Dott. Vigliotti Angelo - Un punto di incontro, di ascolto e di dialogo
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Divulgazione scientifica

Pancreatite acuta nel bambino

Introduzione

E’ un processo infiammatorio del pancreas, possibilmente reversibile, che spesso coinvolge i tessuti o altri organi che si trovano nelle sue prossimità. Il Pancreas è una ghiandola annessa all’apparato digerente che svolge sia una funzione endocrina producendo ormoni come l’insulina e il glucagone, che una funzione esocrina con la secrezione di enzimi coinvolti nella digestione.  L’incidenza è di circa 13 casi ogni 100.000 bambini per anno ( Fonte Ospedale bambin Gesù)

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Cause

La cause più frequenti in età pediatrica sono: traumi addominali,virus ( ad esempio mononucleosi, parotite) batteri (salmonella, mycoplasma, campilobacter), calcoli biliari, alcune anomalie strutturali del pancreas, l’aumento dei trigliceridi nel sangue, alcune malattie sistemiche che possono complicarsi  e una cattiva alimentazione , alcuni farmaci (tra cui il cortisone, gli estrogeni, l’azatiopirina, thiazide, diuretici). Negli adolescenti l’alcool.

La triade sintomatologica più frequente

Dolore addominale (80-95% dei casi), nause a e vomito ( 40-80% dei casi). In alcuni casi è presente versamento pleurico, febbre (20-30%9, distensione addominale, ascite, ittero. Altri sintomi: Brividi;, Sudore freddo;, Feci grandi;, Debolezza;,Perdita di peso;

La diagnosi

Si basa sulla clinica ( triade sintomatologica), analisi del sangue ( livello di lipasi ed amilasi nel sangue almeno tre volte superiori ai limiti alti dei valori normal);  ecografia ( valutazione della struttura pancreatica e la individuazione di alterazioni anatomiche quali cisti del coledoco, calcoli biliari e dilatazione e/o anomalie dei dotti dell’albero biliare e pancreatico). Inoltre con l’ecografia è possibile escludere altre cause di dolore addominale acuto come la invaginazione intestinale, il volvolo intestinale o gli ascessi intra addominali. Se si opta per la radiografia addominale si possono osserva i calcoli e il versamento pleurico. Ricordo inoltre che la TAC è l’esame di prima scelta se c’ è stato un grave traumatismo addominale.

Terapia

Nella maggioranza dei casi il digiuno e il supporto di liquidi per endovena porta alla normalità del quadro clinico. La prevenzione si basa sull’alimentazione e sul trattamento di un eventuale calcolo biliare se presente. Se tutto va bene ( il bambino deve essere ricoverato) il 5-10 giorni tutto ritorna alla normalità.

Attenzione

La pancreatite acuta  e acuta ricorrente (una volta escluse le anomalie strutturali del pancreas, cisti del coledoco ed eventuali forme infettive) può essere una complicazione della fibrosi cistica, della malattia di Kawasaki, della sindrore di Reye, dell’ iperparatiroidismo

 

luglio 27, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Sindrome di Kawasaki: clinica e approfondimenti

Introduzione

La sindrome di Kawasaki o sindrome linfonodale muco-cutanea è una vasculite infantile delle arterie di media e piccola dimensione che colpisce soprattutto le arterie coronarie. È una malattia autoimmune caratterizzata da febbre prolungata, esantema, congiuntivite, mucosite, linfoadenopatia cervicale e poliartrite di gravità variabile. Se non diagnosticata in tempo può portare all’infarto del miocardio. La sindrome di Kawasaki è una patologia che colpisce prevalentemente i bambini d’età inferiore ai 5 anni con un picco al secondo anno. È diffusa in tutto il mondo con andamento endemico e riaccensioni ogni 2-3 anni e picco in inverno e in primavera. È la seconda vasculite più frequente nel bambino dopo la porpora di Schonlein-Henoch. La sindrome di Kawasaki sembra colpire in Italia 14 bambini ogni centomila e non è al momento noto se sia sempre esistita o se abbia origini più recenti. La sindrome di Kawasaki si presenta con sintomi aspecifici e molto comuni nelle malattie pediatriche e proprio per questo motivo risulta subdola e difficile da diagnosticare. Il pediatra deve sapere eseguire una diagnosi precoce e soprattutto nel più breve tempo possibile

