Il bambino e il suo futuro
Finchè si vive in coppia ma non si è genitori, la situazione può fluttuare come si vuole, ma entro certi limiti. Basta rispettare le regole sociali ed essere onesti a livello intellettuale ed eticamente corretti e seguire uno stile di vita sano e salutare. Quando si diventa genitori, ( o per intenzione o casualmente ), e si ha uno o più figli, il vissuto cambia, perché cambia il ruolo della coppia che diventa una coppia genitoriale ( non più due partner ma un padre e una madre) che ha un progetto educativo da portare avanti, un progetto d’amore…… Nella crescita, nello sviluppo di un bambino ( o di una bambina), c’è una interazione tra fattori congeniti ( DNA, geni e altri eventi trasmissibili) e fattori acquisiti (famiglia, cultura, interazione sociale, scuola, gruppo, mass-media). Oggi noi sappiamo, attraverso gli studi della biologia molecolare, delle neuroscienze, della genetica, dell’epigenetica, che la maggioranza delle deviazioni comportamentali ( immaturità emotiva, aggressività e violenza, dipendenze e molte altre patologie psichiche e mentali) dipendono dall’ambiente. Un vero genitore non è perfetto ma è imperfetto e diventa “grande e straordinario” se cresce con la crescita del proprio figlio, se riesce a trasmettere alcuni valori fondamentali che fanno vivere bene e se riesce a permettere al proprio figlio ( alla propria figlia) di avere il piacere di esistere e di godere della gioia della vita. La vita può essere affrontata in tanti modi. Ognuno di noi ( credente, ateo o agnostico) ne sceglie uno, in maniera consapevole o inconsapevole, secondo il suo temperamento e il suo carattere, l’imprinting che ha ricevuto, il lavoro che svolge e l’impegno quotidiano nel fare le cose necessarie, utili e dilettevoli e le sue credenze o anche le sue patologie. Ciò che è importante capire è che la giustizia, l’onestà, il dialogo, la tolleranza e la non violenza, l’ascolto di se stessi e dell’altro, l’accettarsi e credere nelle potenzialità interiori unito al senso della libertà e dell’autonomia cognitiva e emotiva devono essere dei valori che appartengono a noi stessi e quindi da coltivare giorno per giorno ( anche per prove ed errori) e da trasmettere ai nostri figli attraverso la solidarietà, la condivisione e l’affetto. Valori non solo individuali ma universali, alla cui base c’è la filosofia o il credo di:
“ Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”
e “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Il futuro del bambino parte da queste premesse e dal modello educativo genitoriale integrato( ruolo paterno e ruolo materno). Questo modello si manifesta, a livello comportamentale in modo trasparente e non ambiguo, in modo chiaro e non falso, ( se si sono introiettati questi valori e si è consapevoli fortemente di essere padre o madre), attraverso l’autorevolezza, l’omogeneità e la coerenza di ciò che si dice, la fermezza e la costanza nel portare avanti questi principi, senza rigidità, ma con semplicità e moderazione. Se si sbaglia, pazienza. L’errore è umano. Se si cade bisogna rialzarsi e proseguire. Perseverare nell’errore comporta di sicuro l’infelicità del bambino e la possibilità di una condotta deviante. In questo percorso non può essere presente la madre e assente il padre ( o viceversa) oppure usare iil meccanismo della delega e dell’affido. Entrambi i genitori devono dare il proprio contributo positivo nella quantità richiesta dalle proprie disponibilità e competenza e nella qualità che deve essere sempre buona e costruttiva. Se possibile, è necessario sempre, dare il meglio di sè.
Ti ricordo, mio caro amico e compagno di viaggio, attraverso due riflessioni, il tuo cammino di genitore. La prima riflessione (autore: Dorothy Law Nolte….adattata) parte dal presupposto che il bambino impara ciò che vive:
Se vive nel rimprovero,
diverrà un intransigente.
Se vive nell’ostilità,
diverrà un aggressivo.
Se vive nella derisione,
diverrà un timido.
Se vive nel rifiuto,
diverrà uno sfiduciato.
Se vive nella serenità,
diverrà più equilibrato.
Se vive nell’incoraggiamento,
diverrà più intraprendente.
Se vive nell’apprezzamento,
diverrà più comprensivo.
Se vive nella lealtà,
diverrà più giusto.
Se vive nella chiarezza,
diverrà più fiducioso.
Se vive nella stima,
diverrà più sicuro di sè.
Se vive nell’amicizia,
diverrà veramente amico per il suo mondo
La seconda riflessione (autore: K. Gibran) è più profonda e necessita di una maggiore comprensione e una ampia consapevolezza. Ma non aver paura di affrontare questa visione della vita. Non perderai niente. Tu darai la libertà a tuo figlio e tuo figlio ti ringrazierà e avrà un amore e un affetto per te nel tempo e nell’eternità. Per sempre. nonostante tutto.
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
Essi vengono
attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri…
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime…
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi…
La vita procede e non s’attarda sul passato.