sesso e all’età del soggetto scrivente. Riporta il pensiero  del grafologo Alberto de Rochetal che afferma che si può riconoscere il sesso dello scrivente in proporzione di nove casi su dieci. Dopo aver accennato al simbolismo grafico e al ritratto grafologico chiude il testo osservando che la grafologia non è un arte divinatoria.

                                                              

           

Grafie femminili

Grafie maschili

 

Cervantes ( autografo riportato nel libro  a pag. 264 )

Ras Matilde è nata a Tarragona nel 1881 e morì nel 1969. Il padre era un architetto e la madre fatto il Magistero in Francia e poi in Spagna. Pertanto, facevano parte dei circoli intellettuali del tempo a Tarragona.  Ras Matilde era la maggiore dei due figli, Il fratello  Aurelio, un anno più giovane di lei, avrà una figlia Silvia che diventerà anch’essa studiosa di grafologia.   Il padre di Matilde  per temperamento è irrequieto e nomade.  Quando Matilde ha due anni si trasferisce con lei e sua moglie a Cuba, lasciando il bambino, Aurelio, in Spagna. Dopo la morte del padre ritorna a Tarragona e dato che ha una predisposizione per il disegno  a 18 anni diventa maestra di disegno. Ama comunque la letteratura e la poesia. casualmente  mentre cerca un libro di letteratura in una libreria vede il testo di grafologia di Michon dal titolo “Metodo pratico di Grafologia”. Naturalmente, il libro è in francese, una lingua che domina perché parlata e conosciuta dalla madre. Il libro di Jean Hippolyte Michon è una rivelazione per Matilde. Lo studia con  passione ed  inizia a verificare la veridicità dei segni grafologici, con  corrispondenza psicologica nella famiglia e con gli amici è dedicato alla famiglia e agli amici di verificare.  Il suo amore per la grafologia diventa sempre più intenso stimolata anche dal fratello di cui ha massima fiducia e attraverso amici di Parigi riceve altri libri sulla scrittura tra cui testi di  Alberto di Rochetal, della baronessa di Urgern- Sternberg, di  Adrien Verinard e altri, e, infine, un libro di cui  è entusiasta: ” La scrittura e il carattere ” di Crepieux-Jamin che successivamente tradurrà in spagnolo e pubblicherà  nel 1933. Ormai è una grafologa esperta e collabora a diverse riviste come “La Voce”, “Heraldo de Madrid”, “Mundo Hispanico”, ecc, così come in numerosi giornali e riviste in Sud America, Portogallo e Francia. Scrive numerosi testi di grafologia tra cui : Grafologia ( studio del carattere attraverso la scrittura con prefazione di Crepieux – Jamin”, “L’intelligenza e la  cultura nel grafismo”, “Ritratto grafologico”,- ”  “los  Artistas escriben”, Quello che sappiamo di grafopatologia”.

                                                              

               

Autografo di Matilde Ras

Uno dei suoi libri di   grafologia.

Ritratti grafo –psicologici di   innumerevoli musicisti, scultori, pittori e poeti

 

La “Storia della Scrittura e Grafologia”  è un’ opera di grande erudizione, mostra la grande cultura di Ras Matilde, la sua grande abilità. E’ un’opera della sua maturità.
Matilde Ras si può considerare “il padre” della grafologia spagnola considerando che i suoi studi si sviluppano a partire dal ‘900.  Anche se bisogna aspettare l’opera di  Alfonso Velasco Andreo (1917-2000) noto come  Augusto Vels, perchè la grafologia  possa trovare  in Spagna, una ampia diffusione.
E’ un libro che consiglio a tutti gli studiosi di grafologia anche se può dare l’impressione  di essere solo una  sintesi del  pensiero grafologico di Crepieux – Jamin   e della scuola francese.
In realtà tra le righe del testo il commento della Ras  è incisivo e autorevole considerando che ha una buona visione della scientificità della grafologia. La Ras, ricordo che    a metà del 1923 vince una borsa di studio e si trasferisce a Parigi, dove diventa allieva di  Crepieux- Jamin, il padre della grafologia francese. Ma non si ferma solo al maestro, vuole conoscere anche Solange Pellat e studia con lui  le leggi  per l’analisi peritale dei documenti grafici.