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luglio 27, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Femminicidio e Omicidio-Suicidio: le origini nell’infanzia

Premessa

Secondo uno studio presentato dall’Istat, comprendente il triennio 2011-2013, in Italia sono stati registrati 12.877 decessi per suicidio. La maggior parte del fenomeno riguarda gli uomini, con 10.065 casi segnalati. Per le donne si parla invece di 2.812 decessi.  Gli omicidi stanno calando negli ultimi anni come si può osservare nelle tabelle seguenti (Fonte: www.documentazione.info)

 

Se entriamo nel dettaglio, vediamo che nel 1992 sono stati commessi precisamente 1442 omicidi, mentre nel 2016 ce ne sono stati 397. In particolare, l’Istat segnala che “nel 2014, gli omicidi in Italia hanno raggiunto un minimo storico, scendendo al di sotto delle 500 unità”. Nell’ultimo ventennio sono diminuiti in particolare gli omicidi di mafia e quelli legati alla criminalità comune.

Il femminicidio

Femminicidio non indica la semplice uccisione di una donna, perché in questo senso sarebbe sufficiente il termine neutro di omicidio. Femminicidio è l’uccisione di una donna perché donna, in un’ottica culturale che non accetta fino in fondo una vera e assoluta uguaglianza di dignità e di libertà tra l’uomo e la donna. È quindi giusto usare il termine femminicidio, come negazione della soggettualità femminile. Bene ha fatto la lingua italiana a mettere in circolo questa nuova parola; il generico “omicidio” risulterebbe troppo blando ( Fonte: http://www.settimananews.it/cultura/femminicidio-sostantivo-maschile/). Il Grande Dizionario d’Italiano Hoepli di Aldo Gabrielli (edizione 2015) definisce femminicidio «l’uccisione di una donna da parte di un uomo che intende così affermare, in quanto maschio, il suo diritto al dominio e al possesso di lei che, in quanto femmina, sarebbe tenuta all’ubbidienza e alla sottomissione». Definizione analoga è contenuta nel Devoto-Oli 2009: «qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte». E proprio il femminicidio, l’uccisione di una donna con la quale si hanno legami sentimentali o sessuali, rappresenta la parte preponderante degli omicidi contro il genere femminile. Più dell’82 per cento dei delitti commessi a scapito di una donna, nel nostro paese, sono classificati come femminicidio.Più di 3000 sono le vittime di femminicidio in Italia dal 2000 ad oggi. Il 37,1% degli omicidi italiani è un caso di femminicidio Negli ultimi 5 anni si registrano 774 casi di omicidio di donne, una media di circa 150 all’anno.

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giugno 26, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Il fiume e l’albero: il Bisenzio

Introduzione

Ricordo un passo di Siddartha di Herman Hesse: “ ad   ascoltare mi ha insegnato il fiume, e anche tu imparerai da lui. Lui sa tutto, il fiume, tutto si può imparare da lui. Vedi, anche questo tu l’hai già imparato dall’acqua, che è bene discendere, tendere verso il basso, cercare il profondo”. Hai appreso anche tu quel segreto del fiume: che il tempo non esiste?”. Un chiaro sorriso si diffuse sul volto di Vasudeva. “Si Siddharta” rispose. “Ma è questo ciò che tu vuoi dire: che il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata, al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante, e che per lui non vi è che presente, neanche l’ombra del passato, neanche l’ombra dell’avvenire?”.

