I vostri figli non sono vostri
E’ una poesia di Gibran tratta dal ” Profeta” l’opera più bella di questo scrittore e artista libanese ( Gibran nasce in Libano il 6 gennaio 1883 e muore a New York il 10 aprile 1931) .
In una lettera alla sua amica May Ziadah del 9.11.1919 Gibran diceva del suo “profeta”:
” egli è la mia rinascita….il solo pensiero in me che mi rende degno di stare alla luce del sole. Perchè questo profeta mi aveva già ” scritto” prima che io tentassi di ” scrivere” lui..”
Queste parole sono sufficienti a farci capire che l’opera è nata quasi indipendentemente dall’autore. Ed è come se Gibran avesse trascritto in alcuni momenti della sua vita una visione mistica. Ciò che vide l’ha soltanto messo su carta riportandolo all’umanità. Gibran ha fatto solo da tramite a un messaggio che viene dall’universo, dall’intera natura, dall’immensità. Infatti un figlio non è un oggetto, e non si può possedere.
I vostri figli non sono vostri.
Sono i figli e le figlie della fame
che la vita ha di se stessa.
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi
e non vi appartengono, benchè viviate insieme.
Potete custodire i loro corpi,
ma non le loro anime,
poichè abitano in dimore future
che neppure in sogno voi potete visitare.
Proverete a imitarli ,
ma non cercate di renderli simili a voi.
Voi siete archi da cui i figli ,
le vostre frecce vive,
vengono scoccate lontano.
In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere.
Forse bisogna dare al bambino l’opportunità di scegliere. Il bambino nasce incontaminato, non intossicarlo; nasce nell’eternità non farlo morire schiacciato dal passato; nasce nel futuro, tu sei padre o madre e lui è un figlio, non può avere una simmetria con te. Non condizionarlo, amalo più che puoi ( se sei in grado di amarlo) preparando per lui la libertà della mente e la purezza del cuore.
Il cammino di luce è un pellegrinaggio di libertà interiore.