 

febbraio 20, 2013autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

N° 19 – autopsia psicologica con analisi della scrittura

N° 19 – AUTOPSIA PSICOLOGICA CON ANALISI DELLA SCRITTURA

Gli autori di questo numero, molto interessante e vivace, sono Marisa Aloia, Eva Bogani, Sara Cordella,Daniela Leone.
L’autopsia psicologica è la ricostruzione retrospettiva della vita di una persona scomparsa, ricostruzione necessaria, per meglio comprendere la sua morte e le cause che l’hanno  provocata.
L’autopsia psicologia rientra come strumento nella psicologia investigativa in quanto riguarda fondamentalmente lo studio delle modalità con cui possono essere valutate e comprese i casi  di morte dubbia. Il presupposto psicologico da cui essa origina è che il comportamento è l’espressione della personalità e che dallo studio delle azioni compiute è possibile risalire alla struttura mentale dell’autore. La personalità e il comportamento di una persona si riflettono vicendevolmente. Il metodo  corretto  per arrivare  a formulare una ipotesi ragionevole e logica,  parte dalla raccolta di tutte le informazioni disponibili sul defunto attraverso l’intervista dei familiari, parenti, amici, personale sanitario ecc…. per avere una visione più chiara e precisa possibile  della vita, personalità, salute mentale e possibili trattamenti sanitari. L’autopsia psicologia utilizza  come strumenti di indagine  colloqui clinici, griglie di valutazione e protocolli. L’autopsia psicologica va ad integrare uno dei campi di applicazione più importanti della psicologia investigativa come quella del  “criminal profiling” ( Offender profiling, Psychological profiling, Criminal Personality profiling).

L’analisi psicologica degli ultimi scritti, per esempio,  permette di velocizzare lo studio della personalità del soggetto e lo stato psicologico  in cui si trovava al momento dell’atto suicidiario.

 

Voglio ricordare che la dott.ssa Marisa Aloia ha coordinato scientificamente tutto questo numero della rivista, osservando che sull’autospia psicologica c’è l’impegno da parte  sua e delle sue collaboratrici  ad approfondire la casistica degli eventi che riguardano persone scomparse in cui si rendono necessarie indagini e approfondimenti sulla causa della morte, con l’analisi delle scritture,  in modo che questa metodica possa entrare a pieno titolo nella psicologia investigativa.

gennaio 23, 2013autore Angelo Vigliotti
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Grafologia disegno e scrittura

N° 18 – Sentenze aggiornate dal 2000 al 2011

n° 18 –  sentenze aggiornate dal 2000 al 2011

 

Questo numero a cura di Marisa Aloia e Ascanio Trojani riprende a mano  l’ultima decade ( 2000- 2011)  delle sentenze che coinvolgono il lavoro del consulente tecnico grafologo.
C’è la parete generale  che affronta vari argomenti tra cui la richiesta della necessità della CT/Perizia, l’accessibilità ai documenti, l’incarico e il quesito, le operazioni peritali, le scritture comparative la redazione e il contenuto della relazione.
Un capitolo successivo del numero della rivista affronta le nuove  procedure.  Interessante è l’intervento della cassazione civile IV, 1688/00 dove si approfondisce e chiarisce il concetto del fondamento scientifico  generale in cui attraverso leggi universali e statische   ….” si deve sfociare in un giudizio sul nesso di condizionamento di alta probabilità logica e di elevata credibilità razionale, dove alta ed elevata stanno ad indicare un guidizio che si avvicina al massimlo della certezza “. Venpogo poi prese in cosiderazioni i problemi che riguardano le contesatzioni alla relazioni, il disattendimento, il rinnovo., i chiarimenti e la nullità, l’utilizzo degli elaborati e dei dati in altri procedimenti, la mediazione obbligatoria nel contenzioso civile e commerciale.
Gli autori, Marisa Aloia e  Ascanio Trojani, hanno affrontato in un parte speciale le sentenze che si riferisconoall l’esame dei documenti e delle scritture nelle fotoriproduzioni, nei testamenti, nella capacità di intendere e di volere, nella dissimulazione,nel biancosegno, nell’accesso ad atti e documenti, nella privacy, nelle scritture comparative e nel saggio grafico.
L’ultima parte di questo numero affronta il tema degli accertamenti tecnici ripetibili e non ripetibili e i più banali errori  che più frequentemente si incontrano nello svolgimento del lavoro del tecnico grafologo.

gennaio 23, 2013autore Angelo Vigliotti
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