Mi capita spesso di andare a fare una passeggiata in bici lungo il Bisenzio. È una ora di attività motoria, ma spesso mi fermo un minuto e guardo lo scorrere delle acque, ascolto il canto dei suoi abitanti, seguo con gli occhi il suo percorso. È qualcosa di straordinario. Veramente il fiume rappresenta l’essere e il divenire di ciascuno di noi. Esso è il simbolo della nosttra storia, della nascita e della morte, dell’identità e della trasformazione. Non a caso Eraclito affermava che “nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume sono gli stessi” E quando mi sono seduto, accanto a me c’erano tanti alberi maestosi e forti. Una bellezza interiore, un cibo per l’anima. John Muir diceva “ io non ho mai visto un albero infelice. Essi si aggrappano al terreno come se gli piacesse, e sebbene ben radicati, viaggiano tanto lontano quanto noi. Vanno vagando in tutte le direzioni con ogni vento, andando e venendo come noi stessi, viaggiando con noi attorno al sole per due milioni di miglia al giorno, e attraverso lo spazio, il cielo solo sa quanto velocemente e lontano”.

L’albero ti può insegnare tante cose, egli dà ai suoi rami un cammino verso la luce. Se tu lo guardi bene, lo tocchi, e ascolti il percorso della sua linfa, ti insegna a vivere su questa terra in modo più rispettoso di te stesso e della natura. L’albero ti guida al significato della vita. non perdere questa occasione. L’albero è un piccolo santuario, può proteggerti dal sole, dal vento e dalla tempesta e può  essere il tetto per il tuo riposo. Il fiume ti insegna la vita, l’albero l’amore e il contatto tra cielo e terra, tra sacro e profano, tra finito e infinito..  Paulo Coelho diceva:  “Apprezza ciò che sei perché tu sei amore, quell’amore che cerchi in ogni cosa e in ogni dove. Accogli ciò che tu sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò che tu vuoi essere, tu sei la vita che crea la tua vita. Accetta te stesso, amore del tuo amore, perché tu sei ciò che hai tanto bisogno di essere. Sorridi all’amore che tu emani perché tu sei quell’amore che cerchi in ogni luogo, pace dei tuoi sensi”.

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giugno 24, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Via Pistoiese a Prato: sindrome di Stendhal invertita

Premessa

Via Pistoiese è una strada commerciale d Prato. L’impatto maggiore per lo stress fisico, chimico, endocrinologico e metabolico è nel tratto in cui la via è parallela con Via Fabio Filzi. Pochi chilometri. È una strada sporca, piena di buche, di difficile traffico con negozi che fanno rabbrividire per la loro estetica ed eleganza. Le auto dovrebbero andare a una media di 30 – 50 all’ora e spesso vanno ad una andatura più veloce. Io parlo come cittadino che usa la bicicletta e spesso cammino a piedi. Camminare su questa strada è un tentato suicidio. In bici, le auto  ti sfrecciano accanto e tu sei costretto, se trovi un po’ di spazio sulla destra,  lasciato libero sulla strada,  a entrare in quello spazio per far transitare l’auto che “giustamente” non può permettersi di rallentare, non può permettersi di dare una precedenza a un veicolo che conta “zero”. Si vedono ciclistii che vanno contro senso…e ciclisti che camminano sul marciapiedi disturbando i pedoni, i quali a loro volta devono dare precedenza… È un arrangiamento. L’ educazione civica in questa zona della città è “underground” (nemmeno sotto zero). Non   esiste.

Avevo già fatto una riflessione precedente su questa strada e consigliato al Comune di Prato di ritagliare un po’ di spazio per una pista ciclabile. Come? Togliendo la facoltà di posteggiare alle auto su un lato della strada. Ma, non è possibile…la via è stretta …e poi è una strada commerciale…. E poi è impossibile attuarla tecnicamente parlando…e poi ci sono altri problemi più importanti, e l’impegno dell’amministrazione è tale che non si può perdere tempo per delle bazzecole.  L’amministrazione è sempre indaffarata …c’è Prato estate, Prato autunnale, Prato invernale e Prato primaverile.

C’è la cultura, il piano strade, il verde pubblico, le associazioni  multiple di volontariato,  il museo, le richieste più urgenti di cittadini in difficoltà con l’inquinamento, la tossicità ambientale, c’è l’autismo, l’handicap,la plurietnia,  il cambio climatico, c’è il polo nord e il polo sud…. A Prato c’è il microcosmo.   È una città ma in fondo è una officina artistica dove i creativi si aggirano nei vari quartieri in cerca di ispirazione per le loro arte, dove poeti e scrittori passeggiano lungo il Bisenzio in contatto con la natura e l’energia universale. In via Pistoiese la maggioranza dei cittadini vive la “sindrome di Stendhal” invertita. Questa sindrome descritta per la prima volta nel 1977 dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, che analizzò alcuni casi di turisti stranieri in visita a Firenze colpiti da episodi acuti di sofferenza psichica ad insorgenza improvvisa e di breve durata di fronte a creazioni artistiche eccezionali. Si definisce sindrome di Stendhal quell’affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. Nel caso di Via Pistoiese, dato che gli estremi si toccano, la sindrome si vive non per la bellezza ma per la “bruttezza” ambientale, per l’odore nauseabondo che viene da alcune bettole, per l’arredamento antistetico, per la mancanza di pulizia, per lo schifo percettivo oculare di ciò che si è costretti a vedere e assorbire tutti i giorni.

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giugno 18, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Svenimento nei bambini (sincope vaso-vagale)

Sincope vaso – vagale

E’ la causa di svenimento più comune. Avviene per mancanza di afflusso di sangue nel cervello che causa una perdita di coscienza molto breve. In pratica si ha una momentanea inibizione del sistema simpatico che induce vasodilatazione e attivazione del sistema parasimpatico (vagale) che induce bradicardia. E’ una sindrome che ha una funzione protettiva (protegge il muscolo cardiaco). Lo svenimento rappresenta una pausa (risparmio di ossigeno). La durata è breve e il recupero è completo.  L’incidenza della Sincope in età pediatrica è di circa 126 casi su 100.000. Il 15% dei soggetti in età pediatrica ha almeno un episodio prima dei 18 anni. Le sincopi e le pre-sincopi rappresentano lo 0.4 – 1% dei ricorsi al DEA degli ospedali pediatrici e rappresentano il 3-4% delle consulenze cardiologiche ospedaliere. I pazienti che vengono ricoverati hanno una degenza media di circa 3 giorni, per un totale di circa 12.000 giornate di degenza annue.

La pre-sincope è caratterizzata da una sensazione di malessere con restringimento dello stato di coscienza tale che il soggetto percepisce l’incombenza della perdita di coscienza; i sintomi di solito sono aspecifici (vertigini, astenia, offuscamento del visus, nausea, difficoltà a mantenere la posizione eretta) e spesso si sovrappongono a quelli associati con la fase prodromica della sincope. Il termine lipotimia, ancora talvolta impiegato nella terminologia corrente, per indicare una breve, parziale compromissione dello stato di coscienza, associata o meno a sintomi di probabile origine neurovegetativa è obsoleto, quindi da abolire dalla terminologia medica (prospettive in pediatria-2009- n°155   in:  www.sicped.it)

La sequenza patogenetica

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maggio 29, 2018autore Angelo Vigliotti
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Il Cammino di luce

Figline di Prato…n° 29 (una visita che fa bene all’anima)

Introduzione

La Resistenza italiana affonda le sue radici nell’antifascismo, sviluppatosi progressivamente nel periodo che va dalla metà degli anni venti, quando già esistevano deboli forme di opposizione al regime fascista.  Mi piace ricordare la frase di Arrigo Boldrini  nome di battaglia “Bulow” (Ravenna, 6 settembre 1915 – Ravenna, 22 gennaio 2008), « Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro… » “Il movimento di Resistenza è animato da forze eterogenee, diverse tra loro per orientamento politico e impostazione ideologica, unite tuttavia dal comune obiettivo di lotta contro il nazifascismo, per la liberazione del paese dal nemico straniero e da quello interno. Partecipano alla lotta militari e civili, persone di ogni età, censo, sesso, religione, provenienza geografica e politica, uniti da uno unico ideale: la spinta verso la libertà.  La Resistenza è guidata da personalità di spicco dell’antifascismo, che hanno avversato e combattuto il regime durante tutto il ventennio, spesso pagando con il carcere, il confino, l’esilio (Fonte: http://www.anpi.it/storia/120/la-resistenza-italiana). Dall’armistizio dell’8 settembre 1943 fino alla liberazione, il 25 aprile 1945 c’è  un periodo di venti mesi che cambiò l’Italia radicalmente. Questo è il periodo della “resistenza”,  un contributo storico per la nascita della Repubblica Italiana che non si può dimenticare. Mi fermo solo a questa visione della lotta partigiana….non accetto l’ingiustizia  commessa    anche da un eroe e sono contrario all’odio ideologico.    Riporto  il testo più diffuso della canzone “ bella ciao” (alcune varianti sono riportate tra parentesi), una canzone bellissima, nata nella resistenza  a livello regionale e  che poi  si è affermata nel mondo, per ricordare il significato profondo della lotta per la libertà.

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Figline insegna tante cose. Insegna anche la libertà interiore, perché nessuno è libero se non è padrone di se stesso, se non è capace di impedire che le cose prendono il soprravento nella sua vita, se non controlla gli impulsi aggressivi verso l’altro, i raptus distruttivi, l’odio cieco della vendetta, il piacere sadico della tortura, se  ha paura del giudizio altrui o se vive nella paura di una società che coltiva l’immagine, il narcisismo, il potere delle idee, il denaro e l’edonismo senza moderazione, se è dipendente da una idea. Considerando che la libertà non può essere insegnata, Figline ti offre una pssibilità che è quella di intuirla, di portala nel tuo cuore come seme creativo e di essere un modello d vita rispettoso di te stesso e dell’altro Il responsabile  dell’eccidio di Figline ( 29 morti impoiccati) fu il comandante tedesco  di una unità della Wehrmacht in ritirata, con precisione la 334ma Divisione di Fanteria dell’esercito tedesco comandata dal Maggiore di complemento Karl Laqua. Dispiace solo dirlo ma il procedimento contro i crimini nazifascisti in Italia anche quello di Figline fu gettato nel tristemente noto armadio della vergogna, dal quale riemerse solo nel 1994. A quel punto, nonostante tempestive ed efficaci ricerche, le informazioni recuperate risultarono inutili e il processo contro Karl Laqua fu definitivamente archiviato il 25 gennaio 2005. Nel settembre del 2005, il Procuratore Marco De Paolis venne di persona a Figline per parlare dei risultati dell’ulteriore inchiesta da lui condotta e della susseguente archiviazione del fascicolo, avvenuta nel gennaio dello stesso anno, per presunta morte dell’imputato accusato del reato di violenza con omicidio e strage. Voglio ricordare un particolare prima di chiudere questo momento riflessivo sulla lbertà. Una volta emessa la condanna a morte i prigionieri furono condotti sotto l’arco a coppie per l’impiccagione. Ogni volta che arrivavano alla forca dovevano prima togliere dal capestro i propri compagni per poi a loro volta seguirli nella morte. Ad uno dei partigiani si rompe la corda, in spregio alla consuetudine che farebbe salvo il condannato i tedeschi lo obbligano a riannodarsi la corda e a risalire sullo sgabello. Ma vediamo cosa è realmente successo nel racconto di  Santino Grassi,partigiano scampato all’eccidio perchè era riuscito a togliersi la corda dal collo e scappare oltre la Bardena appena le cannonate degli alleati avevano disorientato i tedeschi: “È il turno di un giovane di diciotto anni Mario Tronci di Prato; è rassegnato e silenzioso, sale sul tavolo dal tavolo sulla sedia. Il tedesco gli mette il cappio al collo un altro tedesco tira via la sedia, ma la corda si spezza e il ragazzo cade per terra, vivo! Si rialza ancora incerto, poi ha uno scoppio di gioia: “Fortuna!” grida. Anche i tedeschi sono interdetti. Il comandante ha un attimo di esitazione poi getta la sigaretta: ha un gesto breve. Il Tronci capisce e con supremo disprezzo sale sul tavolo. Si accerta che la sedia non traballi, stringe in mano la fune rotta, rifà da sé il laccio mentre tutti tedeschi e condannati lo guardano sbalorditi. Vi infila la testa e gridando: “Viva l’Italia libera!” dà un calcio alla sedia. Altriallora lo imitano e muoiono gridando: “Viva l’Italia libera”.

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maggio 3, 2018autore Angelo Vigliotti
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Divulgazione scientifica

Il futuro di un bambino vegetariano

Introduzione

Un bambino che si alimenta con una dieta vegetariana (latto-ovo-vegetariana o vegana) equilibrata e corretta non può non essere che un bambino sano sia nel corpo che nella mente.  Non c’è nessun obbligo a diventare vegetariani, ma è una scelta di vita che un genitore responsabile può trasmettere al proprio figlio facendogli il più bel dono che si può offrire a un bambino. La nostra salute è legata a uno stile di vita “sano”. Il tipo di alimentazione è un determinante fondamentale perché dà l’opportunità di dare al bambino sostanze che lo faranno crescere in modo “sano” e comunque nel modo migliore offrendo anche la capacità di mantenere  in  equilibrio costante (omeostasi)  le condizioni chimico-fisiche del nostro organismo sia attraverso una flora batterica intestinale vitale e difensiva (il microbioma del secondo cervello)   che favorendo una attività positiva del circuito psico neuro  endocrino immunologico e metabolico.  Uno stile di vita vegetariano (scelta salutistica) che parte dalla gravidanza, prosegue con allattamento al seno e con alimenti vegetali nella dieta del bambino è in grado di prevenire o tenere sotto controllo una gran parte delle malattie croniche – degenerative presenti nella nostra società e sempre più diffuse (Murelli, 2017). In una ottica più vasta la scelta di vita vegetariana si inserisce nel ruolo di lotta per la tutela e il rispetto di tutti gli animali (scelta etica), considerando il degrado morale a cui si sta andando incontro. Ciò che viene fatto ai bambini (nei primi anni di vita in cui l’imprinting è più forte), essi in qualche modo lo trasmettono alla società. L’amore verso gli animali che non vengono più visti come fonte di cibo ma come esseri viventi con pari diritti e dignità porta il bambino a una comprensione maggiore dei valori fondamentali della vita e della societa (rispetto, comprensione, empatia, non uccidere).In più una alimentazione vegetariana ha ripercussioni notevoli sull’ambiente (scelta ecologica) in quanto limita il tragico impatto degli allevamenti intensivi e del circolo vizioso che si determina nella trasformazione da vegetale ad animale.Una alimentazione vegetariana unita a uno stile di vita rispettoso dei ritmi circadiani favorisce un buon equilibrio nello sviluppo del bambino se è accompagnata da attività fisica adeguata e costante e da un ambiente in cui i fattori stressogeni e tossici (chimici, fisici, psichici e relazionali) sono moderati, consente un futuro più ottimistico con una forte riduzione delle malattie cronico – degenerative e di altre patologie legate a scompensi metabolici, biochimici e infiammatori. Numerose ricerche hanno dimostrato che i rischi di una alimentazione vegetariana sono molto, ma molto inferiori ai suoi benefici. Non a caso l’American Dietetic Association, (2019,2016) considera le diete vegetariane ben pianificate un fattore positivo per la salute sia nel presente che nel futuro considerando che le Linee Guida Dietetiche pediatriche sia degli USA (AAP, 2009) che canadesi (Amit M. – CPS, 2010), raccomandano una minor assunzione di grassi saturi, e di colesterolo, una maggiore assunzione di fibre e una moderata assunzione di calorie. Questi aspetti prevalgono nell’alimentazione vegetariana e la rendono una alimentazione straordinaria. in un contesto di stile di vita salutare. Alle radici del futuro del bambino vegetariano c’è il passato con i primi mille giorni di vita (Proietti & Bietolini,2016), un percorso di crescita socializzante e comunicativo capace di dare un profondo significato alla propria esistenza, con la possibilità dello sviluppo di una personalità equilibrata che viene completata e arricchita da uno stile di vita salutare.

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aprile 26, 2018autore Angelo Vigliotti
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PANDAS/PANS- Strategia Terapeutica Integrata

Indicazioni terapeutiche per la PANS/PANDAS   (trattamento e prevenzione)

Journal of child and adolescent Psychopharmacology vol. 27, n° 7, 2017

PANS/PANDAS Consortium: Cooperstock M.S., Swedo S., Pasternack M.S., Murphy T.K.

 

La PANDAS/PANS è una encefalopatia autoimmune che colpisce i bambini (Swedo el al .1998-2012). Questa sindrome è caratterizzata da sintomi che includono un disturbo ossessivo compulsivo o una restrizione alimentare, accompagnata da più caratteristiche. Possono essere inclusi sintomi psichiatrici come ansia, specialmente da separazione, deficit di attenzione, iperattività, labilità emozionale, tendenze depressogene, irritabilità, comportamento oppositivo-provocatorio o aggressivo e difficoltà scolastiche. Spesso sono associati dei disturbi neurologici. Questi includono povertà cognitiva, tic motori e vocali, ipersensibilità, movimenti coreiformi delle dita e disturbi del sonno. La PANDAS può essere ad andamento recidivante–remittente e il decorso a lungo termine deve essere ancora ben definito. La maggioranza dei bambini sotto terapia antibiotica, mostra un miglioramento complessivo dopo mesi o anni. Dopo lunghi periodi di remissioni si può avere una ricaduta. Le linee guida per la PANS e per i disordini neuropsichiatrici associati con l’infezione streptococcica (PANDAS), sono stati sviluppati nel 2015 dal consorzio ricerca PANS (Stati Uniti d’America).

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marzo 19, 2018autore Angelo Vigliotti
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Rabbia e violenza nei bambini piccoli ( i primi sette anni)

L’età infantile evolve in tre fasi di crescita di durata di circa 7 anni. Ogni passaggio è caratterizzato da un cambiamento fisico, psichico e relazionale che arricchisce la mente, il cuore e l’istinto in sintonia con il corpo. In questa riflessione ci fermiamo al primo periodo di crescita, analizzando l’emozione della rabbia e la sua espressività comportamentale esterna (violenza, aggressività, sadismo) e interna (repressione, blocco, auto aggressività).Leopardi nella poesia: “canto notturno di un pastore errante nell’Asia” all’inizio della terza strofa (vv 39-44), nella sua visione pessimistica della vita, dice che l’uomo nasce per soffrire e uno dei compiti genitoriali è consolare il figlio per essere venuto al mondo.

 

Nasce l’uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell’esser nato.

 

Questa idea il poeta la esprime anche nello “Zibaldone – 13 agosto 1822” (….  E in verità conviene che il buon padre e la buona madre, studandosi di racconsolare i loro figliuoli, emendino alla meglio, ed alleggeriscano il danno che loro hanno fatto col procrearli). Personalmente penso che il bambino nasce per amore e venga al mondo per godere della gioia di vivere il piacere della vita che è fatto di scoperta, meraviglia, stupore, creatività, comprensione, rapporto con gli altri sulla base dell’empatia attraverso il rispetto (verso se stesso, gli altri, il mondo in cui vive e i suoi abitanti),  la compassione, la condivisione, il perdono, la solidarietà. A questo punto il compito dei genitori è educarlo alla conoscenza e alla virtù attraverso il sapere, il saper fare e il saper essere.

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marzo 18, 2018autore Angelo Vigliotti
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CHI SONO

Angelo Vigliotti è un professionista che svolge la sua attività in diversi settori formativi che si arricchiscono reciprocamente: pediatria clinica, psicoterapia, medicina integrata e grafologia medica.

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STILE-DI-VITA-ALIMENTARE

Modus Operandi

Il Dott. Vigliotti non dà terapie a distanza. Risponde solo per consigli e ogni suggerimento deve essere filtrato e supervisionato dal medico curante o dal pediatra di famiglia e non accettato passivamente.

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